Si rinnova lo storico appuntamento annuale con una delle più importanti mostre del disco in Italia, che si terrà sabato 26 e domenica 27 gennaio presso la Fiera di Pordenone.
La Fiera del Disco è l’appuntamento annuale per eccellenza per i collezionisti e gli appassionati, in cui è possibile scambiare rarità, vinili, CD e DVD da collezione, gadget, libri e riviste legate al mondo della musica. I visitatori potranno acquistare e scambiare i propri dischi con gli espositori e far valutare il proprio patrimonio discografico da espertissimi collezionisti. Gli affezionati della Fiera del Disco attendono con ansia l’appuntamento di Pordenone, in cui si radunano i più grandi estimatori italiani e diversi importanti espositori stranieri. Sono attesi oltre 100 espositori da tutta Europa. Non solo vinile, ma anche cd rari e da collezione, memorabilia, poster di concerti e quant’altro, saranno presenti a Pordenone per la 22^ edizione della mostra del disco oramai seconda solo a Vinilmania di Milano.
IL VINILE. Hanno tentato di farlo fuori in tutti modi. A colpi di compact disc, minidisc, laserdisc e, ultimo, il download di musica digitale da Internet. Niente da fare, a 64 anni esatti dalla sua introduzione avvenuta nel 1948, il vinile resiste. Piccola enclave dell’industria discografica, addirittura sta conoscendo una seconda giovinezza. Perché, come ha detto Bob Dylan «i dischi moderni sono atroci. Oggi non puoi fare un disco che suoni come quelli che ascoltavo e amo ancora». Dischi in vinile, ovviamente. La United Record Pressing di Nashville, l’azienda di stampa vinili che per prima stampò il primo singolo dei Beatles ancora oggi dichiara che “la propria catenad i montaggio” opera 24 ore al giorno.
Nonostante gli audiofili fedeli al vinile costituiscano oggi una piccola minoranza, una nicchia di mercato operante con altissima tecnologia è ancora attiva, basti pensare che, solo in Italia, attualmente sono presenti sui cataloghi diversi modelli dal costo di varie migliaia di euro.
Secondo i dati di vendita Usa nel 2012: crollano i cd, crescono i download e i vinili stabiliscono il loro record dal 1991. Si è registrato un vero e proprio boom dei vinili (+36% rispetto al 2011). Il trend è significativo, siamo in piena era digitale eppure negli ultimi dieci anni non si sono mai venduti così tanti dischi come oggi. Questo ritorno di fiamma per il vero formato simbolo del rock’n'roll, dato per spacciato durante gli anni ’90, vorrà pur dire qualcosa.
Molto probabilmente l’ascolto più attento, ragionato, di qualità, legato a un’idea di unicità del supporto fisico e di alta definizione audio che trova nel vinile molte più soddisfazioni che nel cd ha dato un nuovo sbocco all’ascolto di musica al giorno d’oggi. Anche soddisfazioni d’acquisto: nello scegliere solo determinati album (magari già scaricati e assaggiati tramite Internet), di determinati artisti, costruendo discoteche magari non enciclopediche, bensì selezionate, dal valore inversamente proporzionale alla loro grandezza. Inoltre, uno degli aspetti più interessanti della faccenda è che il boom del vinile sembra essere trainato dalle nuove generazioni e non solo dai vecchi collezionisti.
Può darsi che la rinascita del vecchio disco nero sia soltanto il frutto di una moda, un ultimo guizzo prima dell’estinzione. Ma può anche darsi che rappresenti invece l’alba di una nuova stagione a doppia velocità, in cui vinile e MP3 non si escludono a vicenda, ma diventano complementari. Le due facce di un’esperienza musicale contemporanea, allo stesso tempo vintage e all’avanguardia, che risponde tanto alle nostre necessità di selezione (il vinile) che di abbondanza (l’MP3).
(di Luca Castelli)
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