Ammettetelo, è capitato anche a voi di essere in aula studio o a lezione e di sentire la neccessità di dire qualcosa al vostro vicino! Se una volta si aspettava la pausa, la società 2.0 ha portato un nuovo modo di comunicare: gli spotted. Si tratta di gruppi dove gli studenti di una stessa università, e in particolare di una stessa aula, possono inviare messaggi e commenti sugli altri studenti presenti in aula, tutto in anonimato.
In Italia sono quasi una novità, ma per scovare le origini di questo fenomeno dobbiamo risalire alla primavera del 2010. È quello l’anno in cui Rich Martell, uno studente d’informatica della UCL (University College London), decide di creare un sito dove lui e i suoi amici possano pubblicare commenti sulle ragazze che avvistano in biblioteca. Il sito si chiama FitFinder e il suo fondatore lo descrive come una piattaforma di “microblogging anonimo localizzato”. Il sito ha avuto presto un effetto virale tra gli altri studenti, coinvolgendo in due mesi 52 diverse università britanniche e oltre 250mila utenti, per un totale di 5 milioni di pagine visualizzate. Tuttavia FitFinder si è trovato destinato a chiudere presto a causa di lamentele provenienti da alcuni utenti, giunte alle amministrazioni delle università coinvolte che hanno diffidato gli studenti, portando alla chiusura del sito a poco più di due mesi dalla creazione. L’idea non è però morta, si è solo spostata sulla piattaforma più diffusa al mondo: Facebook. Così da due anni a questa parte sono nate migliaia di pagine che ricreano il sito. Ciononostante, le polemiche restano: alcuni utenti si lamentano del fatto di non poter studiare tranquilli, senza la paura di essere osservati e giudicati dal vicino.
Voi non siete di certo così problematici, quindi sappiate che le pagine si possono trovare facilmente su Facebook digitando “spotted” e di seguito il nome dell’università in questione, e sulla bacheca si possono leggere i messaggi più diversi. C’è chi ne approfitta per rendere pubbliche disarmanti dichiarazioni d’amore o colpi di fulmine, chi le usa per esprimere l’astio verso il vicino fastidioso e chi solo per segnalare la presenza di qualcosa di divertente. Al momento sono disponibili solo le pagine dello SSLMIT e una generale dell’Univerità, ma siamo certi che presto il numero salirà a dismisura.
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