Viene dall’Italia l’ultima scoperta utile all’ambiente, in particolare dall‘Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). Si tratta di una spugna nanotech in grado di assorbire oli e decontaminare l’acqua inquinata, che apre nuovi scenari nella gestione di incidenti petroliferi e altri episodi di sversamento in mare o nei fiumi di idrocarburi e sostanze oleose in generale. Questo innovativo materiale è stato descritto dalla rivista dell’American Chemical Society ACSNano, in un articolo intitolato “Magnetically driven floating foams for the removal of oil contaminants from water”.
L’innovativo materiale spugnoso, che può essere manovrato sfruttando l’azione di campi magnetici, è ricavata da un materiale economico come la schiuma di poliuretano, un polimero che viene già utilizzato in numerosi processi industriali, come la produzione di isolanti termici o di imballaggi. Per questo particolare utilizzo però il materiale è stato trattato con nanoparticelle di ossido di ferro e di Teflon (il nome commerciale del politetrafluoroetilene). È proprio l’impiego delle nanotecnologie a conferire alla spugna proprietà magnetiche, superidrofobiche e superoleofile, che le consentono di essere “manovrata” sfruttando dei campi magnetici e, in caso di marea nera o altri fenomeni di contaminazione, di separare gli oli dall’acqua, assorbendoli e permettendone la rimozione. Secondo quanto affermato dai ricercatori che hanno messo a punto la sostanza, essa sarebbe in grado di trattenere una quantità di sostanza oleosa fino a tredici volte il suo peso.
L’invenzione si deve alla equipe di studiosi Smart Materials, coordinata da e Despina Fragouli, al Center for Biomolecular Nanotechnologies (CBN) dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Lecce.
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