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Triestina, punto e a capo

Dopo l'1-1 a Fontanafredda può iniziare la cura Costantini

Di . Pubblicato in Sport

Pubblicato lunedì 29 ottobre 2012

Di “prime volte” la Triestina e Maurizio Costantini ne hanno vissute oramai tante; dal primo appuntamento, l’esordio con la maglia alabardata nella stagione 1981/1982, passando per il primo bacio, il gol firmato nella vittoria per 1-0 contro il Monza in quella Serie C1, ora amaro ricordo, fino alla dichiarazione d’amore eterno, sfociata nell’insolubile legame del matrimonio e rappresentata dalla fascia da capitano, portata con orgoglio tra il 1987 e il 1991, decima e ultima stagione con la maglia della Triestina. Non è bastato l’addio al calcio giocato per estinguere la fiamma e l’ardore tra il club di Trieste e la Roccia, così come viene soprannominato l’allenatore veneto. La passione verso questi colori hanno portato mister Costantini a sedere sulla panchina del Rocco già nell’annata ’99/’00 ed a tornarci in questa inedita stagione, con la stessa emozione e la stessa passione del primo giorno.

FONTANAFREDDA - Se in questa “Love story” è previsto il lieto fine sarà il campo a svelarlo; di certo Maurizio Costantini e la Triestina hanno vissuto “prime volte” migliori rispetto alla fredda e deludente, almeno dal punto di vista del punteggio, trasferta pordenonese. La gara, disputatasi nell’eccezionale impianto di Fontanafredda, ha mostrato i soliti difetti della Triestina da trasferta, confusa e scollegata, a cospetto di un team, quello di casa, ambizioso e di assoluto valore, reduce dalla roboante vittoria per 6-1 sul campo del Torviscosa. La prima frazione di gioco, come spesso accade nelle uscite di questa Triestina 2012/2013, è stata comandata dai dirimpettai del Fontanafredda, che dopo aver collezionato diverse occasioni da gol, hanno concretizzato la loro supremazia con la rete di un fenomenale Del Prete, sfuggito alla marcatura di Vianello e abile nel raccogliere e depositare in rete, con un raffinato gesto tecnico, un traversone dalla sinistra, lato del campo in cui i padroni di casa hanno comandato per l’intero match, complice la giornata negativa di Hasler.

LA MAGIA - I 100 coraggiosi sostenitori accorsi da Trieste in barba alle condizioni meteo proibitive, sono stati omaggiati con una ripresa coraggiosa e di miglior qualità, durante la quale gli alabardati sono stati capaci di recuperare con carattere il risultato, mostrando qualche sprazzo di calcio armonico, merito anche della geometrie del subentrato Paolucci, pur evidenziato quanto lavoro ancora aspetti Mister Costantini per amalgamare una rosa costruita all’ultim’ora. Il pareggio, agguantato al minuto 15 del secondo tempo, porta la firma dell’uomo in più della Triestina di questo inizio stagione: l’incontenibile Aladino Franciosi; liberatosi della marcatura avversaria con un dribbling funambolico e messo a sedere il rispettivo contendente Prosdocimi, ha silurato il numero uno di casa con un destro potente e preciso. L’ultima mezz’ora di gara ha visto alternarsi in zona offensiva entrambe le compagini ed è stato caratterizzato da alcune proteste alabardate nei confronti del direttore di gara, il signor Lorenzin, che ha soprasseduto sullo schienamento di Jordi Polo da parte del pordenonese Alberti, e sull’uscita scomposta di Zarotti su Araboni, che aveva ormai aggirato il portiere di casa.

HAPPY ENDING? - Decisioni arbitrali a parte, da un’attenta analisi della Triestina vista a Fontanafredda si denota come il paziente non sia ancora guarito, difficile aspettarsi diversamente dopo solo due allenamenti sotto la “cura Costantini”, ma anche come carattere e applicazione non manchino a Vianello & Co. Qualità da cui si dovrà ripartire per regalare una finale fiabesco all’infinita storia d’amore tra il mister e l’alabarda, giunta all’ennesimo capitolo avvincente che, a 25 gare dalla fine del torneo, è ancora tutto da scrivere.

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