Si è chiusa un’altra stagione di Serie A, che finisce, insieme alle precedenti, nell’album dei ricordi di tifosi e appassionati, che l’hanno vissuta, come ogni anno, in balia delle emozioni che il buon vecchio calcio riesce ancora a regalare. Quella che stiamo salutando è stata un’annata sportiva alquanto particolare, e, sotto molti punti di vista deludente, visto lo scarso spettacolo messo in mostra dai team italiani e i conseguenti fallimentari risultati dei club nostrani nelle competizioni europee. Le ripetute finali continentali nelle quali si alternavano Milan, Juventus, Inter, Roma, Lazio sono solo un lontano ricordo e hanno lasciato spazio a cocenti, talvolta imbarazzanti, eliminazioni, patite per mano di Fenerbahçe, Sporting Braga, Slovan Bratislava, Thun… A ogni modo, dopo aver toccato il fondo, il calcio del Bel Paese sta tentando la rimonta, puntando sui giovani, spesso italiani, e mettendo al centro del progetto una nuova idea di calcio, più vicina agli standard europei, i cui maggiori precursori si sono rivelati lo juventino Antonio Conte e il viola Vincenzo Montella.
10: JUVENTUS − Nello stilare una breve e sintetica graduatoria delle squadre che si sono messe maggiormente in luce da settembre a oggi, non si può che partire dai confermatissimi campioni d’Italia della Juventus. Le scelte sul mercato della società piemontese si sono rivelate azzeccate, quantomeno per affrontare (e stravincere) il campionato italiano, dove, se la concorrenza è stata scarsa, è stato proprio merito delle capacità dello staff dirigenziale e del lavoro di Antonio Conte. Il tecnico salentino è stato il vero top player dei bianconeri, sudando sul campo ogni singolo successo, e uscendo, a conti fatti, a testa alta dalla Champions League. Degni di una nota di merito i vari Vidal, Pirlo, Marchisio, Barzagli, Vucinic…
9: FIORENTINA, NAPOLI, UDINESE − Meritano un voto vicino alla perfezione altre tre compagini che, seppur centrando diversi obiettivi, si sono espresse ad altissimi livelli durante questa stagione. In primis, applausi scroscianti vanno di diritto alla Fiorentina della famiglia Della Valle e di Vincenzo Montella, capaci, in simbiosi, di riportare nel capoluogo toscano i risultati, ma soprattutto il grande calcio: sarà un piacere, il prossimo anno, vedere i viola rappresentare l’Italia in Europa. Si guadagna il medesimo voto il Napoli targato De Laurentiis-Mazzarri, l’ultimo guidato da questo binomio, visto l’addio del tecnico toscano. Con una programmazione attenta, i partenopei sono riusciti ad essere l’unica credibile alternativa alla Juventus, e hanno conquistato un 2° posto che sa di vittoria e che, in particolar modo, rilancia i sogni dei tifosi azzurri verso panorami europei. Sullo stesso livello di Fiorentina e Napoli, si piazza il campionato dell’Udinese, da sorpresa a certezza della Serie A. I friulani sono diventati una big del calcio italiano, e non mi sorprenderei vedere le loro ambizioni rilanciate quando, tra poco più di un anno, avranno a disposizione il catino bollente del “nuovo” Friuli, ennesimo miracolo della famiglia Pozzo. Impossibile non citare tra le gemme preziose e di rara bellezza del calcio nostrano il sempreverde Totò Di Natale, magico anche ieri sera alla Scala del calcio di Milano. Al suo pari, hanno brillato i talenti e le giocate del capocannoniere azzurro Cavani, e del funambolico Jovetic, uomini-chiave delle stagioni di campani e toscani.
8: CATANIA, MILAN − Un gradino sotto si piazzano due realtà del nostro calcio distanti anni luce per storia e blasone. Chiude con un 8 in pagella il Catania. La società orchestrata da Pulvirenti e guidata in campo dell’esordiente Maran ha scritto una nuova pagina della storia del club, migliorando il suo record di punti nella massima categoria. Stesso giudizio al Milan di Allegri, che dopo un inizio in sordina, vede la propria media innalzarsi grazie al miracolo sfiorato in Champions League contro il Barcellona (non così irresistibile in realtà) e alla strepitosa rimonta del girone di ritorno, che ha permesso ai rossoneri di conquistare l’accesso ai preliminari della più prestigiosa competizione continentale. Berlusconi non sarà d’accordo, ma Allegri probabilmente si è guadagnato sul campo la riconferma, in attesa (il numero 1 rossonero prenda nota) di un mercato estivo migliore… (Balotelli non basta!).
7: PARMA − Un’altalenante finale di stagione, quando la salvezza era ormai acquisita ed ogni altro traguardo irraggiungibile, non può cancellare il ricordo di un campionato condotto con grande caparbietà e impreziosito da un calcio di assoluto livello e che ha rinfrescato i palati (talvolta fin troppo raffinati) del pubblico emiliano. La saggezza calcistica e la sagacia tattica di mister Donadoni hanno plasmato in opera d’arte un gruppo di giocatori di ottima qualità, assemblato dal presidente Ghirardi e dal Ds Leonardi.
6,5: ATALANTA, BOLOGNA, CAGLIARI, CHIEVO, SAMPDORIA, TORINO − Nella terra di mezzo, tra un campionato deludente (che non è stato) e una stagione di primissimo livello (che certe piazze ambiscono con diritto) si piazza la carovana di quelle società che hanno conquistato con discreto anticipo una tranquilla salvezza, frutto di progettazione e lavoro duro. L’Atalanta della famiglia Parcassi, rimane una stella nell’oscuro cielo del calcio italiano, per l’attenzione che riversa nei confronti dei giovani talenti azzurri, e per i risultati che, comunque, riesce sempre a ottenere in Serie A. Bologna e Cagliari, mix di gioventù e talento hanno ben figurato, come è capitato spesso nelle ultime stagioni (al netto dei problemi con la giustizia del presidente sardo). Il Chievo è la pecora nera di questa seria, essendo un piccolo borgo di Verona, e ottenendo, ugualmente, risultati di primo piano nel panorama nazionale. Dalla prossima stagione, sarà affiancato da un’altra “Mini Cooper”: il Sassuolo che ha vinto con merito la Serie B. Sampdoria e Torino, due grandi decadute del calcio italiano, dopo alcuni tristi anni in cadetteria, hanno conquistato e confermato la Serie A, grande traguardo per le attuali società, in attesa di poter alzare l’asticella verso obiettivi più ambiziosi.
6: LAZIO, SIENA − Anche in questo caso, ottengono la sufficienza due club che hanno vissuto due stagioni complementari e con destini, purtroppo per i toscani, diversi. L’annata della Lazio è stata più che positiva fino a inverno inoltrato, dopo il quale, tuttavia, la benzina ha cominciato a scarseggiare nelle gambe degli uomini di Petkovic, che hanno pagato i lunghi cammini in Europa League (prima e unica italiana ad aver raggiunto i quarti di finale) e Coppa Italia, competizione che li vedrà impegnati nella finale contro la Roma, una gara che potrebbe salvare la stagione dei biancocelesti. Il Siena, prima di Cosmi, poi di Iachini, ha mostrato un ‘cuore’ e un orgoglio smisurati, lottando contro una penalizzazione troppo grande per essere sconfitta. Senza i 6 punti di handicap, quella dei bianconeri sarebbe stata una stagione diversa. L’augurio, è di rivederli al più presto sui campi della Serie A.
5,5: GENOA − La salvezza arrivata con una giornata di anticipo può già definirsi un “miracolo” per come si era messa la stagione a un certo punto. Tuttavia, sembra lecito pretendere di più da una tra le squadre più titolate della Serie A. Che lo spettro della Serie B si stato un monito per il presidente Preziosi…
5: INTER, ROMA − Quel che è successo ai nerazzurri da luglio a oggi è di difficile interpretazione, perché gli infortuni hanno rovinato irreparabilmente la cavalcata dell’Inter e perché, a pensarci bene, dopo il mercato estivo, ogni giornalista sportivo con una misera dose di oggettività avrebbe fatto fatica a collocare la squadra di Stramaccioni davanti a Lazio, Roma, Udinese, Fiorentina… Voi l’avreste fatto? Tuttavia, senz’altro, certe figuracce (come quella di ieri) non onorano la maglia e il tifo nerazzurri. Lo stesso si può dire della Roma, partita in estate da candidata al titolo (dopo il mercato fatto con i dollari americani), finita fuori dall’Europa, a meno che non sappia prenderla per le orecchie all’ultimo appello, quella finale di Coppa Italia, salvagente di tutta la stagione.
4: PALERMO − È con grande dispiacere che la Serie A saluta i rosanero. Tuttavia, per quanto costruito dai dirigenti (su tutti il numero 1 Maurizio Zamparini), e per quel che si è visto sul campo, la retrocessione appare meritata. L’augurio è che il fallimento sia da lezione per la società siciliana, e che la delusione e l’amarezza di trasformino in carica positiva per preparare il grande ritorno tra le grandi del calcio nostrano.
S.V. PESCARA − Vittima sacrificale della Serie A 2012/2013, ha retto finché ha potuto, prima di sciogliersi lentamente come neve al sole. Lo spirito mostrato da biancoazzurri merita comunque il riconoscimento del calcio italiano, a cui fa sempre piacere seguire le avventure (a volte malpensate) di società ambiziose come quella abruzzese. Rimane un solo quesito: perché allestire un squadra in Serie B con tanti prestiti (Konè, Immobile, Insigne) che poi non saranno il futuro della società ed espongono il club a certe “figuracce”? Uno dei tanti misteri irrisolti del calcio italiano…
Buone vacanze Serie A, arrivederci a settembre!
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