Ogni anno, i media ci riportano immagini di barconi pieni di persone che arrivano in cerca di migliori condizioni di vita dalle coste dall’altro lato del Mediterraneo, ma ormai sembra che solo per loro il nostro paese continui ad essere simbolo di speranza. A confermarlo è la banca anglo-cinese HSBC con la sua ricerca globale sulle prospettive di lavoro. Ebbene siamo (di nuovo) in fondo alle classifiche. L’Italia, al pari di Egitto, Spagna, Francia e Gran Bretagna non offre più alcuna attrattiva per chi cerca un’occupazione. Le cause vanno ricercate sia in una generale crisi del sistema Europa, dal quale va immancabilmente esclusa la Germania, sia nei classici mali del Bel Paese. Parliamo di tasse alte alle quali fanno fronte servizi scadenti, poca meritocrazia e nelle enormi difficoltà che deve affrontare una giovane coppia se vuole costruire una famiglia. Escono vittoriosi da questa competizione i paesi dell’Est che battono anche quella “land of opportunities” che è sempre stata il Nord America.
Gli unici che arrivano ancora nel nostro paese sembrano essere gli immigrati, profughi e non, dal Nord Africa o dalle zone di guerra. Giungono ammassati su delle carrette nel mare in cerca delle condizioni per cominciare una nuova vita o per dare sostentamento alle proprie famiglie rimaste a casa. Per quelli che vincono la forza dei flutti, è durante la permanenza nei centri di Identificazione ed Espulsione che si fanno strada i dubbi. Le cose non sono come se le aspettavano, l’Italia non ha nulla da offrirgli e così scappano verso i paesi del Nord.
Forse dovremmo interrogarci su questo punto: se nemmeno chi non ha nulla vuole provare a ricominciare da noi, come possono farlo tutti quei cittadini del mondo che cercano un luogo dove vivere, lavorare o fare ricerca? Non bisogna solo arginare il problema della fuga di cervelli ma tornare contestualmente ad essere un punto di riferimento per quelli degli altri paesi. Le soluzioni al problema sono un intreccio intricatissimo di economia, cultura e politica ma non si pensi di attrarre qualcuno senza puntare su merito e maggiori investimenti sul mondo dei giovani.
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