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#TheWorldPress - Voto in Cile: vittoria per gli ex leader del movimento studentesco

Eletti in parlamento 4 protagonisti delle manifestazioni studentesche del 2011. Per la presidenza è sfida tra Bachelet e Matthei

Di . Pubblicato in Mondo, News, Politica ed Economia

Pubblicato venerdì 22 novembre 2013

Domenica 17 novembre il Cile è andato a votare per eleggere il nuovo presidente e il nuovo parlamento. Questa è stata la prima tornata elettorale dopo l’abolizione delle sanzioni per chi decideva di astenersi e il primo dato che balza all’occhio è proprio quello dell’astensione, al 44%, in linea comunque con le altre votazioni dei paesi democratici. A vincere è stata Michelle Bachelet, 63 anni, candidata per la coalizione di centrosinistra Nueva Mayoria creata nell’aprile del 2013 al posto della Concertacion e già presidente cileno tra il 2006 e il 2009. La Bachelet non ha raggiunto però la maggioranza assoluta come tutti si aspettavano, fermandosi al 47%, e sarà necessario un secondo turno contro la candidata del centrodestra Evelyn Matthei, la vera vincitrice di questo primo turno. Matthei, 60 anni, ex ministra del lavoro nel precedente governo di Pinera, forte di un economia in crescita e bassi tassi di disoccupazione, ha ottenuto il 25% di voti, molti visto le previsioni della vigilia, costringendo al ballottaggio Michelle Bachelet.

Questo risultato della Matthei può essere considerato una vittoria per il centrodestra perché ha tolto alla candidata del centrosinistra i voti, e dunque i seggi, necessari per attuare quelle radicali riforme con cui si è presentata agli elettori: la modifica della costituzione dell’epoca di Pinochet, la riforma fiscale e soprattutto la riforma dell’istruzione. La Bachelet vincerà sicuramente il secondo turno ma otterrà in parlamento il 51% dei seggi al Senato e il 48% alla Camera bassa, numeri di molto inferiori a quelli necessari per le riforme: 57 % per la riforma dell’istruzione, il 60% per la riforma elettorale e quasi il 67% per le modifiche costituzionali. Tutte soglie volute e inserite in costituzione dall’allora dittatore Pinochet proprio per frustare il cambiamento.

Karol Cariola e Camila Vallejo

La tornata elettorale cilena non ha visto solo la sfida tra due generazioni del passato, entrambe le candidate sono legate alla dittatura di Pinochet seppur su fronti opposti, ma anche tra le generazioni del futuro. Dopo le manifestazioni studentesche del 2011, che avevano quasi paralizzato il governo di Pinera per protestare contro la classe politica e il costo troppo alto dell’istruzione, i leader di quel movimento si sono candidati alle elezioni, nonostante due anni fa avessero espresso la propria contrarietà ad una loro candidatura. Ma, come essi stessi ripetono in tutte le interviste, il cambiamento lo si può ottenere solo stando dentro alle stanze del potere. Quasi tutti i protagonisti di quelle manifestazioni sono riusciti ad ottenere un seggio in parlamento. Camila Vallejo è la più famosa di questi leader studenteschi, sia per le sue doti di comunicazione sia per la sua bellezza che l’ha portata sulle prime pagine di tutto il mondo nel 2011, 25 anni, eletta tra le file Partido comunista con ben il 43, 6% di voti nel distretto di La Forida dove si è candidata. Ha fatto però discutere la decisione della Vallejo di sostenere in campagna elettorale la candidatura di Michelle Bachelet, dato che in passato la giovane comunista aveva criticato duramente il governo di centrosinistra in carica dal 2006 al 2009, guidato proprio dalla Bachelet. Una scelta che dimostra tutto il pragmatismo politico della Vallejo convinta che per fare dei passi avanti sulle questioni all’ordine del giorno in Cile serva una buona collaborazione tra le forze politiche. Appartiene alla Juventudes Comunistas anche Karol Cariola, un’altra giovane eletta che fu protagonista delle manifestazione del 2011.

Altri leader di quel movimento studentesco hanno invece preferito correre su posizioni indipendenti, dimostrando forse maggiore coerenza di Camila Vallejo, e ottenendo ugualmente il seggio in parlamento. E’ il caso di Giorgio Jackson, ex presidente della Federazione studentesca dell’università cattolica del Cile (Feuc), candidato con il partito Revolucion Democratica, da lui stesso fondato, che è stato eletto con il 48, 17% dei voti nel distretto Santiago Centro. Anche l’ex presidente della Federazione studentesca dell’università del Cile (Fech), Gabriel Boric, indipendente appoggiato dal movimento Izquierda autonoma, è stato eletto in parlamento. Dello stesso movimento fa parte Francisco Fiqueroa, ex vicepresidente della Federazione studentesca dell’università del Cile, che però non è riuscito a farsi eleggere.

Melissa Sepulveda, leader Associazione studentesca degli universitari cileni

Ora che tutte queste giovani promesse della politica cilena sono riuscite a entrare in parlamento devono dimostrare di essere veramente quel vento di cambiamento di cui il Cile ha bisogno, impegnandosi in una riforma costituzionale che dia discontinuità al paese rispetto alla dittatura di Pinochet e riformando il sistema dell’istruzione. Da fuori verranno controllati da un’altra giovane politica e attivista, Melissa Sepulveda, 23 anni, anarchica e presidente dell’Associazione studentesca degli universitari cileni, che vuole una radicale rivoluzione del modello economico liberista introdotto da Pinochet e considera la riforma della scuola e dell’università fondamentale per cambiare il Cile altrimenti, promette, ci saranno nuove proteste. I giovani parlamentari sono avvertiti.

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