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#EuroPress - Ricerca, innovazione, ambiente: l’Unione Europea riparte da qui

Horizon 2020 e una risoluzione approvata dal Parlamento Europeo dimostrano come l'Europa punti a questi settori per rilanciarsi

Di . Pubblicato in Mondo, News, Politica ed Economia

Pubblicato venerdì 17 gennaio 2014

L’Unione Europea ha cominciato questo 2014 puntando su tre sfide decisive per lo sviluppo economico e la sostenibilità del futuro: ricerca, innovazione e ambiente.

Lo scorso venerdì ad Atene, Maire Geoghegan-Quinn, Commissario Europea per la ricerca, l’innovazione e la scienza, ha presentato ad Atene Horizon 2020 un programma settenale di fondi dell’Unione Europea a sostegno della ricerca e dell’innovazione che si occuperà dell’intera filiera: dal laboratorio, passando per le imprese, fino ad arrivare al mercato. Il nuovo programma attivo dal 1° gennaio 2014 al 31 dicembre 2020 fornirà a ricercatori e innovatori gli strumenti necessari a realizzare le proprie idee e i propri progetti. Le aree di interesse sono tre: sicurezza alimentare ed energetica, sanità e sicurezza pubblica, trasporti. Per garantire omogeneità d’azione e migliori risultati è prevista l’interdisciplinarietà tenendo in considerazione anche i settori delle scienze economiche e umanistiche per avere un occhio di riguardo all’aspetto sociale dei progetti. Il totale di fondi a disposizione di Horizon 2020 ammonta a 80miliardi di euro, con un incremento del 30% rispetto al programma precedente, il 7th Framework Programme for Research. Quello della ricerca e dell’innovazione è l’unico settore che ha visto un aumento di fondi da parte dell’Unione Europea, segno che Bruxelles punta molto su questo programma e su una nuova idea di sviluppo. Nello specifico, due saranno i criteri guida di Horizon 2020: semplificazioni grazie alla previsione di regole d’accesso ai fondi uguali per tutte le aree del programma, non più differenziate come nei precedenti programmi, saranno inoltre ridotti gli obblighi che richiedono supporti cartacei e sono previste fasi di audit. LA seconda parola guida è coerenza: Horizon 2020abbraccerà in un’unica matrice tutti i programmi europei di aiuto alla ricerca per non disperdere in tanti, troppi, rivoli i sostegni a questo settore creando una maggiore sinergia dei progetti a livello europeo.

Vladko Panayotov del gruppo ALDE

Il secondo provvedimento di questo inizio anno riguarda l’ambiente. Il Parlamento Europea nei giorni scorsi ha approvato una risoluzione con la quale si vuole mettere al bando entro il 2020 i sacchetti di plastica che si disperdono nell’ambiente con effetti dannosi, se pensiamo che solo il 25% di questi sacchetti è riciclabile. Il Parlamento vuole che l’Europa fissi degli obiettivi di riciclaggio dei rifiuti di plastica fino all’80%, un problema diventato attuale a causa della scarsa applicazione della normativa UE sui rifiuti e per la mancanza di leggi comunitaria in materia di rifiuti di plastica. La risoluzione invita la Commissione a presentare entro il 2014 proposte per eliminare progressivamente la smaltimento in discarica dei rifiuti riciclabili e recuperabili, senza incentivare l’incenerimento dei rifiuti. Si chiedi inoltre di investire in ricerca e sviluppo per realizzare plastiche di nuova generazione, meno inquinanti, biodegradabili e compostabili. Il risparmio calcolato per l’UE ammonta a 72miliardi di euro l’anno, mentre per il settore della gestione e del riciclaggio dei rifiuti il fatturato aumenterebbe di 42miliardi di euro con la creazione di 400mila nuovi posti di lavoro. Non male in un periodo in cui la disoccupazione non sembra diminuire. Il relatore del provvedimento, l’italiano Vittorio Prodi del gruppo S&D ha espresso soddisfazione affermando che “il Parlamento ha indicato la strada da seguire per affrontare l’impatto negativo dei rifiuti di plastica”. Dello stesso parere il relatore ombra del gruppo ALDE, Vladko Panayotov che si è detto fiducioso che questo provvedimento spingerà l’Europa “ad innovare in tutti i livelli in tutti gli Stati membri”.

L’Europa non dispone di un’economia di grande scala, come Usa e Cina, deve quindi impegnare le sue risorse nel settore della ricerca, dell’innovazione e dell’ambiente se vuole rilanciarsi. Potrebbe da un lato creare sviluppo e nuovi posti di lavoro necessari per superare l’attuale crisi economica, dall’altro diventare la guida mondiale per delle sfide, come la sostenibilità ambientale o le nuove tecnologie, che saranno sempre più decisive e importanti, non solo per il nostro continente.

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