Benvenuti ad un nuovo appuntamento con #Australia101! Apparentemente il caldo della settimana scorsa era solo di passaggio, motivo per cui siamo ancora tutti vivi e vegeti qua a Melbs. La calura estiva è durata lo spazio di pochi giorni, per cedere il passo alla solita incertezza meteorologica tipica di questa zona. Nonostante il clima primaverile incerto, insieme ai miei coinquilini, abbiamo deciso di fare una gita a sud della città, nella spiaggia di Torquay, rinomata località surfistica del circondario. Pianificata la spedizione nel dettaglio durante il finesettimana, abbiamo deciso di affidarci ai mezzi pubblici per coprire la distanza di 94km che ci separa dalle onde oceaniche. Dalla stazione di Southern Cross abbiamo preso un treno per Geelong (fermata intermedia), dove siamo saltati su un autobus che ci ha mollati sulla via principale della cittadina di Torquay (ogni fermata è preannunciata dall’autista, è impossibile perdersi). Il tutto ad un prezzo da studenti (21$ andata e ritorno).
Una volta arrivati abbiamo girato per i vari negozi per confrontare i prezzi di tavole e mute a noleggio, constatando che ognuno fa un po’ il prezzo che gli pare. Sulla via principale ci sono tutti i negozi di surf più in, ma scendendo verso la spiaggia scendono anche i prezzi e con 30-40$ si ha a propria disposizione una tavola e una muta per metà giornata. A questo punto bisogna solo buttarsi tra le onde.
O meglio… arrivare alla spiaggia giusta dopo aver camminato per una mezz’ora, prepararsi psicologicamente al contatto con l’acqua ghiacciata e, finalmente, buttarsi tra le onde.
Al momento di entrare in acqua c’è stato un attimo di calma e sono riuscito a oltrepassare facilmente la zona in cui le onde mi spingevano verso la riva, così mi sono trovato fianco a fianco con persone che sapevano davvero cosa stavano facendo. Infiltrazione completata. A quel punto, però, è arrivata una nuova serie di onde e la mia copertura è saltata miseramente, rivelandomi ai surfisti là intorno per quello che sono veramente: un principiante.
A tirarmi su il morale c’erano Anna e Ferdinando, che nel frattempo combattevano per superare la zona più
ardua e si investivano a vicenda. Anna ha elaborato una teoria cospirazionista secondo la quale le tavole da surf la odiano e le vanno addosso ogni volta che emerge dall’acqua. Noi l’abbiamo chiamato il Metodo Baldissera.
A seguito di avvenimenti poco chiari la schedina di memoria della mia amata fotocamera è andata perduta, e con lei tutta la documentazione della nostra gita, ma per fortuna posso mostrarvi alcune foto del posto fatte dal cellulare di Anna. (In realtà Anna ha fatto sparire la mia schedina per dare visibilità alle sue doti da fotografa).
La giornata è stata decisamente pesante e, oltre alla stanchezza già prevista nel programma della gita, qualcuno è tornato a casa con la faccia bruciata e gonfia (indovinate chi!) a causa dei simpatici raggi del sole australiano. Nonostante venga sottovalutato, il sole in Australia è molto più pericoloso che in Italia, e il Cancer Council australiano sostiene che ci siano circa 2mila morti all’anno per ragioni legate alle radiazioni solari e alla scarsa prevenzione. Provandolo sulla propria pelle non ce lo si dimentica più molto facilmente!
Il giorno dopo i miei coinquilini hanno deciso di rimanere a casa, lontano dai raggi solari, mentre io ho preso parte a una sessione di longline in un parco ad est di Melbourne, dove ho finalmente potuto provare delle slackline di 60 metri! Tra i vari argomenti di conversazione è emersa una gita, fra un paio di settimane, con in programma il montaggio di una highline (una slackline montata a molti metri dal terreno). Speriamo di riuscire a partecipare all’evento! Alla prossima puntata di #Australia101! See ya mates!
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