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#SulPezzo - Perché si protesta in Brasile?

A pochi giorni dall'inizio dei Mondiali di calcio ricominciano gli scontri contro le spese del governo

Di . Pubblicato in Mondo, News, Politica ed Economia, Sport

Pubblicato martedì 10 giugno 2014

Giovedì 12 giugno alle ore 22 italiane presso lo stadio Corinthians di Sao Paulo, Brasile e Croazia si sfideranno nella partita che inaugurerà il Mondiale di Calcio 2014. Le attese sono diverse, ma molte di queste non sono rivolte al gioco che più rappresenta il popolo brasiliano, bensì a ciò che accadrà fuori dagli stadi. Una buona parte di popolazione non digerisce infatti le grandi spese che il proprio governo ha effettuato per organizzare tre dei maggiori eventi sportivi internazionali tra il 2013 e il 2016: la Confederation Cup, il Mondiale di Calcio e le Olimpiadi.

Lo scenario economico. Il Brasile fino a pochi anni fa era considerata una delle economie più promettenti del Sud America: fino al 2010 il Pil era cresciuto non meno del 7,9% e le disponibilità energetiche del paese sembravano poter essere la base per nuovi e ulteriori sviluppi. Tuttavia gli effetti della crisi globale ne hanno frenato il ritmo e la crescita che aveva negli ultimi dieci-quindici anni dato vitalità alla classe media brasiliana ha rallentato notevolmente: nel 2011 era stata del 2,7%, nel 2012 dello 0,9%.

Alcuni manifestanti protestano contro le spese del governo per l’organizzazione dei Mondiali di calcio 2014 (ilCambiamento.it)

Una delusione nazionale. Per comprendere i motivi delle proteste bisogna quindi partire dal presupposto che le grandi speranze del popolo brasiliano di diventare una nazione forte agli occhi del mondo sono state deluse negli ultimi anni. La grande crescita aveva infatti dato la possibilità di finanziare numerosi progetti di costruzione, alcuni dei quali troppo costosi e che ora giacciono abbandonati, proprio come scrive il New York Times. Questi fallimenti sono ancor oggi più evidenti poiché avrebbero potuto essere utilizzati in maniera diversa, ad esempio per migliorare i trasporti pubblici, gli ospedali e l’istruzione.

Solo il 34% dei brasiliani sostiene infatti che i mondiali porteranno beneficio all’economia, mentre il 39% è convinto che non porterà a nulla. I dipendenti della metropolitana di Sao Paulo stanno ad esempio protestando da quattro giorni e potrebbero provocare dei disordini durante la manifestazione sportiva.

La situazione sociale. L’anno scorso avevo contattato un mio amico che vive proprio nella città dove inizierà la Coppa del mondo. Mi aveva riassunto il tutto in quattro punti: “I trasporti pubblici sono grandi come la Luas di Dublino, ma il problema è che siamo due milioni di persone; negli ospedali non c’è più posto per nuovi pazienti, gli insegnanti sono sottopagati e i trafficanti di droga diventano ogni giorno più ricchi”.

I malumori dei brasiliani potrebbero infine ricadere sulle elezioni governative del prossimo ottobre. Secondo alcuni analisti questo potrebbe significare la fine dell’esperienza di Dilma Rousseff, la quale dovrebbe sperare in una vittoria della Seleçao per sbollire gli animi dei suoi connazionali.

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