Il Mondiale 2014 è iniziato da soli 90 minuti ma è già bufera. Se si poteva immaginare di associare tale affermazione all’instabile situazione interna del Brasile, o alle polemiche legate all’organizzazione e agli impianti del più grande paese dell’America meridionale, ci ha pensato il signor Nishimura a invertire i pronostici, richiamando l’attenzione della critica sulla classe arbitrale. Nel match d’apertura, i padroni di casa hanno superato 3-1 in rimonta un’organizzatissima Croazia, beneficiando di un calcio rigore che grida allo scandalo.
Difficile parlare di calcio in una tale situazione. La prima spontanea riflessione di un amante dello sport quale io sono, legato ai principi della sana ed equa competizione, è che nel 2014 è inaccettabile che una gara di questa importanza possa essere decisa in questo modo. Eppure, tralasciando quel “disgraziato” episodio, la partita ha offerto spunti interessanti ed è stata piacevole per lunghi tratti. Le due formazioni hanno mostrato due filosofie agli antipodi, con il favoritissimo Brasile impegnato a fare (confusamente) la partita, e l’umile formica Croazia intenta a serrare i ranghi e sferrare colpi micidiali non appena i carioca offrivano il fianco. È così che l’inizio match si è trasformato, pre i brasiliani, dal sogno di giocare una Coppa del Mondo in casa, all’incubo di dover giocare una Coppa del Mondo in casa. Non è una ripetizione, è che il confine tra l’una e l’altra è davvero sottile. Così il vantaggio degli ospiti, autogol di Marcelo dopo un’ottima ripartenza impreziosita dal cross radente di Olic, ha convertito lo stadio in una “catacomba” a cielo aperto, iniettando negli occhi dei brasiliani il freddo spettro del fallimento. La nazionale allenata da Scolari ci ha messo un po’ per scrollarsi di dosso le paure, ha cominciato lentamente a farsi vedere nell’area croata, fino a trovare il pareggio grazie a un sinistro da fuori dall’attesissimo Neymar, in collaborazione con le scarse reattività e spinta di Pletikosa (partita da incubo per il numero uno biancorosso).
Nella ripresa, stesso copione della prima frazione, ma il grande equilibrio in campo è stato spezzato dall’imponderabile decisione di Nishimura, che al 71′, ha visto “qualcosa” atterrare Fred in piena area di rigore. Il prologo è la conclusione dagli undici metri di Neymar, e l’imperfetta respinta di Pletikosa, sì ancora lui, con palla in rete e vantaggio brasiliano. La Croazia passa al piano B, e va all’attacco, si rende pericolosa, ma viene infine inevitabilmente punita dalla qualità verdeoro: Oscar, in contropiede, indirizza di punta verso la porta e Pletikosa (nessuno si aspettava ormai il contrario) non ci arriva.
Si scatena così la polemica sul web, dove i malpensanti azzardano già le prime tesi complottiste. Si è trattato, probabilmente, di un semplice errore umano, che dà al Brasile già mezzo biglietto per gli ottavi di finale, e mette la Croazia nelle condizioni di dover vincere la prossima partita. Resta, da un lato, lo spettacolo di un’atmosfera eccezionale e di una partita di altissimo livello, e dall’altro la solita lapidaria conclusione: difficile accettare che, nel 2014, questa partita possa essere decisa così.
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