Un gol di Pazzini all’84′ regala agli azzurri la qualificazione matematica

Mai successo prima, un cammino quasi perfetto. Dopo sette vittorie in otto partite, con la bellezza di 22 punti, l’Italia si qualifica ai prossimi campionati europei di calcio che si svolgeranno in Polonia e Ucraina l’anno prossimo.
L’avversario di questa sera, la Slovenia, ha dato sicuramente più problemi ad un’Italia che per nove undicesimi era la stessa che ha battuto le Far Oer: Prandelli ha cambiato infatti solo i terzini, inserendo Balzaretti e Cassani al post di Criscito e Maggio. In attacco, confermata la coppia Cassano-Rossi. Proprio quest’ultimo si rende pericoloso dopo pochi minuti. L’avvio dell’Italia è deciso, ma la Slovenia resiste bene e cerca di ripartire in contropiede. Ma dopo il bell’inizio, la manovra azzurra inizia a sciogliersi sul più bello negli ultimi venti metri. Cassano si muove troppo lontano dalla porta e spesso non riesce l’ultimo scambio con Rossi prima di concludere. Così, gli azzurri diventano via via meno pericolosi.
Prandelli si rende conto della situazione a metà della ripresa, quando decide di stravolgere l’attacco, inserendo prima Pazzini per Cassano e poi Balotelli per Montolivo, anche lui vicino al gol di testa nel primo tempo. E proprio Pazzini, su lancio di Marchisio al 39′ s.t., sfrutta un rimpallo favorevole e batte di sinistro l’estremo difensore sloveno Handanovic (Jasmin, cugino del portiere dell’Udinese Samir). Terzo gol azzurro per Pazzini, gol numero 700 segnato in terra italiana nella storia della nazionale, qualificazione in cassaforte. Il pass era già pronto, bisognava solo prenderlo al volo.
Adesso, si può tranquillamente aspettare giugno.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

Battuto 1-0 il FeralpiSalò, ma c’è tanto da lavorare

Che la squadra fosse ancora in fase di rodaggio lo si sapeva già, del resto il cospicuo numero di nuovi innesti inseriti nella formazione titolare da Discepoli parlava da sé. Ma l’avversario era quel che era e allora, come pronosticato, è arrivata una vittoria facile facile, maturata dopo solo 4 minuti con la rete di Godeas, bravo a ribattere prontamente in rete un pallone uscito da una carambola in area in seguito ad una punizione di Allegretti, prontamente impossessatosi della fascia di capitano proprio ai danni di bomber Godeas. Dopo la partenza a razzo, il ritmo cala lentamente. Il FeralpiSalò non riesce a rendersi pericoloso e agli alabardati basta un buon possesso palla per portare a casa la vittoria, gestendo senza patemi fino alla fine. Viotti è impegnato infatti solo in un paio d’occasioni, mentre la Triestina sfiora il raddoppio con Allegretti su punizione nella ripresa.
La sfida si chiude fra gli applausi dei quasi seimila del Rocco a squadra e presidenza, con Aletti e la presidente De Angelis presenti allo stadio.
Un ottimo inizio insomma. Next stop, Lanciano.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

Alle 15 esordio al Nereo Rocco, in cinquemila sulle tribune

La festa è nell’attesa. Macchè, qua il bello deve ancora venire, altro che attesa. “Pulito” il Rocco, fatta la squadra, rivoluzionata la società, ora si aspetta il verdetto più importante, quello del campo. A tal proposito, gli stracciatissimi prezzi lanciati dalla società sono serviti, e molto, a riportare l’entusiasmo in città. Non ci saranno le 10000 persone auspicate dalla neo-presidente De Angelis, ma i quasi 5000 tagliandi distribuiti fino a venti minuti fa, fanno pensare ad uno scenario niente male per la Lega Pro. E Speriamo che gli avversari si lascino intimorire dal tifo della Furlan, altro che teloni. Anche l’avversario di quest’esordio, il neopromosso FeralpiSalò, potrebbe tranquillamente prestarsi al ruolo di vittima sacrificale per una festa d’inizio campionato. Speriamo bene. Intanto mister Discepoli sembre orientato verso il suo 4-3-3, in cui dovrebbero esser presenti ben 5 nuovi acquisti. Questo il probabile undici alabardato:
Viotti, Gissi, Izzo, Thomassen, Tombesi, Rossetti, Allegretti, Princivalli, De Vena, Godeas, Motta.
Certo, sarà difficile ammirare meccanismi ben oleati e assimilati alla perfezione, dato che una settimana fa praticamente mezza squadra non esisteva. Inoltre il serio vantaggio degli ospiti sta proprio nel fatto che si tratta di una squadra poco rimaneggiata che ha svolto unita la preparazione fin dall’inizio.
Speriamo che la voglia di far bene dei neo-alabardati e la carica dei cinquemila abbiano la meglio. Al Rocco l’ardua sentenza.
Buon campionato, Triestina.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

Si è tenuta ieri sera, a Monfalcone, la partita Falconstar - Acegas con vittoria dei triestini 72 a 70 sui padroni di casa. Una bella partita considerando le condizioni climatiche non ancora ottimali, con un’alta umidità che ha fatto soffrire i giocatori per tutta la partita e con la squadra di casa che si prepara da solo due setimane. Ma noniostante tutto una bella partita, piacevole da vedere, con io triestini che hanno sempre condotto e decisa sopratutto da Zaccariello e Carra.

Trieste conduce sin dall’inizio con Gardini e Ferraro anche se Padovan chiude la difesa agli avversari. Trieste è comunque molto agile e giocando bene sia in difesa che in attaccato e parte con un più tredici (25-12). Nelle file avversarie è il solito Palombita a recuperare lo svantaggio. Nel secondo quarto è invece la Falconstar a condurre e a recuperare contro un Acegas che al posto di Carra inserisce Ruzzier che non riesce a produrre gioco. Il terzo quarto vede protagoniste entrambe le formazioni che si contendono la testa della partita ma nella parte finale, è Trieste a tirar fuori il carattere e a chiudere con decisione una partita molto giocata e piacevole da vedere per i tifosi sugli spalti.

Molto soddisfatto anche il coach Dalmasson, che si ritiene contento di questo test che anticipa l’inizio della stagione.

Il terzo posto del Memorial è andato al Corno di Rosazzo che ha battuto l’Apu Udine per 101 a 86.

Perla Del Sole

 
 
 
 
 

Con le Far Oer gli azzurri segnano poi calano, ma finisce 1-0

Non è stata affatto una passeggiata, tanto che a detta di molti, la cosa più buona sono solo i tre punti. Sarà che le temperature favorivano i padroni di casa, sarà che il maledetto sciopero non ha messo minuti nelle gambe dei giocatori, fatto sta che a Torshavn (capitale dell’arcipelago) si è vista una buona Italia solo nei primi venti minuti. Parte a razzo la nostra nazionale, che schiera quasi in blocco gli stessi undici che hanno battuto la Spagna in amichevole a Bari. Rossi e Cassano davanti duettano fin da subito e le occasioni infatti non mancano, tanto che il gol arriva dopo soli dieci minuti: è Pirlo ad innescare il barese con un lancio dei suoi, Cassano controlla, salta il portiere vincendo un rimpallo e mette dentro. Inutili le proteste per una presunta posizione irregolare che in realtà si rivela molto difficile da constatare: il barese scatta infatti sul filo del fuorigioco. Ma l’arbitro non ha dubbi e convalida. Seguono altri dieci minuti di possesso palla, in cui il la superiorità del nostro centrocampo è tale che tutto lascia pensare ad una goleada. Invece i padroni di casa resistono con ben dieci uomini dietro la linea della palla e vengono fuori piano piano, inizialmente sfruttando il contropiede, poi tentando addirittura di costruire palla a terra. Il pericolo massimo per Buffon arriva al 23′ col palo colpito da Olsen su una conclusione dalla distanza. L’Italia non riesce più a sfondare e non si registrano occasioni degne di nota fino all’intervallo. Nella ripresa il tema della gara resta lo stesso: i padroni di casa, compatti più che mai, provano a spingere in contropiede, l’Italia gestisce un possesso palla fine a sé stesso. Nemmeno l’ingresso di Pazzini per Rossi riesce a dar profondità alla manovra azzurra. La pioggia ci mette del suo e i meccanismi degli azzurri sembrano impantanati più che mai, al punto che gli avversari tornano a farsi pericolosi e colpiscono un altro palo, stavolta con Holst che si mangia un gol praticamente già fatto. Sarebbe stato curioso vedere quale sarebbe stata la reazione degli azzurri ad un eventuale pareggio. Ma la fortuna li ha assistiti fino al 90′, dentro e fuori dal campo, perchè anche gli altri risultati hanno favorito gli uomini di Prandelli. Infatti, complice la clamorosa sconfitta casalinga della Slovenia (prossimo avversario martedì a Firenze nonchè attuale seconda nel girone) con L’Estonia, l’Italia potrebbe già festeggiare martedì la matematica qualificazione agli Europei.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

Andrea Bargagni, devastante contro la Lettonia torna a far sorridere gli azzurri che vincono 66 a 56 e sperano in una qualificazione in estremis. Sembra cancellata la sconfitta di ieri contro la Germania, una partita spenta in cui i ragazzi di mister Pianigiani non hanno saputo attaccare ed essere incisivi nei momenti fondamentali. Ma oggi è tutta un’altra storia.

La Lettonia parte meglio dei nostri con un vantaggio di 21-18 ma gli azzurri lavorano bene facendo commettere diversi falli agli avversari che si trasformano in dieci lunette per i nostri che hanno una carta in più, Bargagni, il 25enne che solo nel primo quarto mette a segno 14 punti su 18.

Alla conclusione del secondo quarto è dinuovo la Lettonia ad essere in vantaggio 33-31, ma con il solito Bargagni che non molla, 18 punti e tre rimbalzi prima di andare negli spogliatoi. L’Italia però, non riesce a tirare fuori altri assi dalla manica e i lettoni a metà quarto provano la fuga sul 28 a 22, con gli altri due Nba Bellinelli e Gallinari spenti.

Al ritorno dalla pausa negli spogliatoi c’è il risveglio di Bellinelli che insieme all’unico Bargagni, portano l’Italia in vantaggio, 55 a 53. Ben 27 punti per il “Mago” della giornata che fanno si che l’Italia riparta caricatissima nell’ulitmo e decisivo quarto, tripla di Mordente in apertura e chiusura di Bargagni che segnano una vittoria importante per i nsotri.

Italia che è costretta a continuare a vincere, domenica alle ore 16.45 con la Francia e lunedì alle 14.15 con Israele, antrambe in diretta su Raisport 1.

Perla Del Sole

 
 
 
 
 

Si mette male l’Europeo dell’Italia del basket che questa sera ha perso 76-62 con la Germania, compremettendo la strada per la qualificazione. L’Italia dovrebbe infatti riuscire a vincere le prossime tre partite con Lettoni, Francia ed Israele per arrivare alla seconda fase di Vilnius, dove accedono le prime tre del girone.
Ci prova per tutta la partita l’Italia ma non c’è nulla da fare contro i lunghi tedeschi, e nonostante un quintetto composto da Hackett, Belinelli, Carraretto, Gallinari e Cusin, la Germania risponde con Hamann, Schaffartzik, Benzing, Nowitzki e Kaman.
Non cercano scuse gli azzurri, sanno quello che avrebbero dovuto fare e quello che dovrebbero fare nei prossimi turni per poter acciuffare una qualificazione al limite del possibile.
“Abbiamo perso un pò la testa. Nell’ultimo quarto abbiamo cercato di non fare errori. - commenta a fine partita Gallinari - Non è andato benissimo l’ttacco ma meglio di ieri, abbiamo cercato di mettere aggressività. Ora è dura ma abbiamo preparato bene l’Europeo e ora daremo tutto per tutto. L’importante è uscire con la testa alta”.

Negativo anche Mancinelli nel finale di partita: “Domani cercheremo di fare una gran partita, oggi non abbiamo fatto una partita di squadra, è quello che è mancato”.
Perla Del Sole
(foto Ansa)

 
 
 
 
 

Chiusosi da meno di un’ora il calciomercato, ecco le manovre in casa alabardata

La calma piatta regnava fino a cinque giorni fa, poi ci hanno pensato Sergio Aletti e Cristina De Angelis a dare una scossa a tutto l’ambiente triestino.
Naturalmente il mercato, con lo sfoltimento e il successivo rinnovamento della rosa, non poteva rimanere esente da questo discorso.
Quando gli ultimi giorni bui della presidenza Fantinel facevano registrare le cessioni illustri ma necessarie di titolari come Marchi e Taddei, era facile pensare la peggio. Invece la lunga estate triestina ha portato a questa tanto attesa svolta in ambito societario, rendendo intensissimi questi ultimi giorni per il mercato alabardato. Il nuovo direttore sportivo Antonio Recchi ha praticamente plasmato la nuova Triestina in poche ore. Oltre agli acquisti annunciati ieri, quelli del difensore centrale danese Thomassen, del laterale sinistro Tombesi, dei centrocampisti Silvestri e Rossetti, e del trequartista Stefano D’Agostino, altri colpi sono stati messi a segno nella giornata di oggi.
Primo fra tutti, il ritorno a Trieste del “capitano” Allegretti, ceduto a titolo definitivo dal Grosseto, squadra in cui militava dopo la parentesi in a col Bari.
L’altro big è l’ex Novara Simone Motta, attaccante classe ‘77 protagonista della promozione in serie A del club guidato da Tesser. Altro attaccante in arrivo è Davis Curiale, 24 anni, proveniente dal Palermo, che firmerà un biennale. Per il suo acquisto è stata battuta nelle ultime ore l’agguerrita concorrenza dell’Avellino. Da segnalare anche lo scambio col Lecco che ha ottenuto il ritorno del portiere Riccardo Durandi, 21 anni, a titolo definitivo, dando in cambio alla società alabardata Fabio Gadignani 22 anni, anche lui portiere di ruolo. Quest’ultima operazione si è resa necessaria in seguito all’ufficializzazione del passaggio a titolo definitivo di Viotti (quest’ultimo divenuto primo portiere dopo la precedente cessione di Colombo al Napoli) al Chievo Verona. Oltre a questa cessione, il mercato in uscita registra anche altri addii importanti: quelli dei giovani talenti Bariti e Lionetti. Il primo è stato ceduto a titolo definitivo al Napoli che a sua volta lo ha girato in prestito al Vicenza,mentre il “cinghialotto” Lionetti va in seconda divisione in prestito al Melfi. Non meno importati le cessioni del difensore centrale Rocco D’Aiello, ceduto a titolo temporaneo all’AlbinoLeffe e del giovanissimo difensore ghanese Nii Nortey Ashong, 17 anni, passato alla Fiorentina con la formula del prestito con diritto di riscatto a titolo definitivo a favore del club toscano.
I nuovi acquisti si aggregheranno al gruppo, che da ieri è già al lavoro in quel di Opicina.
Intanto un’importantissima, ottima notizia per tutti i tifosi: per invitare i triestini a riempire le gradinate del Rocco, la presidenza ha varato prezzi a dir poco popolari: 1 euro per la Curva Furlan, 2 per la tribuna Colaussi, con tanti saluti a quei tristissimi “avatar”, come li ha definiti la neo-presidente De Angelis, 5 euro per la tribuna Pasimati. Stracciati anche i prezzi per gli abbonamenti: 80 euro per la Curva Furlan, 105 per la tribuna Colaussi e 240 per la tribuna Pasimati. Previsti anche pacchetti famiglia per la tribuna Colaussi.
L’obiettivo dichiarato dalla De Angelis è quello delle 10000 presenze sugli spalti.
I presupposti per un’ottimo avvio ci sono tutti, il Rocco attende silenzioso.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

A Siauliai (Lituania), la Serbia vince 80 a 68

Lo schiaffo tanto atteso per l’esordio europeo degli azzurri non è arrivato. Anzi, i ragazzi di Pianigiani, sono stati in grado di stare avanti ai campioni uscenti della Serbia. Segnali positivi, che ammorbidiscono una sconfitta che potrebbe sembrare netta.

Il cinque iniziale italiano vede Bellinelli, Gallinari, Cusin, Hackett e Mancinelli. E proprio quest’ultimo ha aperto le marcature per l’ottima Italia, che grazie ad una difesa perfetta annulla le prime tre azioni offensive serbe, si porta sul 4 a 0. Ma gli azzurri poi sbagliano troppo, rischiando di perdere l’occasione di guadagnare più possibile su questa Serbia non ancora in partita. Grazie ad un Gallinari in palla gli azzurri allungano sugli avversari, mentre la perfetta partita di Hackett deve arrestarsi momentaneamente quando nella costante pressione sul play avversario, Teodosic, commette il secondo fallo e viene prontamente sostituito dal tecnico Pianigiani. Al 5′ fa l’esordio in partita Bargnani al posto di Fusin. L’allenatore Avversario Ivkovic è costretto a chiamare un time-out per correre ai ripari, ma alla fine del primo tempo, l’italia può vantare un vantaggio di 8 punti.

I serbi cominciano il secondo quarto con una forte pressione sin dalle riprese di gioco dal fondo. L’ingresso di Markovic e Macvan sta portando punti alla loro nazionale: Serbia a -2 a metà del quarto e bonus perso. La situazione porta all’inevitabile ritorno in campo Mancinelli e Hackett. L’rgoglio del capitano Mordente lo porta a sbloccarsi con una tripla dall’angolo, che riporta in vantaggio l’italia, che per la prima volta era finita sotto nel punteggio. I serbi hanno saputo invertire le sorti della partita: l’italia è calata agevolando fin troppo gli avversari che sono saliti in cattedra e hanno concluso il secondo quarto con un punteggio di 35-29.

Il terzo periodo ricomincia purtroppo con lo stesso copione con cui si era concluso il secondo: la Serbia raggiunge un vantaggio di +12 punti. E Pianigiani è costretto a chiamare il timeout dopo 1 solo minuto dalla ripresa. Una timida reazione italiana, guidata dal solito Gallinari, porta i serbi a commettere 5 falli nel giro di 2 minuti, ma la Serbia continua a fare quello che vuole in fase offensiva e dopo 4 minuti si trova a +17. I tiri liberi potrebbero dare una boccata d’ossigeno ai nostri connazionali e l’iniezione di fiducia ci porta a recuperare in quattro azioni ben 8 punti. Anche Bellinelli e Bargnani finalmente si fanno vedere, facendo accumulare molti falli agli avversari, che potrebbero condizionarli nell’ultimo quarti. Infatti Ivcovic è costretto a mettere dentro le secondo linee che in un attimo subiscono un parziale di 6 a 0 e l’Italia si presenterà a -4 all’inizio dell’ultimo quarto.

Inizia male l’ultimo quarto con un fallo antisportivo fischiato contro gli azzurri, ma molti dubbi rimangono su questa decisione arbitrale, che regala un gioco da +4 alla serbia. Teodosic sembra un altro giocatore rispetto a quello del primo tempo e le sue prodezze, insieme con i tiri da 3 punti dei serbi (italiani davvero nulli in questo fondamentale), lasciano gli azzurri a -13. Gli italiani crollano e sono in balia degli avversari. Gallinari è l’ultimo della nostra squadra a resistere, ma per ogni suo canestro arrivano prodezze dei serbi che aumentano il distacco.

A 3 minuti dalla fine, sostituiti Gallinari e Mancinelli, in vista della Germania, e Bargnani prende per mano l’Italia e continua a fare punti, diventando topscorer della partita (22 punti alla fine), facendo salire il rammarico dei primi due tempi in cui è stato poco incisivo.

Il risultato finale, Serbia 80-68 Italia, mostra un divario che in partita si è visto solo nei momenti di calo delle rispettive formazioni: quando i serbi non erano in partita, gli azzurri non hanno saputo ottimizzare il momento come invece hanno fatto gli avversari.

Emanuele Esposito

 
 
 
 
 

Dalla nuova proprietà alla rimozione dei tifosi virtuali, passando per il mercato: l’Unione è in fermento

Via Fantinel, via i teloni, basta con le prese in giro provenienti da tutto lo stivale su questa trovata che l’anno scorso ha fatto il giro del mondo.
Via il vecchio, ecco il nuovo: da ieri, quando con unna firma ha acquisito circa il 96% delle quote della società, Sergio Aletti, imprenditore immobiliare già proprietario del Ravenna, è il nuovo patron della Triestina. Presentatosi alla stampa in compagnia di Cristina De Angelis, presidente in pectore, nella conferenza svoltasi questa mattina all’Hotel Savoia, Aletti (nella foto) ha in seguito incontrato l’assessore allo sport Emiliano Edera.
In questi momenti si sta invece svolgendo l’incontro con i tifosi previsto per le 18,00 al Rocco. Proprio la tifoseria è sembrata fin da subito entusiasta della nuova presidenza, anche e soprattutto in seguito all’annuncio della futura presenza di un membro della tifoseria nel cda della società. Domani avrà luogo la presentazione della squadra proprio al Rocco, che dovrà trasformarsi nel vero fortino degli alabardati se si vuole puntare a risalire in B. A tal proposito, è necessario “riportare i triestini allo stadio” avrebbe affermato il nuovo patron, intento dunque a lanciare una campagna abbonamenti a prezzi popolari.
Un altro punto cardine della nuova gestione societaria è la creazione di un nuovo centro sportivo. Aletti ha chiesto alle istituzioni “un terreno da 60-70 mila metri quadri per 4 campi da calcio, una palestra e un campo da tennis”, una struttura fondamentale non solo per gli allenamenti della prima squadra, finora costretta a spostamenti scomodi tra Opicina e la provincia di Udine, ma soprattutto per lo sviluppo di un settore giovanile sul quale puntare in futuro.
L’altra grande novità è costituita dagli investimenti fatti sul mercato grazie all’operato del nuovo direttore sportivo Antonio Recchi, che ha sbloccato il mercato alabardato portando a Trieste ben 5 giocatori provenienti tutti dal Ravenna: si tratta del difensore centrale danese Thomassen, del laterale sinistro Tombesi, insieme ai centrocampisti Silvestri e Rossetti, che torna a Trieste. Infine il nome più invocato fra i cinque, quello di Stefano D’Agostino, talento della primavera della Sampdoria, schierabile come seconda punta o trequartista. Molti altri i nomi che girano in queste ore, in cui è certo che il ritmo di lavoro del nuovo d.s. sarà forsennato. Con tutte queste belle novità, non c’è che da sperare.
In bocca al lupo, Triestina.

Giuseppe Caterino