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Addio ad Alda Merini, la poetessa degli emarginati

E’ scomparsa oggi a Milano uccisa da un tumore osseo Alda Merini. Nella Milano dove è nata 78 anni fa e da dove ha cominciato a scrivere e generare poesia. Aveva solo sedici anni quando pubblicò la raccolta di poesie “La presenza di Orfeo” che la portarono a esternare pensieri e sensazioni e che la resero la poetessa più amata dell’età contemporanea. Negli anni sessanta visse una grande forma di emarginazione legata alla malattia mentale, che la portarono ad essere internata e avvicinarsi al mondo degli esclusi e degli ultimi, dei quali ha trasformato in versi pensieri e condizioni di vita. Si avvicinò e lavorò con Salvatore Quasimodo e Pier Paolo Pasolini. La sua poesia, da lei stessa definita come “un groviglio di vipere”, nasceva da dentro, dalle viscere e trasformava i pensieri in parole e le parole in emozioni. La Merini, dolce e scontrosa allo stesso tempo è stata una voce “limpida e ispirata” come lo stesso Capo dello Stato Napolitano l’ha definita a poche ora dalla sua morte.

Ecco una delle sue poesie, dedicata ai giovani:

Ai giovani

Bella ridente e giovane
con il tuo ventre scoperto,
e una medaglia d’oro
sull’ombelico,
mi dici che fai l’amore ogni giorno
e sei felice e io penso che il tuo ventre
è vergine mentre il mio
è un groviglio di vipere
che voi chiamate poesia
ed è soltanto tutto l’amore
che non ho avuto
vedendoti io ho maledetto
la sorte di essere un poeta.
Enrico Matzeu
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