Già certa della qualificazione, l’Italia fa 1-1 in Serbia

Una buona prestazione nell’infuocato ma corretto Marakana di Belgrado. Ecco quanto visto in terra serba, dove molti occhi erano puntati più sugli spalti che sul campo, visto che i supporters di casa erano chiamati alla prova del nove dopo lo scempio del Marassi dell’andata. Nel complesso, la prova è stata superata, niente guai. Dovrà darsi molto più da fare, invece, la rappresentativa locale, che cercava affannosamente i 3 punti che le avrebbero permesso di piazzarsi momentaneamente al secondo posto del girone. Dato il solo punto ottenuto e in virtù della contemporanea vittoria dell’Estonia, i serbi dovranno ora vincere obbligatoriamente in Slovenia. Per gli azzurri invece, passerella finale contro l’Irlanda del nord.
Il match odierno vede l’Italia partire a razzo e passare in vantaggio dopo soli 54 secondi con Marchisio. Pur giocando un buon primo tempo, al ‘25 arriva il pareggio con un tocco di Ivanovic in mischia. Nella ripresa gli azzurri pensano più al controllo del match, tentando ripartenze per pungere in contropiede. Il pressing dei padroni di casa, per i quali sarebbe stata necessaria una vittoria, costringe gli azzurri a non poter fare diversamente. Ma non ci sono grossi pericoli e il match scivola lentamente verso il ‘90. Martedì ultimo atto, poi, ci si vede in Polonia e Ucraina.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

Un gol di Pazzini all’84′ regala agli azzurri la qualificazione matematica

Mai successo prima, un cammino quasi perfetto. Dopo sette vittorie in otto partite, con la bellezza di 22 punti, l’Italia si qualifica ai prossimi campionati europei di calcio che si svolgeranno in Polonia e Ucraina l’anno prossimo.
L’avversario di questa sera, la Slovenia, ha dato sicuramente più problemi ad un’Italia che per nove undicesimi era la stessa che ha battuto le Far Oer: Prandelli ha cambiato infatti solo i terzini, inserendo Balzaretti e Cassani al post di Criscito e Maggio. In attacco, confermata la coppia Cassano-Rossi. Proprio quest’ultimo si rende pericoloso dopo pochi minuti. L’avvio dell’Italia è deciso, ma la Slovenia resiste bene e cerca di ripartire in contropiede. Ma dopo il bell’inizio, la manovra azzurra inizia a sciogliersi sul più bello negli ultimi venti metri. Cassano si muove troppo lontano dalla porta e spesso non riesce l’ultimo scambio con Rossi prima di concludere. Così, gli azzurri diventano via via meno pericolosi.
Prandelli si rende conto della situazione a metà della ripresa, quando decide di stravolgere l’attacco, inserendo prima Pazzini per Cassano e poi Balotelli per Montolivo, anche lui vicino al gol di testa nel primo tempo. E proprio Pazzini, su lancio di Marchisio al 39′ s.t., sfrutta un rimpallo favorevole e batte di sinistro l’estremo difensore sloveno Handanovic (Jasmin, cugino del portiere dell’Udinese Samir). Terzo gol azzurro per Pazzini, gol numero 700 segnato in terra italiana nella storia della nazionale, qualificazione in cassaforte. Il pass era già pronto, bisognava solo prenderlo al volo.
Adesso, si può tranquillamente aspettare giugno.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

Con le Far Oer gli azzurri segnano poi calano, ma finisce 1-0

Non è stata affatto una passeggiata, tanto che a detta di molti, la cosa più buona sono solo i tre punti. Sarà che le temperature favorivano i padroni di casa, sarà che il maledetto sciopero non ha messo minuti nelle gambe dei giocatori, fatto sta che a Torshavn (capitale dell’arcipelago) si è vista una buona Italia solo nei primi venti minuti. Parte a razzo la nostra nazionale, che schiera quasi in blocco gli stessi undici che hanno battuto la Spagna in amichevole a Bari. Rossi e Cassano davanti duettano fin da subito e le occasioni infatti non mancano, tanto che il gol arriva dopo soli dieci minuti: è Pirlo ad innescare il barese con un lancio dei suoi, Cassano controlla, salta il portiere vincendo un rimpallo e mette dentro. Inutili le proteste per una presunta posizione irregolare che in realtà si rivela molto difficile da constatare: il barese scatta infatti sul filo del fuorigioco. Ma l’arbitro non ha dubbi e convalida. Seguono altri dieci minuti di possesso palla, in cui il la superiorità del nostro centrocampo è tale che tutto lascia pensare ad una goleada. Invece i padroni di casa resistono con ben dieci uomini dietro la linea della palla e vengono fuori piano piano, inizialmente sfruttando il contropiede, poi tentando addirittura di costruire palla a terra. Il pericolo massimo per Buffon arriva al 23′ col palo colpito da Olsen su una conclusione dalla distanza. L’Italia non riesce più a sfondare e non si registrano occasioni degne di nota fino all’intervallo. Nella ripresa il tema della gara resta lo stesso: i padroni di casa, compatti più che mai, provano a spingere in contropiede, l’Italia gestisce un possesso palla fine a sé stesso. Nemmeno l’ingresso di Pazzini per Rossi riesce a dar profondità alla manovra azzurra. La pioggia ci mette del suo e i meccanismi degli azzurri sembrano impantanati più che mai, al punto che gli avversari tornano a farsi pericolosi e colpiscono un altro palo, stavolta con Holst che si mangia un gol praticamente già fatto. Sarebbe stato curioso vedere quale sarebbe stata la reazione degli azzurri ad un eventuale pareggio. Ma la fortuna li ha assistiti fino al 90′, dentro e fuori dal campo, perchè anche gli altri risultati hanno favorito gli uomini di Prandelli. Infatti, complice la clamorosa sconfitta casalinga della Slovenia (prossimo avversario martedì a Firenze nonchè attuale seconda nel girone) con L’Estonia, l’Italia potrebbe già festeggiare martedì la matematica qualificazione agli Europei.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

A Siauliai (Lituania), la Serbia vince 80 a 68

Lo schiaffo tanto atteso per l’esordio europeo degli azzurri non è arrivato. Anzi, i ragazzi di Pianigiani, sono stati in grado di stare avanti ai campioni uscenti della Serbia. Segnali positivi, che ammorbidiscono una sconfitta che potrebbe sembrare netta.

Il cinque iniziale italiano vede Bellinelli, Gallinari, Cusin, Hackett e Mancinelli. E proprio quest’ultimo ha aperto le marcature per l’ottima Italia, che grazie ad una difesa perfetta annulla le prime tre azioni offensive serbe, si porta sul 4 a 0. Ma gli azzurri poi sbagliano troppo, rischiando di perdere l’occasione di guadagnare più possibile su questa Serbia non ancora in partita. Grazie ad un Gallinari in palla gli azzurri allungano sugli avversari, mentre la perfetta partita di Hackett deve arrestarsi momentaneamente quando nella costante pressione sul play avversario, Teodosic, commette il secondo fallo e viene prontamente sostituito dal tecnico Pianigiani. Al 5′ fa l’esordio in partita Bargnani al posto di Fusin. L’allenatore Avversario Ivkovic è costretto a chiamare un time-out per correre ai ripari, ma alla fine del primo tempo, l’italia può vantare un vantaggio di 8 punti.

I serbi cominciano il secondo quarto con una forte pressione sin dalle riprese di gioco dal fondo. L’ingresso di Markovic e Macvan sta portando punti alla loro nazionale: Serbia a -2 a metà del quarto e bonus perso. La situazione porta all’inevitabile ritorno in campo Mancinelli e Hackett. L’rgoglio del capitano Mordente lo porta a sbloccarsi con una tripla dall’angolo, che riporta in vantaggio l’italia, che per la prima volta era finita sotto nel punteggio. I serbi hanno saputo invertire le sorti della partita: l’italia è calata agevolando fin troppo gli avversari che sono saliti in cattedra e hanno concluso il secondo quarto con un punteggio di 35-29.

Il terzo periodo ricomincia purtroppo con lo stesso copione con cui si era concluso il secondo: la Serbia raggiunge un vantaggio di +12 punti. E Pianigiani è costretto a chiamare il timeout dopo 1 solo minuto dalla ripresa. Una timida reazione italiana, guidata dal solito Gallinari, porta i serbi a commettere 5 falli nel giro di 2 minuti, ma la Serbia continua a fare quello che vuole in fase offensiva e dopo 4 minuti si trova a +17. I tiri liberi potrebbero dare una boccata d’ossigeno ai nostri connazionali e l’iniezione di fiducia ci porta a recuperare in quattro azioni ben 8 punti. Anche Bellinelli e Bargnani finalmente si fanno vedere, facendo accumulare molti falli agli avversari, che potrebbero condizionarli nell’ultimo quarti. Infatti Ivcovic è costretto a mettere dentro le secondo linee che in un attimo subiscono un parziale di 6 a 0 e l’Italia si presenterà a -4 all’inizio dell’ultimo quarto.

Inizia male l’ultimo quarto con un fallo antisportivo fischiato contro gli azzurri, ma molti dubbi rimangono su questa decisione arbitrale, che regala un gioco da +4 alla serbia. Teodosic sembra un altro giocatore rispetto a quello del primo tempo e le sue prodezze, insieme con i tiri da 3 punti dei serbi (italiani davvero nulli in questo fondamentale), lasciano gli azzurri a -13. Gli italiani crollano e sono in balia degli avversari. Gallinari è l’ultimo della nostra squadra a resistere, ma per ogni suo canestro arrivano prodezze dei serbi che aumentano il distacco.

A 3 minuti dalla fine, sostituiti Gallinari e Mancinelli, in vista della Germania, e Bargnani prende per mano l’Italia e continua a fare punti, diventando topscorer della partita (22 punti alla fine), facendo salire il rammarico dei primi due tempi in cui è stato poco incisivo.

Il risultato finale, Serbia 80-68 Italia, mostra un divario che in partita si è visto solo nei momenti di calo delle rispettive formazioni: quando i serbi non erano in partita, gli azzurri non hanno saputo ottimizzare il momento come invece hanno fatto gli avversari.

Emanuele Esposito

 
 
 
 
 

Caos a Marassi e la sfida Italia-Serbia, valida per le qualificazioni a Euro 2012, è iniziata con 35 minuti di ritardo ed è stato interrotto dopo 6′ per lancio di fumogeni: circa 1.600 ultras della Serbia sono confinati nel settore ospiti, in una vera e propria “gabbia”. A dieci minuti dal fischio d’inizio della partita è cominciato un lancio di fumogeni verso l’adiacente gradinata nord, riempita da sostenitori dell’Italia. Il lancio è proseguito verso il campo, nonostante l’intervento dei vigili del fuoco, ed è stato accompagnato anche dall’esplosione di una bomba carta. La polizia, in assetto antisommossa, si è schierata a bordo campo al di là della recinzione che circonda i tifosi stranieri, e un’idrante è stato aperto verso di loro. Dopo mezz’ora di grande confusione la squadra serba è andata sotto la curva dei propri tifosi e ha cercato di convincerli a interrompere le intemperanze. Nella Serbia non c’è il portiere titolare Vladimir Stoikovic: è stato lo stesso giocatore a chiedere di non scendere in campo, dopo che alcuni ultras serbi al seguito della squadra lo avevano minacciato incrociandolo fuori dall’albergo e avevano tentato l’assalto al pullman della squadra. Un esempio scandaloso per il calcio internazionale, tifosi che percorrono chilometri e chilometri per rovinare quella che poteva essere una tranquilla partita di calcio.

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