E’ conto alla rovescia per la 30^ edizione delle Giornate del Cinema Muto, dirette dallo storico inglese David Robinson e inserite da Variety fra i 50 migliori festival al mondo. In programma dal primo all’8 ottobre 2011 al Teatro Giuseppe Verdi di Pordenone, le Giornate 2011 offriranno un apporto speciale ai festeggiamenti per i 150 anni dell’unità nazionale, volgendo uno sguardo retrospettivo all’intenso lavoro svolto dagli archivi negli ultimi tre decenni per riportare in luce la ricca eredità della stagione d’oro del cinema italiano: gli anni ’10 e i primi anni ’20 del secolo scorso.

L’indagine schiude un elenco davvero sbalorditivo delle riscoperte e dei restauri compiuti, spesso intorno a produzioni cinematografiche dirette o interpretate da personalità di grande carisma, alle prese con film praticamente inediti. Così, ad esempio, per un’attrice icona del muto, Pina Menichelli, che quest’anno potrà essere ammirata nei panni di una diabolica femme fatale, in La moglie di Claudio di Gero Zambuto, appena restaurato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Accanto a questo film le Giornate proporranno anche una Menichelli più giovane e innocente in Una tragedia al cinematografo, piccante comica del 1913 di autore anonimo. L’altra grande diva del tempo, Francesca Bertini, rivaleggia in malvagità in La serpe (1920) di Roberto Roberti, esemplarmente restaurato dalla Cineteca Nazionale. E una Bertini più giovane interpreta Il veleno delle parole (1913) di Baldassarre Negroni. E l’aristocratico Febo Mari, tormentato pittore preda della Menichelli nel film Il fuoco presentato con successo nell’edizione 2010 delle Giornate, quest’anno sarà celebrato non come attore ma come regista dell’unico film di Eleonora Duse, Cenere (1917), e anche di un altro “vehicle” della Bertini, realizzato per la sua società di produzione, Maddalena Ferat (1920) e basato sull’omonimo romanzo di Émile Zola del 1868.

La deliziosa Gigetta Morano occupa un posto speciale nella storia delle Giornate: nel 1985, quando fu presentata una pionieristica retrospettiva sui comici del muto italiano, era l’unica attrice del periodo ancora in vita e ormai quasi centenaria, rilasciò un’intervista video in cui rievocava con gioia l’incanto di quegli anni innocenti. Quest’anno le Giornate presenteranno Gigetta in Santarellina (1912) di Mario Caserini, un film a lungo ritenuto perduto e basato sul libretto di Meilhac e Millaud per l’operetta del 1883 di Hervé, Mam’zelle Nitouche, e in Le acque miracolose, un’audace commedia che lei interpretata con il suo abituale partner Eleuterio Rodolfi,

E ancora, le Giornate hanno per anni devotamente seguito la storia di La grazia di Aldo De Benedetti – il terzo e ultimo film diretto da questo prolifico sceneggiatore: il film sarà quest’anno presentato in una nuova copia appositamente stampata dalla Cineteca Nazionale. Basato su un racconto del 1894 di Grazia Deledda, alla sua prima uscita nel 1929 il film raccolse un successo di critica ma non di pubblico, e cadde nel dimenticatoio fino a quando Aldo Bernardini e Vittorio Martinelli non lo inserirono nel programma del Festival di Rapallo del 1979. Alle Giornate venne proiettato una prima volta nel 1989, ed esattamente vent’anni dopo, nel 2009, fu riproposto in una versione restaurata digitalmente dal quotidiano l’Unione Sarda, provvista di accompagnamento musicale.

Il programma include anche un nostalgico omaggio ad alcuni dei grandi comici cui erano dedicate le Giornate del 1985; con loro, viene ricordato un piccolo gruppo di registi che, pur avendo diretto nel 1912 alcuni film Cines di notevole inventiva e stile, sono tuttora anonimi. Questi misconosciuti film provengono, come vari altri titoli italiani riuniti questa sezione, dalla leggendaria collezione Desmet dell’EYE Film Instituut Nederland, iscritta quest’anno dall’UNESCO nell’albo della “Memoria del mondo”. È la prima collezione cinematografica ad essere insignita di un tale onore, e le Giornate sono orgogliose di onorare l’EYE e la collezione Desmet realizzando questa speciale rassegna sul cinema nazionale.

(Comunicato stampa)

 
 
 
 
 

Writers Guild of America Awards, la cerimonia istituita dal sindacato degli sceneggiatori, ha premiato The Social Network per la migliore sceneggiatura non originale e Inception per la migliore sceneggiatura originale. La pellicola della genesi di Facebook di David Fincher (Alien, Fight Club, Il Curioso Caso di Benjamin Button) è un connubio strategico tra discorsi d’argomento prettamente informatico e linguaggio giuridico, narrati all’interno di un quadro di giochi di potere e relazioni interpersonali reali e virtuali. Il concetto di Facebook esperito dagli utenti come desiderio di crearsi un’identità viaggia parallelamente alla crescita del personaggio principale, in un montaggio alternato di idee e della loro realizzazione, dove protagonista indiscussa è l’intelligenza unita alla creatività. Si fonda sul concetto di “idea” anche il film di Christopher Nolan, Inception: non più il binomio “virtuale-reale”, bensì “sogno-realtà”. La presunta natura della formazione di un’idea (innesto) si snoda in questa fotografia perfetta in cui ogni elemento ritrova il proprio motivo d’essere al termine del film. Premio per la migliore sceneggiatura originale per questo thriller che svela l’interpretazione dell’architettura del sogno e dell’inconscio e del subconscio quasi fossero universi-altri. Gli sceneggiatori ignorano invece Il Discorso del Re: Colin Firth nei panni di Giorgio VI viene surclassato da.. un’idea.

 
 
 
 
 

Ricordiamoci che non esistono solo i film commerciali, i cinepanettoni, immancabile appuntamento natalizio in ogni “rispettabile” cinema italiano, i quali sono sempre sponsorizzati in modo quasi invadente: cartelloni, trailer e “mini-trailer”, ci ricordano con costanza le uscite in sala del momento. Qui parla una persona molto appassionata di cinema - commedie, drammi, film d’autore e via discorrendo - e ammette che qualche volta, ma anche più di qualche volta, è affascinante andare al di là del cancello, per vedere cosa offrono coloro i quali hanno cuore e invettiva, ma magari un budget meno elevato, per così dire, e che spesso passano in sordina. Un esempio riuscitissimo di questi film cosiddetti indipendenti è stato l’apprezzatissimo “Zeitgeist: Moving Forward”, di Peter Joseph, prodotto da volontari e senza scopo di lucro, uscito in 300 città di tutto il mondo, di cui 17 italiane, tra cui Trieste, dove il film è stato proiettato lunedì scorso al Cinema Ariston. La pellicola è un documentario che riguarda la situazione economica mondiale, che viene rappresentata come un labirinto da cui è necessario uscire. La soluzione proposta è l’ “Economia basata sulle Risorse”, schema creato grazie al contributo dei numerosi esperti sul campo che hanno partecipato alla realizzazione del lungometraggio. Temi seri ed interessanti, affrontati sapientemente portando in scena l’informazione con un ritmo cinematografico, in grado di catturare l’attenzione, fatto dimostrabile con la grande eco riscontrata: si pensi al fatto che il giorno della proiezione, la sala del cinema era gremita. Per coloro che non sono riusciti a gustarsi quella che sembra essere stata una succosa occasione per aprirsi la mente sulle problematiche dei nostri tempi, poco male! Difatti il film è reperibile gratuitamente nel web.