E’ allestito fino al 27 novembre, al Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste, il ricco percorso espositivo della Biennale Fvg: visitabile nelle giornate di lunedì, martedì e mercoledì dalle 15 alle 21, giovedì e domenica dalle 10 alle 21, venerdì e sabato dalle 10 alle 23. Negli stessi orari, sempre al magazzino 26 è visitabile la mostra “Signori, si parte! Come viaggiavamo nella Mitteleuropa 1815-1915”, allestita dalla Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia. Info: Ticket point, Corso Italia 6/c, 040 3498276). Tutte le informazioni sul sito www.biennaletrieste.it.
E c’è grande attesa per l’anteprima assoluta che, proprio al Magazzino 26, proporrà l’Accademia della Follia in esclusiva per Biennale Fvg: si tratta della preview dell’allestimento teatrale “La Luce di Dentro - Viva Franco Basaglia”, uno spettacolo di Giuliano Scabia in collaborazione con Claudio Misculin, nella edizione messa in scena appositamente per il pubblico francese, che assisterà alla performance il prossimo 23 settembre, presso Espace Paris Plaine, nell’ambito dell’evento parigino “Rencontres Européennes avec le Futur Composé” – “Culture e Psichiatrie”, che vede la collaborazione di Francia, Italia, Belgio, Portogallo, Croazia e Spagna. A Parigi l’Accademia della Follia proporrà lo spettacolo – che racconta per flash la vicenda della discussione sulla follia e l’apertura e poi chiusura dei manicomi - interamente recitato in francese. Al Magazzino 26 l’anteprima è in programma venerdì 9 settembre, alle 18, e sarà seguita da un incontro con il pubblico. Ulteriori proposte verranno poi organizzate al Magazzino 26 in collaborazione con l’Accademia della Follia, nell’ambito di una sinergia in collaborazione con Biennale Fvg e Dipartimento di Salute Mentale di Trieste. La performance di Trieste conterà su nuovi inserimenti attoriali nel cast dell’Accademia della Follia: ci saranno anche Giorgio Ferrari, sardo, e Vincenza Viglianesi, ferrarese, che interpreterà Alda Merini. La luce di dentro vede in scena Franco Basaglia insieme ad alcuni “matti”, a un narratore e a Marco Cavallo, il grande animale azzurro costruito nel 1973 nel manicomio appena preso in mano da Basaglia e dai suoi collaboratori durante una famosa e visionaria esperienza di teatro, poesia, pittura, scultura, musica, canto, ballo, chiacchiere, discussioni guidata da Giuliano Scabia e Vittorio Basaglia, e narrata nel libro Marco Cavallo, scritto da Giuliano Scabia e pubblicato da Einaudi nel 1976. Lo spettacolo racconta per flash la vicenda della discussione sulla follia e l’apertura e poi chiusura dei manicomi. Si sentiranno molti dei canti inventati nel 1973 e ci saranno sorprese ed emozioni inaspettate. Per Giuliano Scabia, che ha accompagnato la trasformazione del manicomio con interventi diversi fino ad oggi (Il Teatro Vagante a Barcola nel 1977, Cinghiali al limite del bosco nel 1985, Lettera ai cavalli di Trieste nel 1995, Il Drago di Montelupo incontra Marco Cavallo nel 2003) si tratta di una nuova riflessione, insieme a tante persone (fra cui Franco e Franca Basaglia, Franco Rotelli, Peppe Dell’Acqua, Angela Pianca), sul rapporto fra male della mente, teatro, scrittura, mutamento e cura.
L’Accademia della Follia si occupa di teatro e follia. La ricerca nasce all’interno dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste nel periodo in cui le sue mura venivano abbattute da Franco Basaglia. Viene fondata da Claudio Misculin: artista, attore e regista. Claudio Misculin si trova lì, in quel momento, a far parte del grande sogno; e da lì, da dentro, fonda il primo gruppo (1976), apre il primo teatro di matti ed, insieme ad altri, partecipa alla costruzione di quella idea che poi diventerà la legge 180. È un progetto teatrale e culturale. Formato da attori a rischio, è un’esperienza singolare-universale. Si opera ai confini: geografici, culturali, etnici, di generazione, di centralità e marginalità, di rischio personale, di gruppo, di età, di status.
5/09/11, 10:42, Postato da: Enrico Matzeu
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