Venerdì 16 settembre a Udine non c’era solo il Friuli doc con i suoi stand enogastronomici. La libreria “Ubik” infatti a saputo offrire a un numeroso pubblico un prelibato piatto culturale: è stato presentato il libro “La gloriosa Repubblica di Grado”, scritto a sei mani da Guido La Raja, Loredana Marano e Ciro Toso, che hanno saputo affrontare le pertinenti e acute domande del presentatore Leonardo Tognon. Il gusto di questa portata principale è stata esaltata dal contorno: il narratore Nevio Scaramuzza che con la sua impeccabile lettura di alcuni brani significativi ha saputo coinvolgere ed esaltare il palato letterario dei presenti. Ma veniamo ora al vero protagonista della serata: il libro in modo ironico e sarcastico dà vita, come si evince dal titolo stesso, ad una fantasiosa e inventata Repubblica indipendente di Grado, gesto che vuole sancire la peculiarità di una città che si è sempre sentita diversa culturalmente dal resto del Friuli Venezia Giulia. Un popolo fortemente orgoglioso, che ha fatto del sua amore per la città quasi un difetto. Ma tranquilli miei cari, nessun pamphlet in salsa leghista secessionista. Il racconto anzi rappresenta un elemento di novità nel panorama letterario. Il testo infatti è stato scritto dai tre autori, ma la sua genesi è avvenuta in un gruppo su Facebook, dove si erano ritrovate numerose persone in particolare giovani, a scambiare pareri e giudizi sulle condizioni di degrado della città di Grado, commissariata nel 2010. Inoltre i membri del gruppo con ironia hanno nominato la città isolana una Repubblica indipendente. Da qui nasce l’idea di La Raja, Marano e Toso di scrivere il libro. Di portare sulla carta il malessere della piazza virtuale. Di trasferire su un oggetto esistente, tangibile le aspettative e le speranze di molti ragazzi che non si sentono disinteressati alla società civile e politica, anzi che desiderano fortemente partecipare, costruire, esserci ma che non trovano il modo per farlo. Facebook non solo utilizzato quindi per postare inutili link, per riempire la bacheca di stupidi aggiornamenti di stato che non interessano a nessuno, ma come bacino di idee, strumento di partecipazione, luogo per far sentire la propria voce. Allo stesso tempo il libro vuole anche riflettere sulla natura umana, sui suoi vizi e le sue debolezze. Gli ideali che guidano i costituenti della Repubblica sono elevati, indirizzati verso la perfetta democrazia. In realtà ben presto i gradesi vengono corrotti dall’interesse personale e dal desiderio di ricchezza. Inavitabile il richiamo alla desolante realtà politica che troppo spesso dimentica l’etica pubblica e il bene comune per saziare i propri vizi e desideri. Il lettore si troverà così a riflettere sulla qualità della nostra democrazia e sul destino di essa, sulla propria natura di uomo e su quella della classe politica, leggendo tutto di un fiato le 114 frizzanti e divertenti pagine che compongono “La gloriosa Repubblica di Grado”.

 
 
 
 
 

Si intitola “Morso dopo morso” l’ultima creazione ideata e portata in scena dalla giovane cantautrice ANGELICA LUBIAN, una tre le rivelazioni più interessanti del panorama musicale italiano negli ultimi anni.

Raffinata songwriter, Angelica che ha debuttato con l’album “Conservare in luogo fresco e asciutto” si è già aggiudicata il prestigioso Demo’s Lady Award di Radio1 Rai e numerose entusiastiche recensioni sulle testate nazionali (Il Giornale, Il Mucchio Selvaggio, Beat Magazine, Musica Leggera, Musicalnews, Indie-eye , Musikbox, etc. etc.).

Si terrà mercoledì 28 settembre (inizio ore 21:00) al Teatro Palamostre di Udine l’anteprima nazionale di “Morso dopo morso”, questo nuovo concerto – spettacolo che nei prossimi mesi potrebbe approdare in tutta la penisola italiana.

Un concerto pop-rock multisensoriale… tutto da ascoltare, vedere, annusare e gustare!

Vera protagonista dello spettacolo è la musica, un gomitolo di canzoni (composte e interpretate da ANGELICA LUBIAN) che, srotolandosi, ci racconta una storia d’amore.

Ad accompagnare Angelica in questa inedita avventura saranno gli artisti della sua band (Louis Armato, Alessio Benedetti, Alessandro Scolz, Marzio Tomada e Gianluca Valoppi) collocati sul palcoscenico all’interno di una scenografia stravagante, che rispecchia metaforicamente l’intimità del proprio io.

Una voce ed altri particolari scenici, ancora nascosti, guidano il pubblico lungo il cammino, evidenziando i momenti clou della storia. A colorare lo scenario immaginifico suggestivi effetti luminosi; inoltre il teatro sarà profumato e il pubblico potrà scoprire la misteriosa fragranza al suo ingresso in sala.

E le sorprese non finiscono qui…

Nonostante la giovane età, ANGELICA LUBIAN calca le scene da anni anche come supporter di blasonati artisti nazionali e internazionali, tanto da essersi già esibita prima di nomi del calibro di Tom Verlaine, Gianni Morandi, Ron, Edoardo Bennato, Niccolò Fabi, Eugenio Finardi, Eugenio Bennato, Teresa De Sio, Paolo Belli, Biagio Antonacci, Nathalie, Marina Rei, Irene Fornaciari e tantissimi altri.

 
 
 
 
 

Dopo una chiusura forzata, lo scorso 24 febbraio, a causa del un crollo del soffitto, riapre “Insolito”, l’American Bar & Restaurant di La’di Moret. Domani, alle 19, l’inaugurazione con aperitivo dello spazio, ristrutturato in tempo record dall’architetto Carlo Toson della AArchitects che vede, tra le novità, una veste totalmente rinnovata: soffitto bianco in cui si aprono grandi ovali colorati che seguono la linea sinuosa dell’architettura; pavimenti colorati che permettono di avere uno spazio flessibile corredati dal blu degli imbottiti intorno ai tavoli. Al centro, rivestite di acciaio, le strutture polifunzionali per la preparazione e il servizio del cibo mentre ad incorniciare il tutto ci pensa il verde del giardino che ospita anche un laghetto con carpe rare.

Là di Moret è noto, da oltre cent’anni: prima come trattoria, poi come albergo, oggi come una delle più importanti strutture alberghiere in Friuli.

 
 
 
 
 

Erano in 40.000 i , a detta di Jon suoi “relatives” ovvero i suoi parenti a ricoprire di bianco rosso e blu lo stadio Friuli di Udine per acclamare , dopo 8 anni di assenza dai palcoscenici italiani , i Bon Jovi, la più famosa rock band del New jeresy che da decenni infiamma i ragazzi di allora e quelli di oggi.
Non ci vuole più di una canzone a capire che Jon, in splendida forma, una collaudata e perfetta macchina da palcoscenico, travolge il pubblico con la sua voce, mentre le sue movenze fanno gioire più di una volta il pubblico femminile. Presenti tutti i membri storici della sua band, tra cui,sorpresa delle sorprese, un meraviglioso Richie Sambora,chitarrista della band e co-compositore di tutte le maggiori hit , la quale presenza era rimasta un punto di domanda fino alla fine, data la sua permanenza in un centro di rehab dall’alcolismo, ma che ha dimostrato la sua completa guarigione con i suoi virtuosismi, i suoi assoli impeccabili e nel duetto con Jon in : I’LL BE THERE FOR YOU”.

Si parte, i “bad boys” del New Jeresy scatenano la folla con “Raise your hands”, “You give love a bad name” e “Blood on Blood”.
Nemmeno la pioggia è stata una nota dolente nello show (Ssulla quale Jon ha ironizzato: “Gli angeli stanno piangendo per via del nostro spettacolo”) ed ha contribuito a donare atmosfera alla potente “We got it going on” e ad una versione rivisitata di “Bad Medicine” improvvisamente diventata “Pretty Woman” di Roy Robinson e “You Know you make me wanna Shout!” di Little Richard.

Giunge l’ ora delle ballate, intramontabili e immancabili, punto forte della band che con i romanticismi e gli ammiccamenti ci sa proprio fare, da “Bed of Roses”, “Dead or Alive”, “Dry County” all’acclamatissima (soprattutto dal pubblico femminile) “Always” che ha creato un’atmosfera quasi magica all’interno dello stadio, dove migliaia di fiamme degli accendini dei presenti hanno danzato sulle note della canzone.

Non c’è che dire, tre ore di pura perfezione e rock, non una nota sbagliata, non una canzone fuori posto. C’è da meravigliarsi che, alla soglia dei cinquant’anni, Jon Frank Bongiovi si possa ancora concedere due ore e mezza di concerto, prendendosi anche un po’ di pioggia (affermando “It’s like taking a shower out here!” è come se mi stessi facendo la doccia ndr.)
Gli ever green “ragazzi” del New Jeresy non hanno deluso le aspettative di chi, da ogni parte di Italia e del mondo ha deciso di sfidare le intemperie e gli svariati chilometri di strada, per ascoltare un pezzo di storia della musica, portarselo dentro e poter dire : “Io c’ero.”

 
 
 
 
 

Il galeone di Vinicio Capossela approderà di nuovo in Friuli Venezia Giulia, dopo due anni di assenza. I suoi Marinai, Profeti e Balene, che hanno dato il nome al nuovo album, saranno di scena il 26 giugno a Udine, nell’ambito del festival Udin&Jazz 2011. Uscito lo scorso 26 aprile, il doppio CD si trova attualmente al secondo posto nella classifica delle vendite in Italia, nonchè primo nella classifica ITunes. Come suggerito dal titolo, le storie raccontate dai testi ci parlano di sirene, marinai, miti e naufragi. Numerosi e inusuali gli strumenti utilizzati in sala di registrazione, evocando immaginari musicali che spaziano dalle acque caraibiche a quelle indonesiane, sporofondando negli abissi dell’oceano. Il tutto in quasi un’ora e mezza di musica. Il tour, in cui Capossela porta sul palco i pezzi di quest’ultimo lavoro, è partito il 27 aprile da Genova.

 
 
 
 
 

In occasione della undicesima “Festa delle meridiane” in programma per sabato 28 maggio, organizzata dalla ProLoco dai comuni friulani di Aiello e Joannis, e dal Circolo Culturale Navarca, si terrà ad Aiello del Friuli (UD). La località viene chiamata proprio “paese delle meridiane”. Non mancherà l’annuale rimpatriata del popolo di “tirradio”, con una serata dedicata ai miti anni ‘80 e ‘90. Lo staff dell’ex emittente radiofonica “Tirradio” proporranno dunque delle vecchie glorie sonore. A seguire, domenica (29 maggio, ndr.), durante tutto il pomeriggio verrà allestita una vasta gamma di mercatini: dall’antiquariato all’hobbistica, dalla fiera in piazza all’asta di pezzi antichi. Infine, avrà luogo un convegno sulle meridiane., e moste varie.

 
 
 
 
 

Si conclude la tredicesima edizione del Far East Film festival, l’annuale appuntamento di Udine con il mondo del cinema orientale. Un edizione quella di quest’anno che ha visto protagonista sul palco delle premiazioni la Cina, che si aggiudica primo e secondo premio con: Aftershock, dramma realizzato da Feng Xiaogang, che ci racconta il devastante terremoto che colpì la Cina nel 1976, e al secondo posto con l’altra pellicola Cinese, Under The Hawthorn Tree sempre sulla linea drammatica; il regista Zhang Yimpou ci presenta una difficile storia d’amore tra due giovani durante il periodo della Rivoluzione Culturale. Al terzo posto invece troviamo una commedia di origine Filippina (Here comes the Bride), spiccatamente esilarante, e anch’essa molto applaudita dal pubblico del Far East. Gli altri due premi previsti nel Festival ovvero: il Black Dragon audience award, assegnato dagli spettatori in possesso del pacchetto accrediti Black Dragon, e il My Movie audience award assegnato dai lettori del portale cinematografico italiano, sono stati vinti entrambi dal visionario movie Giapponese: Confessions diretto dal regista Tetsuya Nakashima. Un ulteriore premio, novità assoluta della tredicesima edizione, è il Techinicolor Asian Award, riconosciuto alla pellicola thailandese “A crazy little thing called love”. L’ultima serata del Festival non che quella da sempre più seguita, ha sorpreso gli spettatori con la premiazione di “What women whant” remake di origine Cinese dell’omonimo movie Holliwoodiano, prodotto dalla casa Milkway e diretto da Law Wing-Cheong. In conclusione la tredicesima edizione del Far East Film festival, si piuò considerare una delle meglio riuscite degli ultimi anni, simbolo comunque di un costante impegno per la crescita e la qualità del Festival e dei suoi contenuti.

 
 
 
 
 

L’Università di Udine contribuirà, attraverso campagne di scavi archeologici, alla conoscenza e alla conservazione di Djennè, nel Mali, una tra le più antiche città dell’Africa occidentale, che dal 1988 è divetata patrimonio dell’umanità Unesco. La città fu fondata nell’VIII secolo e divenne un importante centro commerciale e snodo per il traffico dell’oro attraverso il Sahara. Djenné è caratterizzata dalle sue tipiche abitazioni costruite con il fango e per essere la città che possiede la più grande e spettacolare moschea composta solamente di terra. Di questo si è parlato a Udine, nel corso dell’incontro con il sovrintendente e il sindaco di Djennè, rispettivamente Yamoussà Fanè e Bamoyè Traourè.
L’obiettivo di un eventuale intervento in questa regione - ha spiegato Mauro Bertagnin, docente di “Architettura tecnica” dell’Ateneo udinese - è la protezione di una regione unica al mondo nel suo genere, oggi minacciata dall’espansione insediativa.

 
 
 
 
 

Giunge ormai al termine l’episodio più lungo dell’evento “Robomonsters”.

L’evento che questa volta si è svolto a Udine presso il circolo Arci di “Casa aupa” ha visto a partire dal primo giorno d’aprile sino a domani (sabato 21, ndr.), un mix tra arte e musica, tutto basato sul tema “robot” con un susseguirsi di serate con selection e dj set, installazioni artistiche, live performance, mostre, “live custon” di robot, “paper toys” e proiezioni. La prima serata è iniziata con la visione del film trash del 1953 “Robot monster”, mentre durante i pomeriggi si sono svolti dei workshop artistici che hanno dato vita alle installazioni e ai papper toys in mostra anche durante le serate, creati dai writer ed artisti come i “RoboKromo”, i “Monster icks”, Matt Flor e Nicolas Vavassori.

La sera i vari dj (Davda, Fudub, dj jahrdo, dj phog, r.x e tamstep), hanno animato le serate con i loro set a base drum’n'bass, dub step, jungle, neurofunk e techstep, sempre accompagnati dalla voce del “Mc Mirty” e dalle proiezioni di “visual art” eseguite da Entrophia.

L’evento si rivela così uno dei più completi della serie Robomonster, e di conseguenza anche uno dei più seguiti.

 
 
 
 
 

Oltre 50 appuntamenti, tra incontri, confronti, mostre e spettacoli, animeranno la settima edizione di ‘Vicino/Lontano’, il festival culturale dedicato alle questioni cruciali del mondo contemporaneo in programma dal 12 al 15 maggio a Udine. La rassegna sarà preceduta l’11 maggio da un’anteprima con l’evento speciale ”Ogni uomo e’ un sole”, prima assoluta sul tema dell’opera del poeta, scrittore, drammaturgo e reporter Armand Gatti, 93 anni, inventore di un ”anti-teatro” che da’ voce ai vinti e agli esclusi. Il debutto ufficiale di ”Vicino/Lontano” e’ fissato per il 12 maggio nell’ex chiesa di San Francesco, con una performance dell’attore Alessandro Bergonzoni. Nel cuore della manifestazione, sabato 14 maggio al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, in una serata-evento che prevede il contributo originale di illustri ospiti del mondo dello spettacolo e della cultura, si terrà la consegna del Premio letterario internazionale Tiziano Terzani. A concludere l’ evento, domenica 15 maggio alle ore 22, si terrà il concerto finale di Loris Vescovo con Ivan Ciccarelli, Simone Serafini e Leo Virgili. Questa manifestazione farà del confronto tra le diverse culture il protagonista assoluto, con artisti e intellettuali di calibro internazionale, dibattiti e letture, mostre e spettacoli, è tutta la città di Udine ad affacciarsi sul mondo.