La celebre casa di moda emiliana festeggia le sue sei decadi di attività (1951-2011) con una mostra itinerante. Dopo la Germania (Berlino), il Giappone (Tokyo) e la Cina (Beijing) la retrospettiva “in viaggio” della nota casa di moda, dal prossimo 12 ottobre e fino al 10 gennaio, approderà nella terra degli zar presso lo State Historical Museum che domina la parte nord-est della piazza rossa.

Una settantina i pezzi cult scelti a rappresentanza dell’estro creativo del marchio che raccontano l’evoluzione dello stile attraverso uno dei capi iconici del marchio: il cappotto.

Uno su tutti, il leggendario modello 101801 in color cammello, in lana e cachemire, con maniche kimono e dalla forma ampia, quasi da uomo, creato dalla stilista francese Anne Marie Beretta nel 1981.

L’esposizione, curata da Adelheid Rasche, grazie a questo indumento condurrà il visitatore lungo le diverse epoche che ha attraversato il marchio italiano, dagli anni ’50 ai giorni nostri fino a scoprire le origini di questo indumento grazie ad una seri d’ incisioni, litografie e stampe dal XVI secolo al dopoguerra.

Ad essere protagonista dell’evento, però, sarà l’azienda nella sue interezza grazie agli schizzi provenienti dall’Archivio d’Impresa che daranno la possibilità di riscoprire le importanti collaborazioni stilistiche che Max Mara ha avuto nel corso della sua storia: da Emmanuelle Khanh ad Anne Marie Beretta, da Nanni Strada a Colette Demaye, passando per Karl Lagerfeld, Jean Charles de Castelbajac, Luciano Soprani e Guy Paulin. Una sezione dedicata al design ed al processo industriale, infine, completeranno il tutto offrendo una prospettiva a 360 gradi sull’azienda e la sua evoluzione.

Achille Maramotti cominciò a lavorare nel 1947, ma la casa di moda di sua ideazione, Max Mara, nacque ufficialmente soltanto nel ‘51. La parola “Mara” è un diminutivo del cognome del fondatore, mentre “Max” è il superlativo usato per rafforzare il nome e renderlo internazionale. Maramotti fu uno dei primi a produrre abiti applicando un processo industriale, anticipando l’attuale idea di Pret à porter in un periodo in cui la moda era intesa solo come attività artigianale. L’azienda è ancora di proprietà della famiglia Maramotti, ed attualmente conta circa 2.250 negozi in 90 nazioni.

VIviana Attard

 
 
 
 
 

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