Non ama parlare dei suoi libri quando li scrive o prima della pubblicazione. E’ una cosa, dice, che lo ha accompagnato in tutta la sua carriera. Così Alessandro Baricco non svela molto del suo ultimo lavoro, del quale riusciamo a strappargli solo il titolo, “Mr. Gwyn”, che è il nome di uno scrittore inglese, protagonista di alcune vicende, che prendono forma nella città di Londra, ma che potrebbero essere ambientati ovunque. Ma Baricco è a Pordenone soprattutto per ritirare il premio “La storia in un romanzo”, voluto da Pordenonelegge, dalla manifestazione goriziana “E’ Storia” e dalla Banca Friuladria. Così lo scrittore torinese racconta il ruolo che la storia ha avuto nei suoi romanzi, precisando però che uno scrittore deve stare attento a dosare gli elementi storici all’interno di un romanzo e che quindi spesso la cosa più difficile è la scelta delle parole, del linguaggio giusto. Lo stesso Baricco sostiene che un romanzo non è migliore se al suo interno vive la Storia, però è sicuramente una componente che lo rende in un qualche modo speciale. Speciale perché diventa un modo di testimoniare il passato attraverso il presente. Un’occasione per raccontare la storia a chi ai libri di storia non è avvezzo, ma che attraverso un romanzo può entrare a contatto con la memoria.
Così Barico in un Teatro Verdi gremito di pubblico racconta le vicende della Seconda Guerra Mondiale, quelle raccontategli da suo nonno e suo padre, quelle che sono diventate le vicende del suo “Questa storia”, edito nel 2005. La disfatta di Caporetto raccontata in un romanzo, di cui l’autore in persona ha letto alcune tra le pagine più intense, che hanno ricevuto il consenso unanime del pubblico.
Nell’incontro con la stampa poi l’autore ha parlato anche della scuola Holden, da lui fondata, come di un’importante luogo per scrittori in erba e non solo, che nei prossimi anni moltiplicherà i posti disponibili e arricchirà il suo piano di studi. Insegnare la creatività è pressoché impossibile, ma come sottolinea lo stesso Baricco, la scuola offre la possibilità di imparare quelle che sono le tecniche di scrittura, consolidate negli anni, “un po’ come un cuoco, che mette si la sua creatività, ma che necessita comunque di un corso di formazione”.
L’inviato Enrico Matzeu
Se si pensa a Flavio Oreglio, lo si associa subito a Zelig e quindi forse non ci si aspetta che il libro che presenta a Pordenonlegge si intitoli “Storia curiosa della scienza – le radici pagane della storia”. Invece questo è possibile e come. Oreglio infatti è riuscito a unire la sua formazione scientifica alla comicità. Nel suo nuovo libro infatti racconta la storia della scienza, partendo da Galilei, per ripercorrere a ritroso quelli che sono state le figure determinanti per la storia della scienza e dell’umanità. Se a scuola si attribuisce la nascita della scienza al ‘600, Oreglio dimostra che da Pitagora a Talete, già in tempi molto antichi si cercava di indagare e rappresentare la realtà umana.
L’autore diventa ovviamente anche interprete della propria opera, e sul palco del teatro Verdi di Pordenone, diventa protagonista di un recital, dove aiutato da diapositive e illustrazioni, racconta le sue riflessioni su come l’uomo è passato dal mito all’osservazione della realtà, su come sono nate la scrittura, la medicina e la filosofia.
Un tuffo nella cultura umanistica e scientifica alleggerito dalle note a margine dell’autore, che con grande ironia e decisi riferimenti all’attualità, rende lo spettacolo e la lettura del libro molto piacevoli. Il libro è pubblicato da Salani Editore.
L’inviato Enrico Matzeu
Oltre trecento ospiti in cinque giorni, e ventuno novità letterarie in prima presentazione alla 12^ edizione di pordenonelegge.it, la Festa del libro con l’autore che si apre domani, mercoledì 14 settembre, nel segno dei 150 anni dell’unità nazionale e in particolare dei “Libri che hanno fatto l’Italia”, tema al quale sarà dedicato l’intervento inaugurale dello storico e saggista Paolo Mieli (ore 18.30, Teatro Verdi). Una appassionante cavalcata attraverso i grandi scrittori italiani e il nostro Risorgimento, per mettere a fuoco i romanzi-chiave che hanno ispirato ed emozionato i lettori e i cittadini dell’Italia che si stava formando. «Prima di tutti quello più celebre – spiega Paolo Mieli - “I promessi sposi”, pubblicato nel 1827, al quale Giuseppe Mazzini in una recensione di dieci anni più tardi rimproverò di non avere quella passione che si risolve in forza ed eroismo, semi di una possibile rivolta. Il contributo principale che Manzoni diede alla causa unitaria fu quello di investire sulla lingua italiana, missione a cui si sarebbe interamente dedicato negli anni successivi all’Unità presiedendo (1868) una commissione istituita dal ministro Emilio Broglio (..). E non è cosa da poco».
Un percorso importante del festival è anche quest’anno dedicato ai temi del lavoro, dell’economia e della riflessione geopolitica: a pordenonelegge farà tappa domani uno dei nomi di riferimento dell’economia politica internazionale, Loretta Napoleoni. Proprio domani è in uscita il suo nuovo lavoro, Il contagio, dedicato all’ondata planetaria di rivendicazione della democrazia, che dal Nord Africa si è riverberata ai Paesi arabi e, spiega Napoleoni, “torna come un boomerang a colpire il nostro sistema malato”. L’autrice lo presenterà a Pordenone alle 12, a Palazzo Montereale Mantica.
Se il primo incontro del festival (ore 9, Chiostro della Biblioteca Civica) sarà una lettura de “L’Orlando furioso” frutto della collaborazione fra il Liceo Leopardi-Majoarana e la Compagnia Teatrale Punto e … a Capo su coordinamento di Carla Manzon, Silvia Corelli, Susanna Corelli e Massimiliano Merisi, il programma della mattinata racconterà anche “Come nasce un libro”, con Claudia Tarolo, Marco Zapparoli, Mauro Danelli e Fulvio Ervas, e ospiterà protagonisti importanti della riflessione sul nostro tempo, da Gabriele Nissim (La bontà insensata, ore 10 Ridotto del Teatro Verdi) a Walter Pedullà (Il cubo di Savinio, Le avanguardie del ‘900, ore 11 Auditorium Istituto Vendramini), a Paolo Ferri che sarà intervistato da un gruppo di studenti sul tema dei “nativi digitali”, giovani “adepti” della nuova cultura digitale e di nuove metodologie comunicative a scuola, nel lavoro e nella vita di tutti i giorni (ore 10, Convento di San Francesco).
Fra gli eventi del festival, la rinnovata collaborazione con il Premio Campiello: il neo vincitore 2011, Andrea Molesini, autore del romanzo “Non tutti i bastardi sono di Vienna”, sarà protagonista domani della Serata in onore del Premio Campiello 2011, alle 21 al Convento di San Francesco, presenti due componenti la Giuria dei letterati, Annamaria Testa ed Ermanno Paccagnini. Molesini sarà anche impegnato, sabato 17 settembre (ore 18.30, Ridotto del Teatro Verdi) della conversazione “Storia e racconto”, con Valeria Montaldi. Inoltre, giovedì 15 settembre, alle 10 al Convento di San Francesco, spazio al Campiello giovani con i cinque finalisti della XVI edizione, Mattia Conti,Martina Evangelisti, Stefano Pietrosanti, Luzia Ribeiro Da Costa, Martina Zago e Viola di Grado, vincitrice del Campiello Opera Prima 2011. Presenta la scrittrice Federica Manzon.
Nell’ambito del percorso dedicato alle Storie di Sport, domani l’incontro su “La boxe a Pordenone. 70 anni di storia e di passione”, protagonisti il pugile Patrizio Oliva con Luciano Bomben e Giuseppe Grifoni (ore 17, Chiostro della Biblioteca Civica). Al festival domani anche l’omaggio ad Andrea Zanzotto e ai suoi scritti sul cinema: in collaborazione con Cinemazero l’incontro dell’esperto Luciano De Giusti (ore 17, Palazzo della Camera di Commercio) e alle 21, a Palazzo Montereale Mantina, “Le dieci parole, introduzione al Decalogo”, a cura di Renato De Zan introdotto da Giampiero Comolli.
Partono domani sera anche gli appuntamenti con il percorso poesia: “Alla sera, la poesia …” propone domani, alle 21 nello spazio della Loggia del Municipio, letture dei poeti Fabio Franzin, Francesco Tomada, Marco Munaro, Mario Zattoni.
(Comunicato Stampa)
“Un uomo, e un uomo da solo, portò l’Italia in guerra”, sancì Winston Churchill, fotografando l’Italia di fine anni Trenta e il fallimentare ingresso del nostro Paese nella Seconda Guerra mondiale. Ma forse le cose non andarono esattamente così. Lo storico inglese John Gooch, autore di un volume presto diventato di riferimento per gli la storia militare dello scorso secolo, illustra da una nuova prospettiva come la catastrofe che sconvolse l’Italia nella Seconda guerra mondiale non fu causata dalla dissennatezza di un uomo, ma fu il risultato di un fallimento collettivo, maturato agli alti livelli di comando. “Mussolini e i suoi generali. Forze armate e politica estera fascista 1922-1940” (Collana Novecento, n. 8 - pagine 768 prezzo: 45 euro) è appunto il titolo del volume, edito LEG – Libreria Editrice Goriziana, che attinge a documenti poco noti e finora inediti provenienti dagli archivi delle forze armate italiane: Gooch rivela nel dettaglio, e nella loro interezza, i piani dell’esercito, della marina e dell’aeronautica, spesso in contrapposizione fra loro, analizzando lo stretto legame tra la politica militare fascista e gli affari esteri del regime tra il 1922 e il 1940. Esaminando contraddizioni irrisolte e bizzarre “ispirazioni” politiche, Gooch delinea un quadro unico per ricchezza di fonti e indispensabile sia per la comprensione del periodo interbellico, sia per la responsabilità delle scelte, spesso frutto di irrazionalità e incompetenza, che indubbiamente Mussolini ebbe, ma che i suoi generali in parte condivisero. Di straordinario impatto storico, la nuova pubblicazione curata da LEG si presenta in prima a pordenonelegge domenica 18 settembre (ore 16.30, Palazzo Della Camera Di Commercio, Sala Convegni): ne converseranno l’autore e lo studioso Nicola Labanca. John Gooch è professore emerito di storia internazionale all’Università di Leeds (Gran Bretagna). Nato nel 1945, si è laureato in storia moderna e contemporanea all’Università di Londra, ha insegnato nelle Università di Londra, Lancaster, Leeds e Yale, e al Naval War College negli Stati Uniti. Ha pubblicato una ventina di libri di storia militare, tra i quali Esercito, stato e società in Italia 1870-1915 (1989) e Soldati e borghesi nell’Europa moderna (1982). Nel 2011 ha ricevuto l’onorificenza di cavaliere dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana.
Hanno età, interessi, attività e provenienze molto diverse. C’è chi ha poco più di vent’anni e chi ne ha poco meno di settanta, c’è chi danza e chi fa la guardia forestale, chi si adatta ai nostri tempi di precariato e chi insegna matematica all’università, o magari da vent’anni lavora nella stessa fabbrica di resine collanti. In comune, però, hanno una tenace passione per la scrittura, un indubbio talento, e una buona dose determinazione. Sono i sei scrittori selezionati per il nuovo progetto Roland, scritture emergenti, al via nell’ambito di pordenonelegge.it 2011. Sei autori inediti che naturalmente aspirano alla pubblicazione, e che proprio al festival di Pordenone troveranno un momento prezioso, originale e certo innovativo, di incontro e confronto con i loro potenziali selezionatori - i ‘temutissimi’ editor nazionali chiamati a vagliare i testi – ma anche con i loro futuri lettori, giacchè questo ‘laboratorio’ si svolgerà alla presenza del pubblico di pordenonelegge. Eleonora Caruso di Novara, Piergianni Curti, torinese, Francesca Esposito di Milano, Renzo Vinzio, valdostano, Alessandro Romeo veneziano di stanza a Torino e Michele Lamon, milanese di nascita ma udinese di adozione da oltre vent’anni e finalista al Premio Calvino 2010, tutti selezionati attraverso i migliori bacini di scrittura italiani (riviste cartacee e on line, laboratori di scrittura), saranno protagonisti del laboratorio Roland, scritture emergenti promosso da pordenonescrive, ideato e curato dallo scrittore Giorgio Vasta e dall’editor Marco Peano. Nell’arco di due mattinate, sabato 17 e domenica 18 settembre, discuteranno dei loro lavori al Convento di San Francesco (dalle 10) con sei editor: Giulio Mozzi (Einaudi Stile Libero), Giulia Ichino (Mondadori), Vincenzo Ostuni (Ponte alle Grazie), Dalia Oggero (Einaudi), Michele Rossi (Rizzoli) e Nicola Lagioia (minimum fax). «Scoprire un nuovo scrittore - anticipa Alberto Garlini, curatore del festival - vuol dire scoprire una nuova porzione di mondo. Forse di questi tempi può sembrare impossibile, ma il mondo è affamato di storie. Viviamo quotidianamente in una dimensione che è a metà fra la fiction e la realtà, quasi che il bisogno di raccontare sia antropologico. Pordenone, attraverso il festival e la scuola di scrittura, vuole fare qualcosa di concreto: dare una sponda per scoprire nuovi talenti, incrociare il discorso editoriale con questo bisogno primario dell’uomo e far crescere nuove generazioni di scrittori sempre più consapevoli». Non a caso il laboratorio prende il via a Pordenone, che in questi anni si è affermata come capitale orientale della scrittura narrativa, sede non solo del festival pordenonelegge ma anche di una scuola di scrittura e cuore pulsante del progetto Dedalus, dedicato alla realtà letteraria italiana. Senza dimenticare i talenti letterari che nell’ultimo decennio sono fioriti in città, da Mauro Covacich a Tullio Avoledo, da Federica Manzon a Simone Marcuzzi, agli stessi Gian Mario Villalta, fresco vincitore del premio Viareggio Poesia e direttore artistico di pordenonelegge, e Alberto Garlini, curatore del festival e, con Gian Mario Villalta, della sua derivazione ‘operativa’, la scuola di scrittura pordenonescrive. Roland sarà dunque un’agorà frizzante per ragionare sui testi degli autori in una discussione critica intorno alla scrittura e all’editoria, e forse davvero per scoprire nuovi nomi e nuovi talenti letterari da aggiungere in dote alla ‘città degli scrittori’. Ma c’è di più: Roland proseguirà due settimane dopo a Milano, “capitale” della grande editoria e città attivissima anche sul fronte dell’editoria indipendente: giovedì primo ottobre, negli spazi di Assab One, è in programma il numero zero di Roland. Macchine e animali, una giornata per descrivere il progetto Roland nel suo complesso, tra Pordenone e Milano. «Roland – spiega Giorgio Vasta – vuole aprire una finestra per scrutare i meccanismi che intervengono da un lato nell’immaginare e scrivere un libro, dall’altro nel decidere di pubblicarlo o di non pubblicarlo. La scrittura narrativa e l’editoria sono contesti molto più complessi e conflittuali di quanto si creda. Se certamente esiste una parte di prassi editoriale concentrata sul “caso” e sul mainstream, sui cosiddetti bestsellers, esiste anche un’altra parte di lavoro editoriale, quella che ci sta più a cuore, per sua natura critica e problematizzante. Esiste un “fare” editoria che continua ad assumersi la responsabilità di scelte coraggiose e spiazzanti decidendo di svolgere un ruolo attivo di regia culturale».
Si rinnova dal 14 al 18 settembre 2011 l’appuntamento con pordenonelegge, la Festa del Libro con gli Autori: è la 12^ edizione di una tra le più attese manifestazioni dell’agenda culturale italiana, curata da Gian Mario Villalta (Direttore Artistico), Alberto Garlini e Valentina Gasparet, promossa dalla Camera di Commercio I. A. A. di Pordenone attraverso la propria Azienda Speciale ConCentro con la Regione FVG, la Provincia e il Comune di Pordenone, la Fondazione CRUP, Pordenone Fiere, Banca Popolare FriulAdria e Cinemazero.
Va allo scrittore Alessandro Baricco il Premio FriulAdria La storia in un romanzo 2011, nato dalla collaborazione fra pordenonelegge.it e il festival goriziano èStoria, promosso da Banca Popolare FriulAdria Crédit Agricole. Per la prima volta a vincere il premio è uno scrittore italiano: in molti momenti della sua opera, ma in particolare nel romanzo Questa storia, Baricco ha saputo raccontare con stupefazione e sgomento il dramma, ma anche la bellezza, di un intero secolo, il Novecento.
Anche quest’anno a pordenonelegge.it ci saranno grandi nomi della letteratura italiana e internazionale, con un programma che unisce mostri sacri a scrittori esordienti. Il tema dei 150 anni dell’Unità d’Italia sarà al centro dell’incontro che inaugurerà ufficialmente il festival, mercoledì 14 settembre con un ospite d’eccezione Paolo Mieli, curatore di una collana sui romanzi che hanno costruito l’identità nazionale. Sulla stessa lunghezza d’onda si porranno gli incontri con Giancarlo De Cataldo, Ugo Riccarelli e con David Riondino: la sua consueta abilità affabulatoria ci consentirà di conoscere più da vicino, in modo leggero e divertito, uno dei padri fondatori italiani, Camillo Benso conte di Cavour. Molti saranno i dialoghi inediti della prossima edizione di pordenonelegge. Intorno al romanzo storico ruoterà il dialogo fra Andrea Molesini e Valeria Montaldi. Di carattere letterario il dialogo fra Marco Malvaldi e Lorenza Foschini: Marcel Proust e Pellegrino Artusi verranno evocati con grazia, divertimento e sapienti atmosfere romanzesche. Di sentimenti nella loro declinazione sovversiva, ci parleranno Roberto Ferrucci e Tiziano Scarpa, e due dei migliori scrittori della generazione dei quarantenni, Alessandro Bertante ed Emanuele Tonon. Mentre Ferdinando Camon e Cesare De Michelis ci aiuteranno a capire il paesaggio umano e psichico nato dalle ceneri della civiltà contadina. Postmoderni, detritici e rock, Tullio Avoledo e Davide “Boosta” Di Leo ci faranno entrare, giocosamente, ma non troppo, nel mondo oscuro della mistica neonazi. Fantapolitico e orwelliano sarà il romanzo che presenterà Antonio Scurati, al festival anche Gianni Biondillo, Alessia Gazzola, Mariapia Veladiano, Giorgio Montefoschi, Maria Venturi, Pietrangelo Buttafuoco, Simonetta Agnello Hornby, Federica Manzon, Silvio Muccino e Carla Vangelista, Walter Pedullà, Natalino Balasso, Pietro Spirito, Mauro Corona, e il vincitore della XLIX edizione del Premio Campiello in un incontro in cui interverranno Ermanno Paccagnini e Annamaria Testa.
Di straordinaria rilevanza è anche la presenza di autori stranieri, a cominciare dal britannico V. S. Naipaul, premio Nobel per la letteratura nel 2001, e dall’argentino Andres Neuman; poi il russo Zachar Prilepin, il norvegese Karl Ove Knausgård, l’inglese Jim Crace, il messicano Jorge Volpi, il congolese Alain Mabanckou e l’algerino Yasmina Khadra, il francese Philippe Dijan. E ancora molti autori di Best seller, come Jeffery Deaver, Glenn Cooper, John Stephens, Clara Sànchez, Veit Heinichen e Alicia Giménez-Bartlett.
Un omaggio a due autori di culto, Mordecai Richler e Irene Nemirowsky, verrà portato da Matteo Codignola insieme a Noah Richler, figlio di Mordecai; e da Denise Epstein, figlia della Nemirowsky che ci parlerà di un libro di memorie, appena pubblicato in Italia, scritto da sua sorella Elizabeth Gille. Un momento importante della manifestazione verrà dedicato alla drammaturgia slovena con la presenza di Drago Jančar, Dragica Potočnjak, Vinko Moderndorfer, Evald Flisar, Ivo Svetina e Matjaž Zupančič, presentati da Marko Sosič.
Riflettere sul presente, sul nostro tempo, è una delle sfide di pordenonelegge: al festival Eugenio Scalfari, icona del giornalismo italiano, e ancora Enzo Golino, Giampiero Mughini, Gabriele Nissim, Loretta Napoleoni, Mario Tozzi e Carl Safina, ecologista americano.
Architettura, design e arte saranno al centro di molti incontri con Vittorio Gregotti e Guido Martinotti, Luka Skansi e Pierre Alain Croset, Enzo Mari. Per finire, Tullio Pericoli, con un incontro a lui dedicato e una piccola mostra ci porterà nel mondo dei suoi ritratti d’autore, dal segno lieve, ironico e nello stesso tempo definitivo.
Il modello italiano che sposa bellezza del territorio, tesori artistici e cultura con una secolare sapienza culinaria trova uno spazio d’eccezione all’interno di pordenonelegge: con Allan Bay, Marco Bianch, Arrigo Cipriani, il mitico inventore dell’Harry’s bar, Emanuela Folliero, Sapo Matteucci e Vito.
John Gooch e Nicola Labanca dialogheranno, per l’uscita italiana del celebre Mussolini and His Generals, sul fascismo dell’ultimo periodo, quello della guerra. Tra storia e politica anche l’incontro con Piero Panzarino, Marzio Breda e Monica Fioravanzo, che si interrogheranno sull’eredita politica di Aldo Moro. Il diario di sei mesi con gli Alpini, sulla Ring Road, l’anello d’asfalto che corre attraverso il territorio dell’Afghanistan, verrà raccontato a pordenonelegge da Mario Renna e Toni Capuozzo.
Di straordinario spessore sarà la qualità degli incontri dedicati alla scienza e alla filosofia. A partire dalle lezioni magistrali di Zygmunt Bauman e Niles Eldredge e Benedetto Carucci Viterbi, rabbino preside delle Scuole ebraiche di Roma, che terrà una lectio sul primo comandamento: “Io sono il Signore Dio tuo”. Le nuove tecnologie spesso cambiano sia la fruizione dell’arte che il modo stesso di riprodurla: alle soglie della nuova era degli ebook, Edoardo Fleischner, Antonio Tombolini, Cristina Mussinelli e Antonio Riccardi ne spiegheranno i vantaggi e le potenzialità per il mercato del libro. Partendo dall’ultimo romanzo di Bruno Arpaia, L’Energia del vuoto, lo stesso Arpaia insieme a Anna Gregorio, discuteranno di come i grandi temi della scienza possono essere affrontati dai narratori. Una famosa scienziata, l’astrofisica Margherita Hack, si proporrà in modo più leggero e inconsueto: l’amore per la natura spiegato attraverso il piacere della bicicletta.
Dopo il grande successo degli scorsi anni, l’edizione 2011 di pordenonelegge ripropone la Mappa dei Sentimenti, per raccontare otto sentimenti. Quest’anno saranno psicologi, psichiatri e psicoanalisti ad avere il compito di raccontare come è cambiata la nostra vita intima: la Speranza, l’Odio, l’Inquietudine, l’Invidia, la Gelosia, l’Amore, la Felicità e l’Amicizia troveranno in Eugenio Borgna, Paolo Crepet, Peppe Dell’Acqua, Renato Gerbaudo, Anna Oliverio Ferraris, Maria Rita Parsi, Massimo Recalcati e Vera Slepoj la voce di una appassionata meditazione, con la quale tracciare le vie del nostro sentire.
Ancora una volta pordenonelegge.it si occuperà dei linguaggi contigui e comunicanti a quello della letteratura, soffermandosi in particolare sulle parole in scena. Fra i protagonisti Flavio Oreglio, Gene Gnocchi, Giuseppe Cederna, Patrizio Roversi e Susy Blady, Massimo Cirri e Natalino Balasso, Mauro Covacich, Giuseppe Battiston, Paolo Mereghetti, Lina Wertmuller e Teddy Reno. Ritorna a pordenonelegge il progetto Autori/Sceneggiatori volto a riflettere sul rapporto tra la scrittura letteraria e quella cinematografica, mettendo a confronto lo sceneggiatore di un film e l’autore del libro da cui questo è tratto. Aprirà il percorso Ivan Cotroneo, autore del libro La kriptonite nella borsa, per il quale firma anche sceneggiatura e regia. Il secondo appuntamento vedrà a confronto Paolo Giordano, autore del successo letterario La solitudine dei numeri primi e Saverio Costanzo, regista che coraggiosamente è andato oltre a una semplice traduzione del testo per il cinema. A moderare gli incontri Francesco Piccolo. La presentazione in esclusiva a pordenonelegge.it della pubblicazione allegata al dvd de Il Gioiellino di Andrea Molaioli diventa l’occasione per approfondire i retroscena di una delle più grandi truffe del secolo: il crack Parmalat. A parlarne il giornalista Massimo Giannini e il regista Andrea Molaioli.
A pordenonelegge anche le Storie di Sport, con la nuova biografia di Dino Zoff firmata da Giuseppe Manfridi, e con l’incontro a più voci con Roberto Ghidoni e Marco Patucchi. Un altro grandissimo personaggio sportivo del nostro tempo, il quattrocentista Oscar Pistorius, racconterà la sua vita: il coraggio, l’orgoglio e l’ironia, i momenti bui e la dura battaglia per conquistare il diritto a poter partecipare alle Olimpiadi, e in assoluto a non essere considerato un atleta disabile.