Nato nel 1924, nonostante l’età matura, Livio Rosignano, pittore istriano di nascita, ma triestino d’adozione e decano degli artisti locali, riscopre la sua pittura attraverso un “nuovo realismo”, che porterà in mostra venerdì 5 aprile alle ore 19, a cura di Marianna Accerboni, negli spazi di una nuova galleria d’arte, la Lux Art Gallery (via Rittmeyer 7/a) di Trieste, diretta da Giorgio Parovel.
Nel suo fascinoso atelier, sito all’ultimo piano di uno degli edifici storici di via della Geppa a Trieste, con vista romantica sui tetti della nostra splendida città, Rosignano ci racconta che ormai non dipinge più lì, ma compone i suoi quadri in un piccolo studiolo che fa parte della casa in cui abita: in questo angusto spazio, dipinge quadri incredibilmente grandi, grazie alla sua ricca esperienza e al suo grande talento: tra questi una tela di due metri per uno e mezzo che, nella luce azzurra e limpida, racconta la bellezza del golfo di Sistiana visto dalla costiera. È una delle sessanta opere esposte in mostra fino al 23 aprile, per la maggior parte inedite, che testimoniano la sua ultima maniera: una pittura “costruita” mediante linee più essenziali e un luminoso, più pacificato cromatismo.
Negli anni ’50 del ‘900 aveva iniziato dipingendo quadri che ripercorrevano, per la forza dei colori e le
sfumature selvagge, memori di van Gogh e Gauguin, il fauvismo, per poi passare a una pittura espressionista più tonale e rarefatta, che ritraeva l’animo umano: una sorta d’introspezione cromatica, che l’aveva nel tempo avvicinato a Bacon, artista inglese dell’ultima frangia dell’espressionismo europeo. Importanti sono ovviamente anche i 15.000 disegni, che sottendono ogni suo olio : “Quando dipingo - afferma infatti Rosignano - lo faccio sempre a memoria, ma sulla traccia formidabile di migliaia di disegni: a memoria, perché, solo attraverso il ricordo, traspare la vera essenza di un volto, di un paesaggio o di un personaggio”.
Oggi Rosignano, con la sua funambolica e colta capacità di rinnovarsi, si conferma ancora una volta artista di livello europeo, capace di esprimere in modo intuitivo e introspettivo le ansie, il dramma esistenziale e la solitudine del nostro tempo secondo un lessico personale, che con grande sensibilità, pone al centro della sua riflessione l’essere umano, con le sue debolezze e il suo dolore, che trovano la loro catarsi in una natura di luce e armonica bellezza: un mondo rinnovato, in cui vengono raffigurati il nostro mare azzurro, il nostro Carso ruvido, i caffè storici tra luci soffuse e colori caldi, come il caffè san Marco, ma in cui viene riproposto ancora una volta il quotidiano della povera gente, che guarda trascorrere la vita con gli occhi attoniti dei vinti (fino al 23 aprile con orario: sabato 6 aprile 10–13 e 17-20 / domenica 7 aprile 10-13 / dall’8 al 23 aprile 17 – 20).
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