A immagine e somiglianza del suo allenatore. Questa è la Juventus che ha triturato ogni avversario dello stivale e si è aggiudicata il suo 29° (31°?) scudetto, secondo consecutivo, dopo due settimi posti anch’essi in successione. Basterebbe limitarsi a questo dato per comprendere la sterzata conferita alla squadra dall’approdo di Antonio Conte sulla panchina bianconera. I meriti del tecnico spaziano in ogni settore, da quello tecnico-tattico, in cui ha proposto con efficacia un calcio “europeo” (unica italiana assieme alla Fiorentina), a quello mentale, iniettando nelle vene di Chiellini&Co. quell’indomabile spirito juventino che si era smarrito dopo calciopoli.
Il Palermo di oggi ha provato a rovinare la festa dei torinesi, sfiorando il colpaccio con il palo di Miccoli al 6′, che ha avuto un “effetto-sveglia” su Pirlo e compagni, che da quel momento hanno premuto l’acceleratore in direzione del traguardo finale di una stagione da incorniciare. L’ultima spinta ai bianconeri in direzione del tricolore l’hanno data Donati (letteralmente su Vucinic) e lo stesso direttore di gara, Romeo, che ha giudicato l’intervento del centrocampista siciliano tale da comportare la massima punizione. Il sigillo di Vidal è tanto importante quanto simbolico, essendo il cileno il migliore marcatore stagionale della Juventus e uomo-copertina per temperamento e costanza, in attesa che il mercato estivo ne attesti l’amore per Vecchia Signora. Che poi tanto anziana non è, mostrando sul campo molto ardore e un finale in crescendo in cui molti attori (nessun protagonista, anche se Ibra…) vanno vicini al raddoppio, su tutti Quagliarella, Chiellini e Vucinic. Il Palermo, entrato allo Juventus Stadium con il disperato bisogno di punti-salvezza (ora il Genoa è a +3) ritorna in Sicilia con l’amaro in bocca e con la consapevolezza che la gara di mercoledì contro l’Udinese sarà l’ultimo appello di un corso di Laurea che nessuno dei rosanero attendeva così impegnativo.
La Torino bianconera abbraccerà in serata i propri beniamini, che festeggeranno il trionfo tra le vie del capoluogo piemontese, sul “classico” pullman scoperto. Chiellini ha dato la passione, Barzagli la sicurezza. Pirlo è stato il faro che ha illuminato la strada ai compagni. Vidal e Marchisio gli stakanovisti, Pogba la gemma rara. Vucinic poca croce e tanta, tanta delizia. Come fare di questo gruppo di giocatori una squadra? Antonio Conte. E la festa continua…
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