Ieri, giovedì 20 ottobre, è iniziato il Festival Ad Alta Voce, il cui tema quest’anno è “Confini. Parole senza barriere”. La manifestazione è organizzata da COOP Alleanza 3.0 ed è ormai arrivata alla sua XV edizione. Ogni anno Ad alta voce viene organizzato in una città diversa e quest’anno, per il tema “Confini”, gli organizzatori hanno pensato che in Italia nessuna città come Trieste avrebbe potuto rappresentare la dualità confine-sconfinamento. Il festival, che animerà il capoluogo giuliano fino a sabato 22 ottobre, è un insieme di incontri, letture e musica e coinvolge diversi luoghi della città: dal Caffè degli Specchi al Caffè San Marco, dal Teatro Miela al Teatro La Contrada, per spostarsi poi in alcuni luoghi insoliti come la Basilica di San Silvestro, il Museo Sartorio o il Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa.

Nella giornata di ieri, giovedì 20 ottobre, alle 17:30 nel Salone degli Incanti di Trieste,si è tenuta la serata inaugurale del Festival intitolata “Barriere o ponti? L’Europa di fronte alle migrazioni”. Sono intervenuti Ezio Mauro (giornalista, ex direttore di La Repubblica) e Marina Calculli (ricercatrice presso l’Institut for Middle Eastern Studies della George Washington University). Moderava il dibattito Enzo D’Antona (giornalista, direttore di Il Piccolo).

Ezio Mauro

La discussione ha toccato i temi dell’immigrazione, della situazione politica europea e delle problematiche legate ai conflitti in Medio Oriente. Marina Calculli ha tracciato un quadro della regione, evidenziandone i processi e i cambiamenti geopolitici a partire dalla Primavera araba. Ezio Mauro ha dedicato il suo intervento al tema dell’immigrazione e al dovere d’accoglienza. Dopo aver descritto l’inquietudine sentita da una parte della popolazione per il fenomeno migratorio, si è fatto portavoce della nostra responsabilità nei confronti degli altri esseri umani.

Questa mattina invece, 21 ottobre, al Teatro Miela Bonawentura a partire dalle ore 11.00 si è tenuto l’incontro riservato alle scuole superiori dal titolo “Odissee”. Per l’occasione sono intervenuti Medici Senza Frontiere e lo scrittore e giornalista Paolo Rumiz. Durante la mattinata si è parlato di migrazione e di odissee odierne, facendo riferimento ai continui viaggi che spingono le persone ad abbandonare la propria terra e le proprie famiglie per giungere in Paesi sconosciuti.

Paolo Rumiz

A tal proposito, Paolo Rumiz ha proposto un parallelismo tra la storia di Ulisse nell’Odissea e i migranti odierni, accomunati dalle inevitabili perdite che i viaggi comportano. Ha sottolineato infatti un episodio dell’opera in cui avviene l’incontro tra lo sconosciuto che non si sa da dove venga e gli abitanti dell’isola. “Da dove vieni?” è, secondo lo scrittore, la domanda chiave che bisognerebbe fare alle persone che migrano e sbarcano: “solo attraverso il racconto della sua storia Odisseo diventa uomo, si umanizza. […] L’Odissea è la storia che un naufrago, che ha tutto perduto, racconta nella reggia di un re. Non sono re quelli che arrivano (i migranti ndr), ma chiunque di loro voi poteste ascoltare, lo trasformereste in un re.”. Sul tema hanno dibattuto poi Annapaola Porzio (prefetto di Trieste), Rada Zarkovic (progetto Lamponi di Pace, Cooperativa Insieme) e un rappresentante di ICS - Ufficio Rifiugiati Onlus.

Tutte le prossime iniziative sono consultabili dal sito ufficiale di Ad Alta Voce.

 

 

 

 

 

 

Con il contributo di Cristina Petronio