In occasione dell’Internet Day FVG, RadioinCorso ha intervistato i rappresentanti dei tre gruppi vincitori dell’Hackathon Trieste 2016.
Un Hackathon (Hacker – Marathon) è una maratona digitale nel corso della quale i partecipanti si dividono in gruppi ed elaborano mockup web o app. E nonostante il nome, anche se “spaventa un po’ l’idea di stare in mezzo a 100 nerd che urlano, sudano e schiacciano tasti a velocità supersonica” non è un paese per soli programmatori. Grafici, designer, creativi, business manager, startupper, economisti, comunicatori, marketing strategist, video e photo editor, project manager, youtuber, artisti: c’è spazio per tutti, se non per vincere almeno per partecipare.
L’Hackathon è un’esperienza essenziale per chi dopo un percorso scolastico teorico vuole mettersi in gioco e realizzare le proprie idee, ma anche un’occasione per chi non ha mai affrontato il mondo del lavoro per colmare il divario fra la scuola e la vita reale. È uno spazio di condivisione delle conoscenze e di collaborazione, nel quale se il team ha la chimica giusta un’idea nasce, si sviluppa e viene realizzata durante un unico lungo attimo di apnea. Nel caso dell’HTS Ep.0 2016, 27 ore non stop di brainstorming, progettazione, programming, editing, caffè, pisolini e occasionali partite di calcetto “con la stagnola del panino, come quella volta al liceo”, video su youtube per ricaricare le batterie e alleggerire l’atmosfera. In borsa un vero e proprio kit di sopravvivenza, oltre ai computer: “deodoranti, salviette, ibuprofene, e per fortuna che c’era Illy a rifornirci di caffè”. Nonostante la stanchezza, tutti parlano dell’Hackathon come un’esperienza complessa, particolare e imperdibile. Un “ambiente vivo nel quale è stato bello immergersi completamente grazie anche alla musica e alla bella atmosfera di questa edizione triestina”, confrontarsi con gli altri e con se stessi testando i propri limiti, imparando a lavorare in team con persone diverse per background ed esperienze, scoprendo feeling e punti di contatto inaspettati.
“I primi dieci minuti sono stati bellissimi: ho abbracciato uno sconosciuto che mi ha detto che il caffè era gratis.”
Fra i vincitori c’è chi ha seguito un percorso universitario e chi una lunga gavetta professionale, chi ha “studiato colori” e chi pensa che “la presentazione non è tutto, è l’unica cosa”, chi si è presentato insieme ai vecchi amici con un piano già in testa e una strategia vincente, e chi si è affidato al caso e ha affrontato la folla degli “scompagnati” per mischiare le carte, in cerca di un’idea da realizzare o di qualcuno con le competenze necessarie a realizzare la propria. Insomma un’esperienza per chiunque, a patto di essere disposti a mettersi veramente in gioco, nella quale la versatilità è la chiave. Nella maratona digitale bisogna sapersi adattare e reinventare, respirando e plasmando un ambiente perfetto per imparare, fare esperienze e scoprire nuove prospettive su vecchie idee.
Un vero creativo non può mancare e perdere un’occasione per creare, divertirsi, soffrire, sudare e trovare una buona dose di motivazione dopo tanti anni di ragnatele accademiche.