Ah, lo spirito natalizio. Alberi di Natale (sempre un po’ storti), cenoni (rigorosamente indigesti) e catene di Sant’Antonio (esistono ancora?). E, poi, le canzoncine delle radio (a proposito, avete ascoltata quella di Radioincorso.it?). Insomma, c’è chi esagera perché non riesce a trattenere l’eccitazione, chi ne resta indifferente “perchè è tutta colpa della Coca Cola”, chi si fa prendere la mano fino ad esiti a dir poco inquietanti, tipo alcune decorazioni di giardini americani che definire kitsch è un po’ come assolverle.
Altro segnale di ingresso in red zone - dove il riferimento alla pornografia è quasi certamente voluto, nonostante sia stato anch’io un ingenuo bambino - è l’apparizione dei fanatici del presepe. A dire il vero, è solo l’ultimo camuffamento dell’anno: prima sono stati strenui difensori dei crocefissi nella scuole, poi sceriffi del gender “che è ovunque”, e infine ultimi baluardi dell’erezione delle statuine, sempre in procinto di cadere sul muschio umidiccio. Ma non divaghiamo. Le tradizioni sono importanti, ma le vacanze lo sono di più. E ultimo nella catena, non solo alimentare, del Natale è lo studente universitario. Diffidente, isterico, lievemente festaiolo, visto che l’attesa è ovviamente tutta per il Capodanno, anche se la nonna è sempre la nonna. Per lui le feste sono la quiete prima della tempesta (il poeta, evidentemente, aveva invertito la successione…). Perché la sessione invernale si avvicina. Maledetto Natale.
Ora, però, disponiamo di un’indagine rigorosissima su come passeranno il Natale gli studenti universitari. Docsity.com - portale dove studenti di tutto il mondo si scambiano appunti, materiali utili per lo studio e consigli sui professori - ha intervistato oltre 700mila studenti nelle ultime settimane del 2015. I risultati non sono sorprendenti: la metà degli intervistati non partirà per le vacanze di Natale (si prevedono aule studio piene), il 16% sosterrà un esame a gennaio, ma del sangue, e un buon quarto ricomincerà il conto alla rovescia in vista delle prossime vacanze.
Qui sotto l’infografica preparata da docsity.com.
