Ha deciso di andarsene per conto suo al largo del golfo. La bora è riuscita a liberare il gigante del mare di Trieste, il pontone Ursus. “Parcheggiata” al molo quarto, la gru alta 80 metri è appoggiata su una piattaforma galleggiante. Dopo la rottura dei cavi, il pontone è finito nella rada antistante a piazza dell’Unità d’Italia. A quel punto sono intervenuti i rimorchiatori, messi in allerta dalla Capitaneria di porto, che hanno agganciato l’imponente struttura e hanno iniziato le manovre per riportare la piattaforma a riva. Anche li si sono spezzati i cavi e per un attimo l’Ursus pensava di farla franca: è stato poi definitivamente legato e portato presso l’Arsenale triestino, area più riparata dal vento che si trova nel Porto nuovo, a miglia di distanza dalle rive cittadine. L’Ursus, un reperto di archeologia industriale interamente progettata e costruita nei Cantieri Triestini agli inizi del Novecento, è stata utilizzata nella realizzazione di progetti navali e oggi viene utilizzata per eventi o mostre. In città erano state raccolte cinquemila firme per mantenere a Trieste la struttura.
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