Dopo l’Andria, la Triestina va k.o. anche col Barletta: Discepoli a rischio

Dall’incidente di percorso al processo a squadra e allenatore. Chi l’avrebbe mai detto. La Triestina ha appena collezionato, con quella di ieri sera, 4 sconfitte negli ultimi 5 incontri, dei quali 2 disputati in casa. Diciamo che quanto sta accadendo non corrisponde pienamente a quanto pianificato o almeno auspicato dalla società. Ed è stato proprio il presidente Aletti, reduce dal tormentato divorzio con l’ex-presidente De Angelis (alla quale è stato addirittura vietato l’accesso al Rocco), ad alzare la voce nel post-partita ieri sera. Facile dedurre con chi se la sia presa. Basta dire che la panchina di Discepoli già, o meglio, ormai, traballa come non mai. Quella di ieri, tra le 4 sconfitte recenti, è stata la più meritata, col Barletta apparentemente guardingo nel primo tempo, che sfiora subito il gol con Infantino, gestendo senza affanni dato che l’Unione non riesce quasi mai ad entrare in area. C’è da dire che il gap dato dal forfait dell’ultimo minuto di capitan Allegretti, uscito durante il riscaldamento, ha pesato e non poco. Al 36′ p.t. esce anche chi l’ha sostituito, Silvestri, per far posto ad un inconcludente Gissi, nato proprio a Barletta, ormai ex titolare. Il Barletta, dal canto suo, passa da guardingo a padrone del campo. Nella ripresa, gli ospiti non tardano a rendersi pericolosi: bastano 11 minuti e Mazzeo colpisce in contropiede per lo 0-1. Discepoli risponde: fuori Evola per il triestino Princivalli. Il cambio sortisce gli effetti sperati e arriva subito un’occasione da gol, con Curiale, imbeccato da Motta, che purtroppo vede la sua conclusione stamparsi sulla traversa. Il pareggio però arriva poco dopo, ed è opera di uno straordinario Godeas. L’aggettivo però, vale solo per il gesto atletico che è valso il gol, perché nei restanti 89 minuti la punta ha praticamente latitato. Un episodio dunque, che come tale, non ha seguito. Anzi il Barletta ripassa in vantaggio dopo solo 4 minuti. Di nuovo Mazzeo, lasciato colpevolmente solissimo da una disastrosa difesa alabardata: è un gioco da ragazzi insaccare a due passi da Viotti. La reazione della Triestina, nei restanti 16 minuti, sta tutta in un velleitario colpo di testa di Godeas che termina fuori. Il Rocco torna a farsi sentire, come Aletti dopo il triplice fischio. E non sono canti di gioia.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

Nella trasferta di ieri quarto ko per gli alabardati

Questa Triestina sembra non conoscere mezze misure. O si vince o si perde. Le prime 7 partite hanno dato segnali nettamente contrastanti fra loro: da un lato le belle prestazioni contro FeralpiSalò, Siracusa e Latina, dall’altro le sconfitte con Andria e Carrarese, le uniche in cui i biancorossi non hanno demeritato, insieme alle ben più brucianti batoste di Lanciano e ultima in ordine cronologico, Frosinone. Al Matusa ieri si è vista nuovamente una squadra incapace di reagire a breve termine, che va in difficoltà se subisce gol per prima e che, inevitabilmente, finisce per svegliarsi troppo tardi. Certo, il Frosinone era sicuramente un osso durissimo ( 12 dei 15 punti dei laziali sono stati ottenuti in casa con 4 vittorie su 4), ma la Triestina non ha mai fatto suo il match, subendo fin dall’inizio e tentando l’assalto solo nel finale. Il fatto che i padroni di casa siano passati in vantaggio solo al 44′p.t. con Frara è solo un caso. Prima, Viotti ha salvato il risultato ben tre volte: al minuto 8 su Artistico, poi più tardi sullo stesso Artistico e su Aurelio. Il parziale dell’intervallo dunque, era sacrosanto. La mazzata, piuttosto, è stata data dal raddoppio, firmato da Aurelio a soli 5 minuti dall’inizio della ripresa. Neanche il tempo di ragionare dunque, che già la strada per l’Unione si era fatta durissima. Gli effetti del colpo si son visti durante tutta la ripresa, con gli alabardati che hanno raramente impensierito la difesa del Frosinone. Facile il compito dei padroni di casa a questo punto, pronti a ripartire in contropiede. Solo lo scorrere del tempo ha scosso gli animi alabardati, facendo sì che Curiale accorciasse le distanze al minuto 43 s.t., prima del vano forcing finale. In realtà l’Unione ha avuto l’occasione per pareggiare con Godeas che ha messo fuori di un soffio a pochi secondi dal fischio finale, ma a voler essere onesti, sarebbe stato un pareggio immeritato. Dunque, cercasi costanza. E maggior concretezza. A partire dal prossimo, serissimo, impegno col Barletta.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

La Carrarese espugna il Rocco

Come se non fosse bastato il duro k.o. di Andria, la Triestina fa il suo esordio in negativo anche al Rocco e e perde in maniera molto simile ad una settimana fa.
La Carrarese vince 3-2 un match che del resto era aperto a qualsiasi risultato, facendo sua la partita negli ultimi minuti.
Dopo il vantaggio ottenuto grazie ad un’altra perla su punizione di capitan Allegretti, la Triestina si fa subito raggiunere: alla Carrarese bastano sei minuti per mettere a segno l’1-1 con Merini al minuto 9. Ma la Triestina non demorde e continua a creare occasioni, riuscendo a tornare in vantaggio al ‘37 con bomber Godeas, ancora a segno.
Si chiude la prima frazione nel migliore dei modi, ma la ripresa è di tutt’altro ritmo. La Carrarese spinge fin da subito e trova il pareggio al’27 ancora con Merini, che sigla la doppietta personale. Nel finale, invece del pressing dei padroni di casa, che dovrebbero portare a casa la vittoria, arriva la beffa: Gaeta si procura prima e trasforma poi un rigore a dir poco contestato. Finisce 2-3, con la seconda sconfitta consecutiva per l’Unione.
Ma le notizie negative non finiscono qui: in settimana sono state annunciate anche la dimissioni del vicepresidente Vittorio Pedicchio, dovute all’aver constatato alcuni contrasti tra il patron Sergio Aletti e la presidentessa De Angelis.
«Ho constatato che ci sono delle incomprensioni tra il presidente e il consigliere delegato e io non ritengo opportuno stare in mezzo a questa situazione. Quindi, a malincuore, ho deciso di lasciare la carica di vicepresidente», queste le parole di Pedicchio, subito seguite dalle rassicurazioni del caso della presidentessa che ha affermato che i piani della società non cambiano e che il progetto Triestina proseguirà da tutti i punti di vista come programmato.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

L’Unione batte il Siracusa 4-0, gol e spettacolo al Rocco

Settimane, mesi, forse anni. Difficile ricordare l’ultima volta che si è visto uno spettacolo del genere al Rocco. L’odierna vittoria della Triestina ha un sapore che non si gustava veramente da tanto. Seconda vittoria su tre partite, un ottimo rilancio dopo lo stop di Lanciano. Il Siracusa, avversario di quest’oggi, è stato in partita solo per i primi venti minuti, in cui a dire la verità i siciliani si sono espressi persino meglio dei padroni di casa. Ma proprio nel loro momento migliore sono arrivati i gol alabardati che, succedendosi a distanza di pochi minuti, hanno tagliato le gambe agli ospiti. Lo score di fine primo tempo infatti era già sul 3-0, con doppietta di un ottimo Curiale ( prime 2 reti per lui) e gol di Godeas, bravo a ribattere di testa una respinta del portiere ospite su tiro dalla distanza. La ripresa non può che essere fortemente condizionata dal risultato, con il Siracusa tutto in avanti nel vano tentativo di riaprire il match e la Triestina a gestire con calma, sfruttando facili ripartenze. Su una di queste viene fischiato il fallo da cui nasce la magistrale punizione con cui capitan Allegretti firma il poker. Poco dopo, è Godeas, solo davanti al portiere, a sfiorare la cinquina, col pallone che però si stampa sulla traversa. Il Siracusa però non demorde e spinge ancora alla ricerca del gol della bandiera. Baiocco e compagni creano qualche grattacapo alla difesa di casa, ma in tutti i casi Viotti si fa trovare sempre pronto.
Finisce fra gli applausi di un Rocco soddisfatto e evidentemente pieno di speranze per il prosieguo della stagione, una stagione piena di insidie, in una Lega Pro mai così equilibrata. Già domenica prossima, ad attendere gli uomini di Discepoli c’è la dura trasferta di Andria.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

Alle 15 esordio al Nereo Rocco, in cinquemila sulle tribune

La festa è nell’attesa. Macchè, qua il bello deve ancora venire, altro che attesa. “Pulito” il Rocco, fatta la squadra, rivoluzionata la società, ora si aspetta il verdetto più importante, quello del campo. A tal proposito, gli stracciatissimi prezzi lanciati dalla società sono serviti, e molto, a riportare l’entusiasmo in città. Non ci saranno le 10000 persone auspicate dalla neo-presidente De Angelis, ma i quasi 5000 tagliandi distribuiti fino a venti minuti fa, fanno pensare ad uno scenario niente male per la Lega Pro. E Speriamo che gli avversari si lascino intimorire dal tifo della Furlan, altro che teloni. Anche l’avversario di quest’esordio, il neopromosso FeralpiSalò, potrebbe tranquillamente prestarsi al ruolo di vittima sacrificale per una festa d’inizio campionato. Speriamo bene. Intanto mister Discepoli sembre orientato verso il suo 4-3-3, in cui dovrebbero esser presenti ben 5 nuovi acquisti. Questo il probabile undici alabardato:
Viotti, Gissi, Izzo, Thomassen, Tombesi, Rossetti, Allegretti, Princivalli, De Vena, Godeas, Motta.
Certo, sarà difficile ammirare meccanismi ben oleati e assimilati alla perfezione, dato che una settimana fa praticamente mezza squadra non esisteva. Inoltre il serio vantaggio degli ospiti sta proprio nel fatto che si tratta di una squadra poco rimaneggiata che ha svolto unita la preparazione fin dall’inizio.
Speriamo che la voglia di far bene dei neo-alabardati e la carica dei cinquemila abbiano la meglio. Al Rocco l’ardua sentenza.
Buon campionato, Triestina.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

Un punto quasi inutile contro un Livorno opaco

Il quasi è d’obbligo, perché la classifica dice che se la zona salvezza dista ormai 9 punti, quella salvezza è a soli 6 punti, non più 7. Da 31 a 37 il passo non è breve, ma nemmeno lungo. Se poi si buttano via partite come quella di sabato, diventa tutto più difficile. Ragionando in quest’ottica, non è inopportuno dire che sabato è stato fatto un altro piccolo passo verso la retrocessione. Già, perché era necessario vincere, e perché il Livorno, col suo atteggiamento a dir poco moderato, non si è certo dimostrato squadra da serie A, come ambisce a diventare. Ritmo molle, squadre poco reattive. Comprensibile, insomma, il fatto che molti abbiano approfittato del bel tempo, preferendo prati e spiagge agli spalti del Rocco. Ma, nella noia generale, è stata proprio la Triestina a fare qualcosa in più: poco, ma sempre qualcosa in più rispetto all’avversario. Spicca, fra le occasioni, il palo colpito da Dettori al 32′ del primo tempo. Un sussulto, un lampo in 45 minuti piatti. Altra notizia da registrare, l’infortunio ad Antonelli al 22′: stiramento, ergo, niente Portogruaro. Archiviata dunque un’altra insulsa prova, il prossimo avversario è già nella mente degli alabardati: il derby di sabato 16 aprile è infatti un match che, più degli altri, sa di ultima spiaggia. Quest’espressione, di cui tanto si è abusato per descrivere la condizione della Triestina, non è mai stata così appropriata. Il Portogruaro è infatti terzultimo insieme all’Ascoli a quota 37, e rappresenta proprio la tanto ambita zona play out. Avvicinarsi a 3 punti non sarebbe male. Diversamente, ci ritroveremo tra una settimana a commentare un altro passo, stavolta ben più decisivo, verso la Lega Pro.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

La Roma espugna il Friuli con un doppietta di Totti

Dopo 10 vittorie e 3 pareggi domenica scorsa ci aveva pensato già il Lecce ad interrompere la serie positiva degli uomini di Guidolin, ma ci si aspettava una reazione. Sul piano del gioco è arrivata, ma il tabellone sabato ha detto 1-2 per la Roma. Altra sconfitta dunque, stavolta casalinga: non succedeva addirittura dal 19 settembre, Udinese - Juventus 0-4. Sembra un secolo fa. Niente da rimproverare alla splendida stagione dei friulani, ci mancherebbe, ma bisogna comunque fare attenzione a non buttar via quanto di buono fatto finora, a non buttar via il quarto posto. Bisogna comunque sottolineare le assenze di Inler, perno del centrocampo, e di Sanchez, bloccatosi nel riscaldamento. Senza questi due, il centrocampo ha carburato a rilento e Di Natale, là davanti, è sembrato più solo e più spaesato del solito. Ma tant’è. Vanno comunque fatti i complimenti ad una Roma che ci ha messo del suo, con ottime ripartenze, ottimi inserimenti dei suoi centrocampisti, Pizarro fra tutti, e con un Totti sempre più protagonista. Quella di sabato è un’altra doppietta pesante che si aggiunge a quelle siglate con Lazio e Fiorentina. Tuttavia, si potrebbe discutere sugli episodi, su come è maturata la sconfitta: nei minuti di recupero, in occasione del gol annullato ad Asamoah, l’arbitro vede il fallo di mano del ghanese, ma non si accorge che è sbilanciato in quanto vistosamente spinto da Perrotta. Arriverà poi, su ribaltamento di fronte, il gol-vittoria di Totti. E poi, se non fosse stato per il fallo da rigore (comunque giustissimo) di Pinzi su Pizarro al 12’s.t., siamo sicuri che la partita, equilibrata fino ad allora, si sarebbe sbloccata comunque? Poteva essere un onesto punto portato a casa, perché, rush finale a parte, la Roma non ha mai messo sotto l’Udinese con costanza. Gli uomini di Guidolin devono perciò prendere nota e fare ammenda, capendo che i 18 punti che restano servono tutti se si vuole fare il salto di qualità nell’Europa dei grandi. La Lazio infatti, ieri vincitrice, si è portata a quota 57 scavalcando proprio i friulani, che ora sono attesi al varco, domenica 17 nel posticipo serale, da un Napoli che ha ben altre ambizioni. E pensare che all’andata al Friuli è finita 3-1…

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

L’ex patron della Triestina, che aspirava persino a diventare sindaco, si ritrova a dover scontare un anno e 8 mesi

Appropriazione indebita e truffa ai danni della Triestina. Sono queste le condanne, divenute definitive nel febbraio scorso, che hanno portato all’arresto avvenuto ieri a Segrate (Milano), sede del suo gruppo immobiliare, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della repubblica del capoluogo giuliano. Flaviano Tonellotto dunque, 60 anni, presidente della Triestina fino al 2006, paga col carcere una serie di “magie” messe a segno fra maggio 2005 e giugno 2006, quando, come hanno accertato i giudici, comprò un albergo e un palazzo con i soldi della società alabardata. L’inchiesta apertasi in quell’occasione tirò fuori una rete societaria molto complessa, dietro la quale si nascondevano i circa 4 milioni di euro che erano spariti con quegli acquisti. Finiti i tempi della dieta macrobiotica, delle interviste a pagamento, dei grandi ma irrealizzabili progetti, dopo la gestione Tonellotto la Triestina aveva sfiorato il fallimento, evitato dall’acquisizione della maggioranza azionaria da parte di Stefano Fantinel, attuale presidente. Non meno importante, nel corso della sua movimentata gestione, l’appropriazione di un altro bene della società, l’hotel «Il Carso» di Malchina (Trieste), inizialmente destinato ai ragazzi del vivaio. Finisce molto male, dunque, la storia dell’uomo a cui è legata quella che è sicuramente la pagina più nera della storia recente della Triestina. Ma, tanto la città quanto la tifoseria, che non hanno mai amato l’ex patron, sono, non a caso, rimaste del tutto indifferenti di fronte a questo triste epilogo.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

Al Rocco l’Unione si fa raggiungere a 3 minuti dalla fine: è 1-1

Se è vero che la speranza è l’ultima a morire, è anche vero che ormai resta solo quella, o quasi. La Triestina infatti non riesce più a vincere al Rocco, dove dall’inizio del girone di ritorno non è mai arrivata una vittoria. Eppure contro il Varese si è vista una buona prestazione, e quei tre punti sfuggiti a 3′ dalla fine sarebbero stati a dir poco legittimi. Invece è mancata la capacità di saper gestire (una volta tanto) il risultato. Sarà stata l’abitudine a trovarsi nel ruolo di chi deve rincorrere con affanno fino alla fine, sta di fatto che è mancato quel possesso palla, quella serenità che forse avrebbe consentito agli uomini di Salvioni (che non può ancora festeggiare la sua prima vittoria sulla panchina della Triestina, visto che contro Ascoli e Padova sedeva in tribuna in quanto squalificato) di portare a casa una vittoria che era vitale. Il rammarico, oltre che dall’inutile buona prestazione, è dato soprattutto dallo sconfortante ultimo posto in classifica, nonché dal fatto che di giornate ne restano sempre meno, e con la media di un punto a partita, recupararne 6 non è impresa facile.
Il match del Rocco vede il Varese spingere fin dall’inizio, con una Triestina che sembra colta alla sprovvista: l’occasione avuta da Alemao dopo solo 2 minuti ne è la prova. Ma è solo un fuoco di paglia, perchè il ritmo della gara sarà anonimo per tutto il primo tempo, con pochi sussulti a vivacizzare la partita. Questo sostanziale equilibrio è però spezzato fin da subito nel secondo tempo: Antonelli spinge molto da destra, al centro Dettori e Filkor, tornato al suo ruolo naturale in mezzo al campo, con buoni risultati, viaggiano su ben altri ritmi rispetto ai primi 45 minuti. Dopo 3 cross del numero 9 alabardato, tutti sciupati, da Della Rocca prima e Marchi poi, al quarto tentativo la Triestina passa:ancora cross da destra di Antonelli sul secondo palo, palla che arriva a Miramontes inseritosi in area che batte Zappino. La fatica del Varese, che ci mette non poco a riorganizzarsi, lascia pensare che sia la volta buona. Invece, al 42′ arriva la prodezza ad opera di De Luca, punta della primavera all’esordio, mandato in campo 10 minuti prima per sostituire Carrozza, uscito per problemi muscolari. Una girata al volo su verticalizzazione di Zecchin ha causato il pareggio degli ospiti, azzerando le speranze di vittoria della Triestina (nella foto l’esultanza dell’attaccante). Da sottolineare la non perfetta esecuzione del fuorigioco da parte della difesa alabardata in occasione del gol. Forcing finale per strappare comunque la vittoria? Nemmeno l’ombra. Se il punto del Granillo, appena 7 giorni fà, faceva morale, questo fa tutt’altro effetto. L’hanno dimostrato le bordate di fischi indirizzate a squadra, mister e presidente (Fantinel tornato a farsi vedere dopo mesi). Inutile pensare alla caratura dell’avversario, serviva più concretezza. Ne servirà ancora di più sabato prossimo, quando arriverà al Rocco quel Frosinone penultimo, che potrebbe essere la prima vittima di una scalata che sembra sempre più ardua. Vedremo.

Giuseppe Caterino

 
 
 
 
 

La Triestina torna da Reggio Calabria con un punto che dà morale

Mettici una squadra che lotta per la A, contro l’ultima in classifica che lotta, senza infinite speranze, per non retrocedere. Ti aspetti una partita a senso unico. E invece saranno stati in molti ad aver strappato le loro schedine delle scommesse quando hanno visto che il finale sul tabellone del Granillo di Reggio Calabria segnava 1-1. Sì, perché la Triestina interrompe la mini striscia negativa da cui era reduce e porta a casa un punto che, più che servire alla classifica, aiuta psicologicamente. Parte bene la squadra di Salvioni,che propone Marchi e Godeas in avanti, ripete l’esperimento di Filkor terzino sinistro e imposta bene gli schemi difensivi, aspettandosi giustamente una certa pressione da parte dei padroni di casa. E invece arriva il gol, già al minuto 9: cross di D’Ambrosio dalla tre-quarti, Adejo svirgola l’anticipo su Marchi, Puggioni è colto in controtempo e riesce solo a respingere e così diventa facile per Marchi insaccare a porta vuota, realizzando il suo quinto gol stagionale e diventando il secondo miglior marcatore alabardato dietro Testini a quota 6 (nella foto l’attaccante Marchi). La Triestina gestisce bene, Filkor a sinistra si rivela una piacevole conferma (sarà il migliore dell’Unione), Miramontes e Antonelli sulle fasce garantiscono una spinta costante. Purtroppo però la Reggina ci mette solo 20’ a riaddrizzare la partita: dopo un palo De Rosa al 20’, col giocatore comunque in off-side, al 29’ é Viola a subire un fallo al limite guadagnando un buon calcio di punizione. Acerbi fa partire un missile di sinistro sul quale Colombo non può nulla. Si potrebbe temere il solito epilogo, ma non è così: resta un equilibrio territoriale che non verrà spezzato fino al 90’. La Reggina infatti non mette alle corde l’avversario e non si rende particolarmente pericolosa. Dei secondi 45 minuti infatti sono da segnalare solo due tentativi, entrambi nel finale: un rasoterra pericoloso di Bonazzoli su punizione che si spegne alla destra di Colombo, unico vero brivido, nato da un ingenuo fallo di mano di D’Ambrosio al limite dell’area, e un tiro a giro di Viola che va alto. Il pareggio finale serve a poco per entrambe le squadre, ma nessuna delle due avrebbe meritato di più: viste però le ultime prestazioni, in casa Triestina è ora lecito sperare di poter ripartire proprio da questo punticino. A partire dal prossimo incontro, in casa col Varese, altra pretendente al salto in A. E chissà che a saltare non siano ancora altre schedine.

Giuseppe Caterino