Dopo una carrellata per il nostro Belpaese, il Teatro Lirico cittadino ci offre un ritratto musicale dei più celebri autori russi. Il terzo concerto della Stagione Sinfonica 2016/2017 è diretto dal M° Pedro Halffter Caro insieme alla violinista Kyoko Yonemoto. Il programma della serata prevede brani di PetrIl’ic Cajkovskij con l’ouverture fantasia da Amleto, il primo concerto per violino e orchestra di Sergej Prokof’ev e, nella seconda parte, il celebre Quadri di un’esposizione di Moussorgky. Il primo brano della serata è stato scelto per celebrare i 400 anni della morte del grande drammaturgo Shakespeare. L’ouverture, scritta per incarico di Lucien Guitry, arrivò a Cajkovskij nel 1891, anno poco propizio. Infatti il musicista, esausto a causa dei precedenti lavori, utilizzò per la stesura cellule tematiche già scritte e poco elaborate; dopo poche settimane dalla commissione l’ouverture vide la luce con carattere libero e lirico. Una delle sfide di ogni autore romantico è la stesura di un concerto per violino e orchestra: così avvenne anche per Prokof’ev il quale, ammaliato dai lavori per violino di Beethoven, nel periodo tra 1915 e 1917 lavorò molto intensamente a quella che poi sarebbe diventata l’Opera 19 che fu poi eseguita per la prima volta nel 1923 sotto la direzione del grande Maestro Sergej Koussevitzky.
L’opera possiede una costruzione inversa (Lento-allegro-lento) rispetto alle opere di Beethoven (Allegro-lento-allegro). Dopo la pausa il concerto è proseguito con i celebri Quadri di un’esposizione. Sicuramente tra i brani più famosi di Modest Mussorgskij, i Quadri videro la luce in un tempo velocissimo (2-22 Giugno 1874) e furono scritti per omaggiare il pittore russo Viktor Hartmann. Visitando una mostra dello stesso Hartmann, Mussorgsky rimase colpito da una serie di 15 quadri, molti dei quali oggi perduti, e decise di costruire una suite. La versione scelta è quella che prese maggiore slancio e grinta. Maurice Ravel conobbe quest’opera grazie all’amicizia con Koussevitzk, che nel 1922 gli propose la strumentazione, ovvero dalla versione pianistica a quella orchestrale e la prima esecuzione si tenne nel 1929 a Parigi. Il solista della serata è la trentaduenne giapponese Kyoko Yonemoto che durante il concerto ha dimostrato tecnica eccellente e un’ottima sintonia con l’orchestra. Di rilievo la carica emotiva con cui ha eseguito il bis. Il direttore spagnolo Pedro Halffter Caro dal primo passo sul palco del teatro ha comunicato professionalità e padronanza del mestiere, con il suo gesto ha letto le pagine della serata nel migliore dei modi. L’orchestra del Verdi continua a crescere, e in questo concerto ha saputo dare il meglio di sé: l’amalgama sonora e l’insieme regalano al folto pubblico presente una serata veramente indimenticabile. Prossimo concerto il 7 e 8 ottobre con musiche di Busoni e Prokof’ev.
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