Ad oggi il mercato del lavoro richiede sempre più di frequente un arricchimento delle competenze trasversali dei candidati ad un posto di lavoro. “La chiave di successo per affrontare al meglio un colloquio di lavoro, oltre ad avere i requisiti e le competenze specifiche richieste, è prepararsi bene sull’azienda, sul ruolo e su se stessi, avere le risposte pronte ed essere motivati e coerenti” dice Francesca Ralli, Marketing Manager di AlmaLaurea.
Motivazione, coerenza, preparazione su se stessi, di cui parla Francesca Ralli, sono tutte competenze trasversali, conosciute perlopiù come soft skills. “Un processo di selezione - scrive infatti Giorgio Gabassi nel 2007, nel testo Psicologia del lavoro nelle organizzazioni - basato esclusivamente sui criteri del voto scolastico e delle conoscenze tecniche potrebbe penalizzare soggetti con elevate potenzialità”.
Cosa sono allora le soft skills? Sono quelle competenze non rapportabili agli studi universitari, ai corsi, alle competenze specifiche o alle esperienze lavorative. Sono competenze comportamentali, non tecniche e quindi non certificabili tramite il curriculum.
Quali sono quelle più richieste dalle aziende? Secondo un’indagine condotta da AlmaLaurea, le 5 soft skills più richieste sono: resistenza allo stress; problem solving, ovvero l’atteggiamento di chi cerca la soluzione ottimale senza andare nel panico; capacità relazionali (comunicazione, orientamento al cliente), spesso acquisite in mansioni quali addetto alle vendite, animatore; impegno e motivazione, ad esempio la determinazione a ottenere quel posto di lavoro e a mantenerlo; infine la flessibilità, quindi adattabilità a diversi contesti e alle novità.
Tuttavia, sempre di più le aziende trovano difficoltà a reperire profili adeguati non tanto per mancanza di competenza tecnica o di esperienza ma proprio per carenza di quelle soft skills, che oggi nel mondo del lavoro continuano ad acquisire un’importanza sempre maggiore.
Lo rivela lo studio effettuato da AlmaLaurea, insieme a Centromarca, analizzato nell’articolo Neolaureati: cosa cercano le aziende?
Il grafico mette in evidenza come tra i gap più frequenti tra competenze richieste dalle imprese Centromarca e possedute dai laureati le soft skills risultino al secondo posto, stessa situazione per quanto riguarda tutte le altre aziende.
Cosa fare per superare questa discrepanza? Secondo lo studio bisognerebbe apportare un miglioramento della cultura aziendale in tema di reclutamento e di gestione delle risorse umane e diminuire la distanza tra università e mondo del lavoro. In concreto, dato che le soft skills sono competenze comportamentali, è proprio su quello che bisogna lavorare. Studiare se stessi, come consiglia Francesca Lanzi, capire le proprie debolezze che potrebbero compromettere un colloquio, e lavorarci su, ovviamente in base ai proprio obiettivi lavorativi. Perché le competenze tecniche fanno ottenere un colloquio ma quelle trasversali aiutano a superarlo.
Infatti: “È possibile insegnare ad un tacchino ad arrampicarsi su un albero, ma è meglio assumere uno scoiattolo”, scrisse Spencer.