Ha preso il via a Prato, mercoledì 8 maggio, il FRU: il festival delle radio universitarie, organizzato dall’associazione RadUNI, in collaborazione con SPIN, la radio universitaria del polo di Prato, legato all’ateneo fiorentino.
Web radio studentesche da ogni parte d’Italia hanno partecipato a questo raduno, e non poteva mancare anche Radioincorso.it, presente per il suo secondo anno consecutivo.
La tre giorni è stata organizzata prevedendo un palinsesto di incontri incentrati sul mondo della radiofonia, dalla conduzione dei programmi, all’organizzazione redazionale, a consigli di regia per montaggi audio e video, rivolgendo un occhio particolare al web, destinato a surclassare le trasmissioni in fm.
Il mercoledì due sono state le conferenze cardine. La prima parlava dell’arte del “Radiodramma”, tenuta da Tiziano Bonini di Radio 24, il quale ha spiegato come un programma di tipo discorsivo debba essere organizzato e portato all’orecchio degli utenti in modo tale da riuscire a coinvolgerli nella storia che viene raccontata.
E se il primo workshop era dedicato ad un pubblico di conduttori radiofonici e con un linguaggio pertanto più tecnico, il secondo ha potuto raggiungere un più ampio interesse. Durante “Universitari reporter in zone di conflitto”, due giovani ragazzi hanno condiviso le loro esperienze in giro per il mondo. Il primo ad intervenire è stato Rohan Houssein, 23enne franco siriano, protagonista di “Le Jasmin Perdu” un reportage di guerra in Libia, proprio durante l’occupazione violenta di Tripoli da parte dei ribelli di Gheddafi. Il successivo interlocutore è stato invece il pratese Lorenzo Giorgi, dell’associazione “Hope & Birth ONLUS”, che con il video “Prato Meckhe 5432”, ha mostrato l’attività umanitaria che giovani da tutto il mondo svolgono in Senegal, proprio nella città di Meckhe. L’affluenza e l’interesse sono stati molto elevati di fronte alle azioni di questi giovani ragazzi della nostra generazione, che hanno dimostrato quanta volontà e voglia di fare si possa ancora trovare nei cosiddetti “giovani d’oggi”.
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