Ormai lo conoscono tutti, il fenomeno è virale e si chiama Neknomination. Si apre Facebook e si trovano le famigerate nomination. Breve cronistoria dei video per chi – stranamente – non ne avesse mai visto uno. Una persona prende una bevanda alcolica, ringrazia l’amico che l’ha “nominato” e ne nomina altri tre, non dopo però aver scolato, meglio se in un sorso, l’alcolico di cui si era previamente munito: solitamente birra, ma se ne sono visti di tutti i generi e gradazioni alcoliche. Trapassando sull’etimologia del termine (neknomination in cui neck rimanda al collo della bottiglia), il giochetto che a prima vista potrebbe sembrare un simpatico passatempo, talvolta anche divertente - cosa c’è di meglio di vedere una insospettabile compagna di università tracannarsi una birra formato famiglia - come regola nel web sta oltrepassando ogni limite, coinvolgendo un sempre maggior numero di persone, e rischiando, come peraltro già più volte successo, di causare addirittura delle morti.
E le vittime sono già più d’una, vittime in primis dell’eccessivo consumo di alcool, divenuto insopportabile per il proprio corpo (taluni sono stati filmati bevendo 2 o 3 bottiglie di gin!) in secundis vittime della spietatezza del web e di una realtà piuttosto eterogenea, la “popolazione dei social network” che spinge sempre di più all’eccesso, in cambio di likes e di un’effimera popolarità virtuale che conduce spesso a tragici e fatali avvenimenti come questi, che per una bravata, tolgono la vita troppo presto alle giovani vittime, tutte sotto i 30 anni.
Le prime segnalazioni ai gestori di Facebook sono state già da tempo inviate, chiedendo di darci un taglio a questi video, magari impedendo di pubblicarli a chi possiede un account, ma la risposta è stata negativa. Caricare video è di per sé un fatto lecito, se il contenuto lo è, e bere un bicchiere di birra, non è illecito.
Così se da Palo Alto non ci vengono incontro, proviamo a riflettere noi. Che direbbero i vostri genitori se vi vedessero “steccare un gin lemon” alle otto di mattina sul web? O peggio, che impressione avrebbe di voi un eventuale datore di lavoro che provasse a “googolarvi” e finisse sul vostro profilo Facebook? Posso solo suggerirvi di fare attenzione, e soprattutto di andarci piano con l’alcool. In questo giochetto non ci sono né vincitori né vinti. Pensateci.
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