Udine: Scoperto nuovo dispositivo per tumori al cervello

Il Gruppo di Meccatronica dell’ Universita’ di Udine ha inventato un dispositivo robotico per applicare, con la massima precisione e sicurezza, la terapia chirurgica minimo-invasiva ai raggi x alle lesioni tumorali del cervello. Il sistema permette al neurochirurgo di muovere nel cranio del paziente una sorgente miniaturizzata di radiazioni a bassa intensita’ (lo strumento chirurgico), in condizioni di maggiore controllo rispetto alla procedura manuale. Il nuovo dispositivo e’ in grado di modulare l’intensita’ dei raggi x e di indirizzare la dose di radiazioni programmata verso la lesione tumorale, evitando di colpire le regioni sane del tessuto cerebrale. Grazie al sistema robotico nato all’ateneo friulano, la radioterapia intracranica e’ utilizzabile anche per le lesioni di forma allungata, molto piu’ frequenti di quelle di tipo sferoidale, le sole alle quali si applica l’operazione manuale.
Il dispositivo, denominato ”Attuatore lineare per neurochirurgia” (Linear Actuator for Neuro-Surgery - Lans), ha superato con successo i test preclinici effettuati presso la Clinica neurochirurgica dell’Ospedale di Firenze. Giudicato la migliore applicazione di misura e automazione dell’anno, il sistema robotico, sviluppato in particolare dal ricercatore Vanni Zanotto, ha ricevuto il premio ”Nicola Chiari 2010”.

Ti piace questo contenuto? Condividilo!    
I ricordi?Si possono fotografare

Gli studiosi dell’University College di Londra hanno dimostrato che i pensieri lasciano, nel cervello, una traccia ed è possibile catturali.Utilizzando una risonanza magnetica per immagini (fMRI) gli studiosi inglesi sono stati in grado di distinguere le diverse attività cerebrali legate ai differenti tipi di ricordi e come poter capire quale particolare evento passato una persona sta richiamando alla memoria studiando lo schema di attività innescate dal cervello.
Nello studio, apparso sulla rivista Current Biology, sono state studiate le zone dell’ippocampo che si attivano, sulla base del flusso di sangue, e dell’attività dei neuroni grazie ai ricordi.
Ad un gruppo di volontari sono stati fatti vedere tre diversi filmati, della durata di sette secondi, ed è stato chiesto loro di memorizzarli e poi “ricordarli”.
Utilizzando un computer il team, presidiato dalla Dott.ssa Maguire, è stato in grado di identificare delle tracce della memoria con caratteristiche simili in ognuno dei partecipanti.
In una seconda parte dell’esperimento i volontari dovevano invece ricordare casualmente i filmati visti mentre erano sottoposti ad una risonanza.
Nel 45% dei casi il computer ha saputo predire i film: un dato considerevolmente più alto rispetto a quello che si aspettavano gli studiosi.
La Dott.ssa Maguire ha annunciato quindi che, una volta che sarà sviluppato un quadro sufficientemente chiaro del modo in cui la memoria viene conservata, si potrà avere l’opportunità di capire come i ricordi siano mantenuti e come si modifichino nel tempo.

Ti piace questo contenuto? Condividilo!    
21 queries. 0.483 seconds.