Cassandra: la donna che vide la propria tragedia

Martedì 17 gennaio 2017 è stato portato sul palco della sala Bartoli del Politeama Rossetti il celeberrimo mito di Cassandra presentato, nella sua grande classicità e umanità, da quattro incredibili donne: la regista, nonché drammaturga Laura Angiulli, le due ottimi attrici, Alessandra D’Elia e Caterina Spadaro e Caterina Pontradolfo, il cui potentissimo canto accompagna le protagoniste durante tutto lo spettacolo.

Tre donne per Cassandra: poesia, soprattutto poesia, parole che sgorgano in largo flusso, e si consumano nel ritmo andante del riportare alla mente, o suono sgretolato, tratto fuori dalla cavità oscura del ventre in un dissonante fluire della coscienza (dalle note di regia)

Le luci si accendono su una scena bianca, completamente spoglia fatta eccezione per alcune pietre –che forse rappresentano Troia distrutta- sparse per il palco il quale viene immediatamente riempito da tre donne vestite in nero, non solo con il corpo ma, soprattutto, con l’uso della loro voce.

Questo spettacolo, che affronta la tragedia di Cassandra usando frammenti de Le Troiane di Euripide, dell’Agamennone di Eschilo, di Alessandra del misterioso Licòfrone, è la dimostrazione che i testi classici sono testi che in ogni epoca e in ogni situazione hanno qualcosa da dire; questo è confermato dall’utilizzo della scrittura di Christa Wolf e della sua Kassandra che riporta l’opera alla contemporaneità. Lo spettacolo viene infine chiuso con l’intensità della poesia dell’invettiva di Enzo Mosca tratta da Rasoi.

L’attualità del testo e del tema è consolidato dal fatto che riproporre un testo di Euripide –vissuto nel V secolo a.C.- nel 2017 è possibile e certamente d’effetto: c’è un continuo rimando tra passato e presente e uno struggente confronto tra mito e attualizzazione, il tutto accompagnato dal leggiadro, ma al contempo energico, canto in greco.

Quest’alternanza si presenta come sfida anche alle abili attrici le quali devono passare dall’eloquio arcaico al dialogo moderno, dalla tragedia al Novecento.

La rappresentazione e la recitazione sono tipiche del teatro classico il quale riesce sempre a trasmettere la poesia, la potenza e la modernità tipiche dei testi antichi.

Lo spettacolo replicherà fino a domenica 22 gennaio.

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