In questi giorni, chiunque segua su Facebook Lista di Sinistra o sia amico di qualche suo affiliato, avrà notato, tra le immagini dipinte di arcobaleno, che si è alzato un polverone dalle parti dell’Units. Il motivo sembrerebbe risiedere nel fatto che la prima rata delle borse di studio, stando alle linee guida che l’Ardiss ha ricevuto dalla giunta Serracchiani, non sarà più erogata come prima. Pare infatti, se la situazione rimarrà allo stato attuale, che si sia deciso di posticipare la corrisponsione della prima rata della borsa di studio fino al momento in cui lo studente non sia riuscito ad acquisire un parametro di merito minimo. Traducendo il concetto in parole povere non si potrà avere la borsa di studio prima di aver portato a casa qualche esame.
Se da un punto di vista del merito questa misura può sembrare legittima, i membri di Lista di Sinistra hanno ben provveduto a rendere chiare chiare alcune criticità che questo provvedimento potrebbe far emergere. La prima ricaduta di questa scelta si concretizzerà nella necessità, da parte degli studenti provenienti da situazioni economiche svantaggiate, di doversi pagare la prima rata delle tasse, la quale solitamente presenta un importo fisso di 590€. I nostri baldi rappresentanti sono però riusciti ad ottenere la sospensione del pagamento della prima rata per tutti coloro che faranno richiesta per la borsa di studio, davvero un’ottima notizia. Tuttavia, anche non dovendo pagare le tasse universitarie, resta il problema per quanto riguarda tutte le spese collaterali, da quelle per l’alloggio a quelle per la vita di tutti i giorni e pure gli studi. Fino al conseguimento del requisito minimo infatti, gli aspiranti borsisti dovranno cavarsela da soli. Sarebbe questo, secondo i nostri rappresentanti, il contenuto più scabroso di quello che giudicano, senza mezzi termini, un attacco al diritto allo studio. Sostanzialmente, allo stato delle cose, la borsa di studio diventerà una sorta di rimborso, che avverrà in un periodo piuttosto avanzato degli studi dei nostri colleghi, finendo per penalizzare le famiglie più povere che si potrebbero trovare prive dei mezzi necessari al mantenimento dei costi legati agli studi dei propri figli.
D’altronde c’è anche chi sostiene che la corrisponsione delle borse di studio sia eccessivamente slegata ad ogni valutazione del merito del singolo studente, in particolare se si parla delle matricole. In alcuni casi infatti, la possibilità di intascare l’intera somma della borsa di studio (si parla di un importo che si aggira intorno ai 5.000€ nella sua versione più generosa) a inizio anno, rischia di creare delle situazioni di abuso di questo strumento che nasce per tutelare il diritto allo studio. Infatti, investendo 590€ e cercando di fare almeno qualche esame, è possibile ottenere una cifra davvero considerevole, che lo studente può usare ovviamente come meglio crede. Si può pensare quindi, forse con un eccesso di malizia, che almeno a qualcuno sia venuto in mente di iscriversi, ottenere la borsa, e scappare con il malloppo e tanti saluti all’università. Quella descritta è ovviamente una situazione limite, forse uno sforzo di immaginazione, ma si voleva mostrare almeno un inconveniente della corrisponsione della borsa di studio a priori, senza cioè la possibilità di valutare il richiedente. Qualche volta dimostrare che si è meritevoli oltre che bisognosi non guasta, in particolar modo quando si tratta di denaro pubblico.
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