Debutto con il botto per Claudio Bisio in Father and Son, lo spettacolo di Michele Serra diretto da Giorgio Gallione, andato in scena proprio la sera della Befana in un Teatro Rossetti completamente esaurito.
Lo spettacolo, in scena fino al 10 gennaio, racconta l’assenza di rapporto fra padre e figlio, presentato attraverso un monologo interiore di un padre pieno di dubbi e domande, desideroso di fare una gita sul colle della Nasca insieme al figlio: un nativo digitale dalle mille protesi tecnologiche, assente e sfuggente come qualsiasi adolescente che si rispetti.
La scena è costituita da una stanza con tavoli piccoli e grandi, un armadio a specchio appeso in aria «traboccante di jeans grattuggiati», alte pareti blu e un armadio steso a terra e coperto da massi pesanti. Questo il quadro in cui il padre racconta del figlio pigro, amante dei würstel crudi, che passa la vita tra letto e divano, immerso in una felpa e conquistato dalle nuove tecnologie. Un individuo che sta vivendo le ultime fasi della sua infanzia, e che presto diventerà un adulto che gli stessi genitori faticheranno a conoscere.
Lo spettacolo si presenta leggero e spassoso, le risate dei ragazzi in sala confermano la verità dietro l’ironia sulle loro abitudini, mentre quelle degli adulti condividono le preoccupazioni per il futuro della società, che anche attraverso loro sta diventando priva di autorevolezza, educazione e rispetto. Irresistibili la descrizione dei colloqui con i professori a scuola o l’imbarazzante e inutile tentativo di chiacchierare con Pia, un’amica del figlio. Un susseguirsi di scene e situazioni che rendono la comicità dello spettacolo carica di contenuti profondi: una nuova visione sul ruolo dei genitori, forse più sincera e trasparente di molte altre. Per mantenere il ritmo e bilanciare risate e serietà, tutto il racconto è accompagnato dalle musiche di Paolo Silvestri, riprodotte in scena grazie al violino di Laura Masotto e alla chitarra di Marco Bianchi, giovani anch’essi come il protagonista della storia e ottime spalle di Bisio.
Father and son ci ricorda la difficoltà dell’essere genitori e dell’amare i propri figli anche quando smettono di essere dei bambini facili da comprendere, che si rinchiudono in un mondo per certi versi incomprensibile, cui sembra impossibile per i padri e le madri accedere. Un difficile ruolo che si compie anche indicando una strada e gioendo soddisfatti nello scoprire che il figlio la percorrerà a modo suo: con le sneakers invece delle scarpe da montagna, due ore di sonno in corpo e un pacchetto di sigarette nei polmoni, raggiungendo comunque la vetta. Il sipario si chiude sulle note strumentali della celebre canzone Father and son di Cat Stevens: ” It’s not time to make a change, just relax, take it easy. You’re still young, that’s your fault, there’s so much you have to know“, gli applausi fanno il resto.
- L’intervista ad Ambra Angiolini, a Trieste per Tradimenti - 8 gennaio 2016
- Father and Son: la sincerità nell’essere genitori - 7 gennaio 2016
- Sette cose da fare a Capodanno in Fvg - 30 dicembre 2015
- Ivanov, un uomo “superfluo” - 17 dicembre 2015
- La Contrada porta in scena la guerra e le sue Vipere - 5 dicembre 2015
- Un Principe Ranocchio favolosamente rock - 30 novembre 2015
- Disorient Express, un treno social pieno di comicità - 28 novembre 2015
- Al Rossetti in scena il Porcile sociale di Pasolini - 26 novembre 2015
- Tante risate per un Sarto per signora - 21 novembre 2015
- Applausi surreali per La Verità - 20 novembre 2015