La Contrada porta in scena la guerra e le sue Vipere

Le lettere autentiche di soldati al fronte fanno da sfondo a Vipere, un testo inedito di Carlo Tolazzi diretto da Matteo Oleotto che costituisce la nuova produzione teatrale de La Contrada, realizzata con il patrocinio del Comune di Trieste, e che ha debuttato in prima nazionale venerdì 4 dicembre.

«Questa non è guerra, è suicidio!» è una delle innumerevoli frasi epurate dalle lettere che partivano dal fronte e che raccontavano in poche righe tutta la drammaticità della guerra. Questa è infatti il filo rosso di tutto lo spettacolo: trasforma gli uomini e stravolge l’animo umano, ci rende bestie senza decoro ma ci lascia aggrappati alla vita reale attraverso le lettere.

E così nella corrispondenza dei soldati troviamo la stanchezza, la paura, i loro sogni, la speranza che tutto si concluda il prima possibile, la voglia di tornare a casa. Queste lettere, però, spesso non giungono o si perdono, vittime inconsapevoli della commissione. L’ufficio censura, ovviamente nascosto, è diretto da un colonnello «alacre e zelante», nonché ambizioso carrierista, che viene aiutato da una valida assistente un po’ femme un po’ maestrina; il suo compito è quello di controllare la posta e di censurarla in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo pur di trasmettere un’immagine eroica della guerra.

Perno e chiave dello spettacolo è una buffa vicenda in cui un soldato che, seduto sul prato intento a togliersi i pidocchi, viene morso da una vipera; il veleno dell’animale lo condannerà a morte ma il colonnello vorrebbe riservargli una fine molto più onorevole, quella del kamikaze.

I valori della guerra, le virtù dei soldati, l’amor per la patria vengono diffusi attraverso spot come se ci trovassimo all’interno di un supermercato fra una corsia e l’altra. Carlo Tolazzi ci fa riflettere e a volte ci strappa un sorriso con questa lettura molto cinica e grottesca della guerra, focalizzandosi sui dettagli sapientemente colti dal regista fra timbri, sacchi di corrispondenza, telefono da campo e buste sospese.