L’addio di Etnoblog è colpa di tutti

L’addio di Etnoblog è colpa di tutti

Perché a Trieste chiudono tutti? In questo fine anno stiamo assistendo alla chiusura definitiva di molti locali della notte triestina. Locali in cui, oltre alle bevute, la musica, davvero di ogni tipo, è stata centrale. Ha chiuso lo storico Grip di via San Giusto, l’Isla de Tortuga e ora chiude anche l’Etnoblog, il famoso locale dove la musica dal vivo e quella elettronica sono stati i principali protagonisti. Giovedì 31 gennaio, con la festa di Capodanno The last night with Etnoblog, il locale chiude definitivamente.

La maledizione di Trieste “zità de veci” sembra continuare a perseguitare le serate della città giuliana e gli studenti universitari, che già prima si lamentavano della scarsa scelta di locali notturni, ora sono ancora più limitati nelle loro possibilità. Niente più Electroblog e quindi forse addio anche a quelle serate che hanno fatto la storia musicale e dell’intrattenimento in città, come Tekno Therapy, Jotassassina (che ci auguriamo trovi presto una nuova dimora), Enjoy the Sound e soprattutto addio a quegli ospiti che portavano una ventata di fresco a questa città. Il sindaco ha detto che è un normale rischio per un’attività di impresa quello di chiudere; certo fa strano che in questa città in undici anni, partendo dal dj set degli Zion Train, l’Etnoblog, nato nella leggendaria sede di via Madonna del Mare e poi spostato in Riva Traiana (per non disturbare la quiete pubblica), non sia diventato il fulcro indissolubile della vita musicale e di aggregazione in città.

Etnoblog però non è stato solo un club o una discoteca, ma anche e soprattutto un luogo di concerti, di formazione, di divulgazione culturale e culla di decine di progetti (non dimentichiamoci che si tratta di un’associazione), ma è stato anche il motore principale di un cambiamento radicale del panorama musicale della città. Chi vive a Trieste da almeno dieci anni, sa bene che il sottobosco di possibilità, seppur limitate, che c’è adesso, una volta era davvero impensabile e converrà che il carburante dato dalle scelte di Etnoblog e soprattutto di chi in questi anni ci ha lavorato, è stato decisivo per questo cambiamento. Viene da pensare allora che a Trieste il vero scoglio nella gestione di una realtà musicale di questo tipo sia il pubblico. Voler emulare città come Milano o Torino è certamente impensabile, ma la scarsa offerta viene forse alimentata da una bassa risposta di spettatori, che spesso non amano gli stimoli nuovi e non sono propensi a scoprire nuove realtà. Una sorta di pigrizia intellettual-musicale che avvolge Trieste e che non riesce mai a svezzarla dal nostrano “non se pol” (non si può fare).

Allora cerchiamo noi di prevenire sconfitte come questa: dimostriamo ai gestori e alla cittadinanza che fare musica nella nostra città dà i suoi frutti. Partecipiamo ai concerti, alle jam, ai dj set, premiamo con attenzioni e pubblicità i bravi artisti e chi ce li fa conoscere. Dimostriamo che questa città ama la musica tout court e non solo alcuni musicisti. Solo dopo le cose inizieranno (forse) ad andare nel modo giusto.

di Enrico Schleifer