Canto Libero: i classici sono sempre di moda (e Battisti-Mogol è un classico)

Canto Libero: i classici sono sempre di moda (e Battisti-Mogol è un classico)

Canto Libero: non un semplice concerto ma un grande spettacolo che omaggia il periodo d’oro della storica accoppiata Mogol – Battisti. Sul palco, un ensemble di musicisti affiatati e già rodati nel corso di lunghe carriere, che portano avanti questo nuovo progetto con grande determinazione. Dopo aver riempito piazze e teatri in giro per l’Italia (e anche in Slovenia e Croazia), un ulteriore riconoscimento del loro valore artistico arriva a fine 2015 con uno spettacolo sold-out al Teatro Rossetti di Trieste che vede anche la partecipazione straordinaria di Mogol in persona, che dà la benedizione ufficiale al Canto Libero.

Abbiamo intervistato Fabio Red Rosso, la voce e forse l’anima vera di questo gruppo per farci raccontare quanto grande può essere l’emozione di cantare avendo vicino Mogol, autore non solo delle opere di Battisti ma di alcuni dei brani più famosi del repertorio italiano nel mondo. Per ascoltare la sua intervista trovate il podcast QUI.

Giovanni Vianelli, pianista e direttore artistico del progetto spiega: «Da parte mia non c’è nessuna intenzione di rendere “attuale” il sound delle canzoni di Lucio Battisti. Noi cerchiamo solo il sound giusto nei limiti delle nostre possibilità, e non lo facciamo in modo attuale, ma in modo volutamente classico: non usiamo click se non come riferimento iniziale, nessuna sequenza, ci sincronizziamo spontaneamente con i filmati, suoniamo con la strumentazione del buon vecchio rock, saliamo in dieci sul palco fregandocene delle attuali esigenze del mercato. Queste sono cose che il nostro pubblico apprezza, e io sono totalmente d’accordo con loro! (…) Ogni grande band apprende dalle altre ma deve andare alla ricerca del proprio sound, altrimenti non sarà che una brutta copia, è inevitabile. (…) Nella nostra band ogni musicista ha il suo stile ed è amato per il suo stile. Io mi preoccupo di incanalarlo nella canzone».

Un’idea ambiziosa, dunque che vuole non solo riportare sui palchi alcune delle musiche più amate da numerose generazioni, ma intende soprattutto dimostrare che i veri classici sono intramontabili proprio perché in qualunque periodo ed epoca sanno scoprire nuovi caratteri che li rendono sempre attuali e coinvolgenti.

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