I Libri dell’Albo d’Oro, mezzo milione di caduti da commemorare

Oltre 4.200 eventi solenni, con tanto di onori militari, si terranno in varie località del Friuli Venezia Giulia negli anni del Centenario della Grande Guerra, per ricordare il mezzo milione e più di soldati italiani (529.025, per la precisione) iscritti nei 31 Libri dell’Albo d’Oro, perché morti in quel tragico conflitto. Il progetto, ideato dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito e dall’Associazione onlus di storia militare Military Historical Center (MHC) di Udine, si rivolge in particolare alle famiglie dei Caduti, ai discendenti di coloro che combatterono sui campi di battaglia del fronte italiano e contribuirono con il loro sacrificio all’unificazione della Patria.

I Libri dell’Albo D’Oro, redatti nel 1930 dal Ministero della Guerra e custoditi dallo Stato Maggiore della Difesa, si basano sui dati tratti dai diari reggimentali, che giornalmente riportavano i fatti di ogni singolo reparto, come le operazioni militari cui aveva partecipato, il numero di soldati, animali, munizioni di cui disponeva, e le liste dei soldati morti, con le cause dei decessi. Di conseguenza, accanto al nome di ognuno dei 529.025 Caduti “ufficiali” della Grande Guerra, si trovano nell’Albo d’Oro alcune informazioni, quando rintracciabili, riguardanti la data e il luogo di nascita del militare, il grado e il reggimento di appartenenza, il giorno e il motivo della morte. I nomi dei soldati sono elencati per ordine alfabetico e secondo la divisione dei Distretti Militari dell’epoca. L’idea di celebrare in Friuli Venezia Giulia il Centenario della Grande Guerra con la lettura dei nomi dell’Albo d’Oro dei Caduti, ha preso forma nel 2010, a Verdun, in Francia, durante il convegno internazionale sul Milite Ignoto, partendo dalla consapevolezza che questo territorio è legato alla memoria nazionale dell’Unità d’Italia.

«Commemorare ogni singolo Caduto in questa regione d’Italia attraverso la lettura del nome e cognome - spiega il presidente del Military Historical Center, Roberto Machella - significa due cose. Innanzitutto vuol dire riscoprire il Caduto in quanto Uomo, senza distinzione tra l’uno e l’altro, senza rimarcare le differenze di grado ma semplicemente trasmettendo il messaggio che davanti alla storia siamo tutti uguali. Di altrettanta importanza è il ruolo del territorio, quello della nostra regione appunto, poiché strettamente legato alle vicende storiche della Grande Guerra. È possibile riscoprire il territorio proprio attraverso l’iniziativa di commemorazione, recandosi nei luoghi della Grande Guerra dove il proprio congiunto combatté e che ora diventano punto di riferimento per la sua celebrazione».

I 31 Libri dell’Albo d’Oro sono stati ripartiti in otto zone (Carnica, Gemona, Pordenone, Udine, Cividale, Palmanova, Gorizia e Trieste), a seconda delle sezioni alpine esistenti in regione, e il 24 maggio 2013, nel corso di una cerimonia svoltasi nella Basilica di Aquileia alla presenza delle autorità civili e militari, sono stati consegnati simbolicamente alle Associazioni d’Arma. Saranno infatti più di 20.000 volontari delle Associazioni d’Arma a leggere, nel corso delle varie cerimonie, i nomi degli iscritti. Per sapere dove e quando ogni soldato sarà commemorato, è già consultabile on line il portale del Coordinamento delle Associazioni d’Arma del Friuli Venezia Giulia www.albodorograndeguerra.it. La prima solenne lettura dei nomi è avvenuta il 24 maggio 2014 (con un anno esatto di anticipo rispetto al Centenario dell’entrata in guerra dell’Italia) al Tempio Ossario di Udine, nella cui cripta sono custoditi i resti di 25.000 Caduti del primo conflitto mondiale.

Alla cerimonia sono intervenuti la presidente della Regione, Debora Serracchiani, e il comandante delle Forze operative terrestri e delegato dal capo di Stato Maggiore, generale Roberto Bernardini, assieme ad una compagnia d’onore dell’VIII Reggimento Alpini e alla staffetta con la ”Fiaccola del centenario”. Ufficiali dell’UNUCI (Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia) hanno ricordato i 180 Caduti dell’Abruzzo. Tra questi, Ersino, Nazzario e Raimondo Di Luca, i primi due fratelli, il terzo un loro cugino, tutti provenienti da Bellante, in provincia di Teramo, i cui parenti erano presenti a Udine. Ersino Di Luca, caporalmaggiore dell’11° Reggimento Artiglieria di campagna, morì nel 1920 a causa di ferite contratte in combattimento, Nazzario, caporale del 38° Reggimento Fanteria, cadde il 26 maggio 1917 sul Monte San Marco e sulle stesse pendici, nei pressi di Gorizia, il 14 settembre dello stesso anno moriva anche il cugino Raimondo, del 41° Reggimento Fanteria. Le celebrazioni collegate alla ”Lettura dell’Albo d’Oro” stanno proseguendo in questi mesi e continueranno fino al 4 novembre 2018, anniversario della vittoria.

Ai familiari che partecipano all’evento di commemorazione, sarà consegnata una medaglia ricordo in ferro, raffigurante da un lato il logo del Governo per il Centenario, con inciso il grado, nome, cognome del soldato ricordato, e dall’altro la statua presente nel Cimitero degli Eroi di Aquileia, dove si trovano le dieci salme di Militi Ignoti tumulate qui dopo la designazione di quella che era destinata all’Altare della Patria, a Roma.

di Agnes Comuzzi

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