Pixel al Teatro Rossetti

Il Festival TS Danza 2.0 promosso dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia si conclude martedì 3 maggio al Politeama Rossetti nel segno dell’innovazione e della singolarità di una proposta che fonde la tecnologia più attuale all’altissima qualità ed energia di ballerini: lo lascia intuire fin dal titolo – Pixel – lo straordinario balletto coreografato da Mourad Merzouki per la Compagnia Käfig.

«Nel febbraio 2013, abbiamo messo in scena un breve spettacolo di 20 minuti, in collaborazione con Mourad Merzouki, per 11 giovani ballerini non professionisti. Era il frutto della fusione fra la nostra visione artistica e quella di Merzouki: lo abbiamo intitolato Pixel» raccontano Claire Bardainne e Adrien Mondot, i due affermati visual artist, esperti di computer grafica che firmano la creazione digitale di Pixel. «Mentre questa nostra creazione vedeva la luce – aggiungono – ci entusiasmava innanzitutto il piacere del gioco, della collaborazione creativa. Osservando la performance dei ballerini sulla nostra invenzione digitale – dove ciò che era corporeo, concreto, e ciò che era una forma immateriale diventavano un unicum – ci è poi apparso evidente che la ricerca dell’illusione è presente sia nel lavoro digitale sia nell’hip-hop. Noi consideriamo l’immagine come un trompel’oeil. Cerchiamo di modificare la percezione, di confondere il pubblico su ciò che è e ciò che non è reale facendo apparire cose “impossibili”: cerchiamo di modificare le proprietà della materia, invertendo la gravità, dando l’idea di un volume anche se lavoriamo su proiezioni piane… Questo è esattamente il tipo di ricerca che fa un ballerino di hip-hop attraverso il suo corpo: muovendo le braccia come se fossero in uno stato liquido o, al contrario, scattando come un automa, creando effetti irreali di accelerazione o rallentamento. In entrambi i casi, il rapporto con il tempo e lo spazio viene modificato, distorto, “usato”. Da qui siamo partiti per espandere il progetto di Pixel esplorando un nuovo mondo dove immaginiamo che gli oggetti digitali siano in comunicazione con il corpo».

Nasce così questo poetico e fantasmagorico incontro fra danza e tecnologia 3D, reale e virtuale, come mai si è visto in un balletto. L’energia e il virtuosismo della danza hip-hop – eseguita dalla Compagnia Käfig sulle coreografie di Mourad Merzouki – incontrano la bellezza dell’illusione di un mondo virtuale, fatto di sintesi numeriche e immagini elettroniche, liriche e coinvolgenti, ma – scelta che merita evidenziare – è la persona con le sue emozioni e le sue storie a rimanere al centro dell’attenzione.

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