Per una primavera delle Università

Per una primavera delle Università

Voltare pagina per dare ossigeno ad un sistema a cui spesso è mancata l’aria. Una stagione nuova che permetta un vero rilancio dell’Università italiana. E’ con il titolo di Per una nuova primavera delle Università che si presenta l’ambiziosa iniziativa organizzata dalla CRUI (Conferenza dei rettori delle Università italiane) per lunedì 21 marzo. In ogni sede delle università italiane, statali e non statali, si terranno incontri e dibattiti pubblici, “per riaffermare - si legge nel documento di presentazione - il ruolo strategico della ricerca e dell’alta formazione per il futuro del Paese”. Un modo per discutere e raccogliere nuove idee, proposte da far poi confluire in un documento di sintesi da consegnare al governo. Qualcosa che si muova prima delle solite riforme, che le anticipi ed anzi promuova autonomamente una proposta di diagnosi e ricostruzione dell’intero sistema. Forse non si può parlare di un’iniziativa propriamente spontanea, visto che proviene dall’organo di rappresentanza dei rettori, ma certamente nelle intenzioni vorrebbe raccogliere tutte le componenti che costituiscono le università in Italia, per metterle a confronto e farle ragionare assieme.

Perché lo scenario non è dei più rosei. Come si legge ancora nel documento ufficiale dell’iniziativa, “dal 2008 il sistema universitario italiano è soggetto a tagli lineari e progressivi delle risorse”. Una scelta politica, si legge ancora, di natura trasversale che, incrociata alle contingenze economiche - vedi crisi - e soprattutto all’adozione di una radicale riforma organizzativa, si è tradotta nella perdita di oltre 10.000 posizioni di ruolo tra docenti e ricercatori, ovvero tagli superiori al 13% del totale. Ma non si tratta solo di posizioni: si parla di tagli continui al fondo di finanziamento ordinario e dell’assenza di un convinto investimento pubblico e privato nella ricerca e nell’alta formazione universitaria, che hanno poi determinato “l’impossibilità di avviare nuovi percorsi di ricerca e di alta formazione, di investire in servizi e attività per gli studenti e nell’internazionalizzazione, di valorizzare il contributo della struttura tecnica e amministrativa”. Gli effetti li conosciamo: difficoltà a reclutare studiosi giovani e meritevoli, congelamento delle carriere e delle opportunità di crescita professionale, una condizione generale che allontana i giovani talenti e gli studiosi stranieri, l’indebolimento del già precario e fragile diritto allo studio che sta riducendo iscritti e laureati. Insomma, nel concreto è questa la situazione di un paese che investe poco o pochissimo in ricerca e istruzione, con medie in rapporto al Pil nettamente inferiori rispetto alla medie europee e in alcuni casi dell’intera area dell’Ocse.
Eppure, ricorda ancora la CRUI, la competitività scientifica delle nostre università rimane alta. Notizia degli ultimi giorni è, per esempio, il buon posizionamento delle 19 Università italiane riuscite a entrare nella nuova classifica del Times Higher Education, la “European University Top 200 Rankings 2016”, in cui tra l’altro l’Università di Trieste figura al 141° posto fra le migliori 200 università europee censite.
Sono discorsi che però rimangono confinati dentro le Università, e quasi mai raggiungono l’opinione pubblica: rischi e opportunità di un sistema che continua ad andare avanti, ogni tanto boccheggiando, in altri casi mettendo a segno anche colpi importanti, ma di cui, in definitiva, esiste ancora poca consapevolezza.

E’ così che si arriva alle iniziative del 21 marzo. La primavera italiana passerà anche per Trieste e per la regione, per provare a indicare il cambio di rotta in due appuntamenti, durante i quali le lezioni saranno sospese per garantire la massima partecipazione. Si comincerà a Udine la mattina, dalle 10 alle 12 nell’aula 3 del polo economico-giuridico in via Tomadini 30, per poi proseguire a Trieste nel pomeriggio dalle ore 14.30 nell’Aula Magna dell’edificio H3. Gli interventi saranno dei rettori delle Università di Trieste, di Udine e della Sissa, delle autorità locali, di studenti e assegnisti di ricerca, cui seguirà un dibattito aperto. Con una presenza anche social con l’hashtag #primaverauniversità e una diretta streaming sul sito dell’Università. E chissà che per una volta anche una rondine non faccia primavera.

About Davide Pittioni

Come molti laureati in filosofia, leggo, scrivo e cerco la mia strada. Non dovessi trovarla, mi darò alla macchia.
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