E’ conto alla rovescia per la 30^ edizione delle Giornate del Cinema Muto, dirette dallo storico inglese David Robinson e inserite da Variety fra i 50 migliori festival al mondo. In programma dal primo all’8 ottobre 2011 al Teatro Giuseppe Verdi di Pordenone, le Giornate 2011 offriranno un apporto speciale ai festeggiamenti per i 150 anni dell’unità nazionale, volgendo uno sguardo retrospettivo all’intenso lavoro svolto dagli archivi negli ultimi tre decenni per riportare in luce la ricca eredità della stagione d’oro del cinema italiano: gli anni ’10 e i primi anni ’20 del secolo scorso.

L’indagine schiude un elenco davvero sbalorditivo delle riscoperte e dei restauri compiuti, spesso intorno a produzioni cinematografiche dirette o interpretate da personalità di grande carisma, alle prese con film praticamente inediti. Così, ad esempio, per un’attrice icona del muto, Pina Menichelli, che quest’anno potrà essere ammirata nei panni di una diabolica femme fatale, in La moglie di Claudio di Gero Zambuto, appena restaurato dal Museo Nazionale del Cinema di Torino.

Accanto a questo film le Giornate proporranno anche una Menichelli più giovane e innocente in Una tragedia al cinematografo, piccante comica del 1913 di autore anonimo. L’altra grande diva del tempo, Francesca Bertini, rivaleggia in malvagità in La serpe (1920) di Roberto Roberti, esemplarmente restaurato dalla Cineteca Nazionale. E una Bertini più giovane interpreta Il veleno delle parole (1913) di Baldassarre Negroni. E l’aristocratico Febo Mari, tormentato pittore preda della Menichelli nel film Il fuoco presentato con successo nell’edizione 2010 delle Giornate, quest’anno sarà celebrato non come attore ma come regista dell’unico film di Eleonora Duse, Cenere (1917), e anche di un altro “vehicle” della Bertini, realizzato per la sua società di produzione, Maddalena Ferat (1920) e basato sull’omonimo romanzo di Émile Zola del 1868.

La deliziosa Gigetta Morano occupa un posto speciale nella storia delle Giornate: nel 1985, quando fu presentata una pionieristica retrospettiva sui comici del muto italiano, era l’unica attrice del periodo ancora in vita e ormai quasi centenaria, rilasciò un’intervista video in cui rievocava con gioia l’incanto di quegli anni innocenti. Quest’anno le Giornate presenteranno Gigetta in Santarellina (1912) di Mario Caserini, un film a lungo ritenuto perduto e basato sul libretto di Meilhac e Millaud per l’operetta del 1883 di Hervé, Mam’zelle Nitouche, e in Le acque miracolose, un’audace commedia che lei interpretata con il suo abituale partner Eleuterio Rodolfi,

E ancora, le Giornate hanno per anni devotamente seguito la storia di La grazia di Aldo De Benedetti – il terzo e ultimo film diretto da questo prolifico sceneggiatore: il film sarà quest’anno presentato in una nuova copia appositamente stampata dalla Cineteca Nazionale. Basato su un racconto del 1894 di Grazia Deledda, alla sua prima uscita nel 1929 il film raccolse un successo di critica ma non di pubblico, e cadde nel dimenticatoio fino a quando Aldo Bernardini e Vittorio Martinelli non lo inserirono nel programma del Festival di Rapallo del 1979. Alle Giornate venne proiettato una prima volta nel 1989, ed esattamente vent’anni dopo, nel 2009, fu riproposto in una versione restaurata digitalmente dal quotidiano l’Unione Sarda, provvista di accompagnamento musicale.

Il programma include anche un nostalgico omaggio ad alcuni dei grandi comici cui erano dedicate le Giornate del 1985; con loro, viene ricordato un piccolo gruppo di registi che, pur avendo diretto nel 1912 alcuni film Cines di notevole inventiva e stile, sono tuttora anonimi. Questi misconosciuti film provengono, come vari altri titoli italiani riuniti questa sezione, dalla leggendaria collezione Desmet dell’EYE Film Instituut Nederland, iscritta quest’anno dall’UNESCO nell’albo della “Memoria del mondo”. È la prima collezione cinematografica ad essere insignita di un tale onore, e le Giornate sono orgogliose di onorare l’EYE e la collezione Desmet realizzando questa speciale rassegna sul cinema nazionale.

(Comunicato stampa)

 
 
 
 
 

Il festival internazionale del cinema e delle arti giunge alla sua decima edizione dal titolo Vertigo. Anche “I mille occhi” contribuisce a rendere Trieste una delle città con più festival cinematorafici d’Italia.
La rassegna, diretta da Sergio Grmek Germani, si svolgerà dal 16 al 24 settembre nella consueta sede del Teatro Miela, a breve Casa del Cinema grazie ad un progetto promosso della Provincia di Trieste. La Stazione Rogers in Riva Grumola, sarà la seconda base di quest’edizione all’interno della quale si svolgeranno incontri e dibattiti mattutini con registi e,da non dimenticare,sarà lo spazio che ospiterà la mostra dei 10 anni di festival.
La rassegna prevede diverse sezioni nelle quali si cercherà di unire elementi noti e non del cinema del passato e del presente,italiano ed europeo, sottolineando l’attenzione su film che rischiano di essere dimenticati; largo dunque agli spettatori curiosi, i quali potranno scoprire o ri-scoprire pellicole nel loro formato originale (dai 35 ai 16 millimetri).
Questi 10 anni di festival hanno permesso al capoluogo giuliano di essere sempre più vicino e protagonista del cinema, la città ha bisogno di arricchire lo sviluppo culturale cinematografico e può investire sulla qualità che il festival propone.
Per saperne di più sul programma, gli ospiti, le sezioni, gli accrediti e i biglietti visitate il sito www.imilleocchi.com.

 
 
 
 
 

Una profusione di visioni che sfida la vertigine: è quanto cade nell’occhio, ovvero nei mille occhi di un pubblico curioso di scoprire sguardi nuovi sul cinema, scorrendo l’offerta della decima edizione del festival nato a Trieste nel 2002 con un’avveniristica edizione in Porto Vecchio e proseguito nelle edizioni successive facendo perno sul Teatro Miela, dove si svolgerà anche l’edizione del decennale, intitolata “Vertigo”, dal 16 al 24 settembre.

Sguardi nuovi, perché il pubblico di oggi è stanco della diffusa mancanza d’inventiva nella gestione della cultura e nella realtà di tutti i giorni.

Sguardi nuovi che si ribellano agli appiattimenti di un cinema precotto, e vogliono scoprire nel cinema di tutte le epoche l’eccitante brillio della bellezza e della conoscenza.

Che cosa offre il programma di questa decima edizione? Di tutto, ma nella convinzione che questa varietà sia un metodo di scoperta nella molteplicità di vite di cui abbiamo bisogno.

Film rari e ritrovati, copie uniche di film perduti, proiezioni come eventi unici alla presenza di cineasti e appassionati… insomma l’abbandono a un’avventura della visione, dove nulla sarà scontato, e ogni spettatore potrà eleggere in questa o quella immagine, in questa o quella presenza incisa nelle immagini, l’oggetto di un innamoramento che segnerà la sua vita.

L’avventura: ecco la parola d’ordine con cui immergersi nel programma, da mattina sino a notte, addirittura tra il primo e il secondo giorno seguendo un flusso notturno visto che uno dei partner del festival, Fuori orario, prolungherà nella notte televisiva di RAI3 l’omaggio al regista Jean-Claude Rousseau, che preinaugura il festival nel pomeriggio con l’anteprima mondiale del suo ultimo film

Nell’anno del cento cinquantenario italiano, “I mille occhi” proseguono l’indagine degli Stati Generali del Cinema Italiano, disvelando la sua molteplicità infinita presentando anche una rassegna di film degli anni 45/48 di sorprendente vitalità. È uno dei percorsi che toccheranno anche, con spregiudicatezza, serietà e piacere insieme, temi come la presenza ebraica, con l’epilogo di alcuni film rivelatori su Israele, dalla cinica mitografia fondativa di Coletti all’amica ferocia di Straub-Huillet (ispirata a Fortini e a Kafka e Buber).

Ma non è si finisce per sfidare un po’ la stanchezza delle palpebre? E, soprattutto, chi dà i soldi ai Milleocchi in questi momenti in cui tutto precipita? Purtroppo il festival parte da un budget ridicolo rispetto ai festival adulti in Italia e in Europa. Ma sfida se stesso ad arricchirlo con una rete di contatti internazionali e di amicizie artistiche. L’Associazione Anno uno si avvale, attraverso la Cineteca del Friuli, della collaborazione della Cineteca Nazionale e di molteplici partner, compresi molti archivi e istituzioni europee.

Diretta da Sergio Grmek Germani, la rassegna si avvale della collaborazione di alcuni dei cinefili più appassionati: triestini, friulani, di tutta Italia, balcanici, mitteleuropei, francesi… Ha il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune e della Provincia di Trieste, le sponsorizzazioni di Puiatti Impresa Agricola e di JMN&DY Product Placement, e la collaborazione di luoghi alberghieri e di ristorazione cittadini che sottolineano turisticamente il gusto della vita cui il festival vuole abbandonarsi.

TRA CRISI LAVORO E DESIDERIO

È un’avventura anche il gesto da Davide contro Golia con cui il festival rovescia come un guanto il pensiero dominante sull’irreversibilità della crisi economica nella rassegna che s’intitola Standard & Poor, come l’agenzia di rating globale. Vi saranno compresi bellissimi film italiani di Rossellini, Olmi, Comencini ed altri, capaci di scoprire ciò che non è ovvio nelle durezze del sociale. Con felici oscillazioni estremistiche, da Gobetti e Fortini (“Scioperi a Torino”) a Jacopetti (“Operazione ricchezza”).

GIULLARI DI DIO

Sarà un viaggio dello spirito quello che guiderà il pubblico nella sezione “Giullari di Dio”, dedicata ad opere di una religiosità talvolta irriverente quanto intensa e spregiudicata. Con una viva attenzione al cinema italiano, tra Rossellini, Comencini ed Olmi, ma anche degli ospiti importanti presenti al Festival, quale il ritorno della Liliana Cavani già presente la scorsa edizione, Pasquale Squitieri ed altri in via di conferma. Alcuni titoli:

dai “Franceschi” di Rossellini e Cavani a “Io e Dio” di Squitieri a “Cercasi Gesù” con Beppe Grillo a “Joan Lui” con Celentano a “Centochiodi” con Raz Degan, a “Immortalità - Camilo Torres, un prete guerrigliero” di Paolo Breccia.

Verranno così riunite opere diverse che si sono sottratte ai giochi della società dello spettacolo, ricorrendo una purezza di visione eccessiva e trasgressiva.

IL PREMIO ANNO UNO A KLAUS WILDENHAHN

E’ un’avventura quella che il festival coglie nell’impulso collezionistico, presentando un poker di rari film italiani d’avventura provenienti da una collezione ritrovata in Germania.

Ma la Germania è anche il luogo in cui il festival ambienta una parte del suo programma: la rassegna di film rari corealizzata con il Goethe-Institut, e i film di Klaus Wildenhahn, premio Anno uno 2011, di cui si vedranno opere di meravigliosa ferocia, come “Reise nach Ostende”, il suo ritorno sui luoghi della prima guerra mondiale, che il festival allaccerà a un rilancio della misconosciuta collezione Henriquez di Trieste. Perché anche a casa ci sono molti viaggi da intraprendere.

L’EVENTO INAUGURALE E LO SPECCHIO

L’evento inaugurale: per la prima volta sarà proiettato il capolavoro del maggior regista sloveno, Matjaž Klopčič,”Triptih Agate Schwarzkobler”, nelle condizioni in cui il regista avrebbe voluto vederlo proiettato, in una copia 35mm che farà cogliere il fascino di una storia attraversata da ipnotiche e desiderate presenze femminili. L’attrice protagonista, la splendida Nataša Barbara Gračner, sarà alla serata inaugurale insieme alla vedova e alla figlia del regista, in un evento coprodotto con la Slovenska kinoteka di Lubiana e la Cineteca del Friuli di Gemona, e patrocinato dal Ministero della cultura sloveno.

Nel vortice dei riferimenti e dell’introspezione, da citare il richiamo di Klopcic alla letteratura, ossia il riferimento a Ivo Andric ed il suo rapporto con il cinema. Andric, che viene seguito come “corriere diplomatico del cinema” dai territori balcanici, come dai Balcani giunge il lavoro sul corpo e sull’immagine della videoartista croata Jagoda Kaloper, perturbante e affascinante al tempo stesso.

 
 
 
 
 

Sarà il regista italiano Edoardo Tagliavini l’ospite d’eccezione della serata finale del Festival FilmMakers al Chiostro, in programma martedì 23 agosto 2011 a Pordenone, al Chiostro dell’Ex Convento San Francesco alle ore 21.15, con ingresso libero. Il regista presenterà il suo ultimo film Bloodline (2010), un horror-thriller in cui Tagliavini ha potuto avvalersi della collaborazione di personaggi di spicco del panorama cinematografico italiano: autore delle musiche è infatti il leader dei Goblin, gruppo italiano di rock progressivo, Claudio Simonetti, noto soprattutto per aver composto le colonne sonore dei film di Dario Argento, mentre gli effetti speciali sono curati dal maestro Sergio Stivaletti, altro “mostro sacro” del cinema italiano che da oltre 30 anni crea personaggi, creature e mostri per il cinema, la televisione e il teatro, collaborando con alcuni dei più grandi registi italiani come Dario Argento, Michele Soavi, Lamberto Bava, Roberto Benigni, Gabriele Salvatores. Nel film Bloodline a Sandra (Francesca Faiella) e al suo collega Marco (Marco Benevento) viene richiesto un servizio sul backstage di un set di un film pornografico “d’autore” come ricatto per non essere licenziati: tutto sarebbe normale routine giornalistica, se la location non fosse quello dove, 15 anni prima, venne uccisa la sorella di Sandra (Monica Citarda) da un serial killer chiamato “Il Chirurgo”..

Ma la serata di FilmMakers al Chiostro del 23 agosto è particolarmente attesa anche perché si conosceranno finalmente i vincitori delle diverse sezioni del Festival: verranno infatti assegnati il Premio di Qualità Banca FriulAdria - Crédit Agricole, riconoscimento speciale per la sezione video-animazioni che darà ai vincitori la possibilità di realizzare un nuovo lavoro in ambito artistico; il Premio del Pubblico FilmMakers al Chiostro al cortometraggio più votato dagli spettatori del Festival; il Premio Legality Coop per la migliore opera audio-visiva sul tema della legalità voluto da COOP Consumatori Nordest; la Menzione Speciale Scrivere di Cinema al corto in grado di raccontare meglio il mondo dei giovani.

La proclamazione dei vincitori sarà preceduta dalla proiezione degli ultimi cortometraggi in concorso al Festival: Barracuda di Nicola Martini, ironico cortometraggio ambientato in una ditta di pompe funebri; Falling Up del regista Junior Lucano, che ci racconta la storia di un uomo che, nello spazio ristretto di un ring, combatte con il proprio orgoglio..; Tiro a vuoto, del fotografo, sceneggiatore e regista Roberto Zazzara, corto che mette in risalto emozioni, amori e paure di un gruppo di adolescenti in una scuola superiore; (Menos 1) del giovane regista spagnolo Jorge Alonso, che racconta di una donna incerta tra quello che vorrebbe fare (scappare di fronte a un uomo in difficoltà) e quello che dovrebbe fare (prestare soccorso).

 
 
 
 
 

Mercoledì 10 agosto 2011 alle ore 21.00 in piazza Calderari a Pordenone la rassegna tra cinema e musica “Visioni sonore” riserva un imperdibile appuntamento con il grande jazz: in programma infatti, con ingresso libero, il cineconcerto “Exp and Tricks”, in cui il musicista Gianluca Petrella, considerato fra i più dotati trombonisti jazz a livello mondiale, improvvisa dando voce ad alcuni cortometraggi dei primi anni del cinema, mischiando jazz ed elettronica.

Lo spettacolo “Exp and Tricks” nasce in collaborazione con la Cineteca Nazionale di Bologna e Ater Modena e vede l’esibizione di Petrella (impegnato al trombone e agli strumenti elettronici) durante la proiezione sullo schermo dei cortometraggi. Ciò che ne deriva è una perfomance originalissima in cui Petrella elabora fondali elettronici, in cui la dimensione percussiva o rumoristica funge da base per le sue improvvisazioni al trombone. Tra i cortometraggi presentati autentici capolavori della storia del cinema come Le ballet mécanique diretto da Léger e Duchamp con Kiki de Montparnasse, Un Chien Andalou de1 1929 di Luis Buñuel con la sceneggiatura di Salvador Dalí e The Rounders del 1914, una delle prime comiche di Chaplin.

Uno spettacolo in cui Petrella riesce ad esprimere in maniera superba l’esperienza acquisita sui palchi nazionali ed internazionali, chiave di volta della sua evoluzione artistica: sulle scene sin dal ‘93 con il sassofonista Roberto Ottaviano, ha poi affinato e maturato il talento naturale attraverso numerose collaborazioni con jazzisti italiani e stranieri, tra cui Roberto Gatto, Paolino Della Porta, Greg Osby, Steve Coleman. Ha partecipato ad alcuni dei più importanti festival jazz del mondo tra i quali spiccano i festival di Montreal, Toronto, San Francisco, Chicago, Rio De Janeiro, Oslo, Londra, Berlino, Umbria Jazz e i Blue Note Jazz Club di Tokyo e New York. Il suo esordio discografico risale al 2001 (X-Ray, Auand Records AU9001). Nel 2002 ha vinto il referendum Top Jazz (del giornale specialistico Musica Jazz) come miglior talento e nel 2005 come miglior jazzista italiano dell’anno. Conosciuto al grande pubblico per le sue collaborazioni con Nicola Conte, è da oltre 10 anni tra i principali collaboratori di Enrico Rava e frequenta attualmente la scena jazzistica internazionale con grande seguito di pubblico. Artista originale ed eclettico, è attivo anche in territori extra-jazzistici (come dimostra anche il suo coinvolgimento in molti progetti dedicati all’elettronica). Nel corso della sua carriera, ha collaborato anche con Manu Di Bango, Jhon De Leo, Giovanni Lindo Ferretti.

 
 
 
 
 

Martedì 9 agosto 2011 per festeggiare la magica ricorrenza di San Lorenzo, al Festival FilmMakers al Chiostro è in programma la “Notte delle stelle”: una serata speciale di proiezioni che si terrà nella Sala Congressi a Piancavallo alle 21.15, con ingresso libero. La serata sarà dedicata alla proiezione delle opere selezionate per la nuovissima sezione del Festival CinemaZeroBudget, dedicata ai video girati da giovani registi provenienti da tutta Italia e realizzati con il minor dispendio economico e senza utilizzo di attori e maestranze professionali. Al termine delle proiezioni, verrà assegnato il Premio CinemazeroBudget al cortometraggio più votato dal pubblico, ma anche la Menzione speciale “Cinema al verde” per il miglior corto del Festival a tematica ambientale (un riconoscimento fortemente voluto da FilmMakers al Chiostro in collaborazione con ARPA - LaREA, laboratorio di educazione ambientale). Ma la serata di FilmMakers ha in serbo una sorpresa speciale per il pubblico: la possibilità per circa 40 volenterosi di partecipare gratuitamente dopo la proiezione ad una romantica escursione con guida alpina per vedere le stelle cadenti e contemplare gli astri immersi nella natura! Per info e prenotazioni scrivere a [email protected] o telefonare allo 0434.520945.

Ecco allora i cortometraggi CinemaZerbudget che saranno proiettati nella Sala Congressi di Piancavallo: Carlo Meyers, corto del giovane regista Michael Gaddini, un viaggio onirico all’interno dell’animo inquieto di un ragazzo alla ricerca di risposte in un mondo confuso che non gli appartiene..; Matrena, di Raffaele Salvaggiola, storia di Claudio, un matematico completamente assorbito dai suoi studi che dovrà fare i conti con il baratro infinito che si apre di fronte a chi osa esplorare l’essenza e i limiti della realtà; Così come sono, di Daniele Santonicola, corto incentrato sul nuovo mondo di facebook vissuto dagli adolescenti; Una Vita Violenta (E42 - Uomini Celesti) di Cristiano Perricone, ambientato tra le grave di Cordenons e i boschi di Aviano che dipinge un immaginario post-apocalittico arricchito di voyerismo e citazioni fantascientifiche; Vodka Tonic, del regista Ivano Fachin che ora vive e lavora a New York collaborando con produzioni americane e con la New York film Academy; Oliver di Andrea Martelli, cortometraggio dai risvolti psicologici che propone un intreccio tra passato e presente: il protagonista da medico diventa paziente affetto da un male causato solo da se stesso..; Si prega di attraversare i binari di Lucilla Pesce, Stefano Vidari, breve documentario sulla riqualificazione della ex ferrovia Pontebbana: un viaggio da Tarvisio a Grado attraversando ponti, gallerie e stazioni abbandonate, dalle montagne al mare seguendo il progetto della futura ciclovia Alpe-Adria; La gabbia di Francesco Petruccelli, corto in cui l’immagine della gabbia è come uno specchio che racconta un’esperienza mentale in cui gli attori diventano archetipi di un’angoscia moderna ineluttabile.

Spazio anche ad alcune opere della sezione video-animazioni: Don’t worry di Giacomo Agnetti, animazione in cui un pesciolino di nome Red ipotizza come avrebbe potuto essere la vita dell’uomo se non avesse provato a vivere al di fuori della propria dimensione; Lunedì, di Ludovica Di Benedetto e Claudia Tittarelli, originalissimo video realizzato con la tecnica dello stop motion.

 
 
 
 
 

Il mondo del cinema, ma anche quello dello sport, piange oggi la morte di Charles “Bubba” Smith, attore famoso per aver interpretato il personaggio di Moses Hightower nella serie tv “Scuola di polizia”, anche se oltreoceano viene ricordato di più per la sua carriera sportiva nel Football americano.

Aveva 66 anni, il suo corpo è stato trovato senza vita nella sua abitazione a Los Angeles, nel quartiere di Baldwin Hills. Non sono ancora chiare le cause del decesso.

Texano di origine, Smith è conosciuto in Italia per aver interpretato il poliziotto Hightower in Scuola di polizia: un “gigante buono”, forzuto e di poche parole. Successivamente ha preso parte anche del cast di cinque dei sei sequel della commedia brillante all’americana, tra cui l’ultimo, “Scuola di Polizia 6: la città è assediata” (1989). Il suo personaggio venne rappresentato anche nel cartone animato della serie tv omonima. Oltre ai film e alle serie tv, Bubba è stato famoso anche grazie alle pubblicità che ha fatto. Di quelle si ricorderà solo il pubblico americano: aveva partecipato agli spot pubblicitari di una nota marca di birra, durante i quali “svitava” senza sforzo la parte superiore delle latine.

Nel video si vede una scenda di “Scuola di Polizia”: alla fine della clip, l’agente Moses Hightower (interpretato da Smith):

 
 
 
 
 

La Fandango conferma che Il video del TG3, in rete dalla giornata di ieri dove la giornalista Maria Cuffaro riporta la notizia dell’arrivo degli alieni in Italia è in realtà un estratto del film in concorso a Venezia 2011, L’ULTIMO TERRESTRE di Gian Alfonso Pacinotti (Gipi).

Il video ad oggi è stato visualizzato da più di 45.000 utenti Youtube ed è stato condiviso da oltre 68.000 utenti Facebook, senza alcuna comunicazione ufficiale da parte della Fandango.

La campagna virale del film è iniziata un mese fa sul sito www.esseridiluce.it dove è stato caricato il video di un alieno che si aggirava per i boschi della Toscana. Il video ha avuto circa 10.000 visualizzazioni e l’analisi del video che ne è scaturita successivamente ha registrato più di 15.000 click. Gli esperti ufologi che hanno curato il sito sono in realtà i personaggi del film, Walter Rasini e Joseph Palla.

Il sito ufficiale del film sarà on line a partire da lunedì : www.ultimoterrestre.it

 
 
 
 
 

Che succede quando un gruppo rock incontra il cinema, e il cinema muto in particolare? Ciò che può derivarne è un originalissimo terreno di ardita sperimentazione “audio-video”, in cui le sonorità graffianti del rock inseguono sullo schermo le immagini antiche ed epiche di un classico dei primordi del cinema. E’ ciò che avviene per i Perturbazione, uno dei gruppi di punta del pop-rock indipendente italiano, che mercoledì 3 agosto 2011 alle ore 21.00 saranno a Pordenone, nell’arena estiva di piazza Calderari, ospiti della rassegna “Visioni sonore” di Cinemazero con il loro spettacolo “Perturbazione vs Maciste”, musicazione dal vivo, con brani originali composti dalla band, del film muto del 1915 Maciste. L’ingresso è libero.

Un film diretto da Vincenzo Denizot e Luigi Romano Borgnetto nato come ’spin off’, si direbbe oggi, del più noto Cabiria (1914) di Giovanni Pastrone, in cui si volle sottolineare la forza straordinaria, la bellissima figura e le singolari attitudini che resero celebre il gigante buono Maciste. Una pellicola recentemente restaurata dal Museo Nazionale del Cinema di Torino in collaborazione con la Cineteca del Comune di Bologna, a cui i Perturbazione hanno dato “voce” su commissione dello stesso Museo del Cinema.

La sonorizzazione del restauro di Maciste è composta ed eseguita dal vivo dai Perturbazione, guidati dal loro leader storico, Tommaso Cerasuolo (voce), accompagnato da Alex Baracco (basso), Rossano Lo Mele (batteria), Cristiano Lo Mele (chitarra), Gigi Giancursi (chitarra), Elena Diana (violoncello). Uno spettacolo perfettamente in linea con la vocazione alla sperimentazione del gruppo torinese. Chiunque abbia visto i Perturbazione live, può testimoniarne infatti l’unicità: nessun concerto è mai uguale a un altro e anche nel caso di questa sonorizzazione la band si conferma maestra delle perfomance dal vivo (non a caso, nel corso della sua carriera, ha vinto per due volte il premio come miglior tour italiano al Meeting delle Etichette Indipendenti).

I Pertubazione, inoltre, non sono nuovi all’incontro musica-immagine: complice l’eclettismo artistico del loro leader Tommaso Cerasuolo, bravissimo illustratore e video-animatore oltre che cantante, nel 2008 inventano il “Concerto per disegnatore e orchestra”, un incontro inedito tra teatro di figura e animazione primordiale dove Cerasuolo disegna in diretta una storia che viene ripresa da una piccola camera e proiettata su uno schermo a beneficio degli spettatori, mentre i componenti della band la sonorizzano dal vivo.

Nati come band adolescenziale a Rivoli, in provincia di Torino, nei tardi anni ’80, figli del rock alternativo (Cure, R.E.M., Smiths), i Perturbazione negli anni ’90 e ‘00 si affermano nel panorama nazionale tra le band più apprezzate del rock indipendente (al loro attivo collaborazioni con personaggi di spicco come Manuel Agnelli, Vasco Brondi, Cristiano Godano), ma si dimostrano capaci di produrre anche suoni pop-rock più orecchiabili, che fanno diventare dei veri e propri tormentoni estivi alcuni loro brani (come il singolo Agosto del 2002, che diventa presenza fissa su MTV e Radio Deejay, o Se mi scrivi tratto dall’album Canzoni allo specchio del 2005, diventato uno dei successi dell’estate di quell’anno). Il loro ultimo, recentissimo album è uscito nel 2010 e si intitola Del nostro tempo rubato.

 
 
 
 
 

Prosegue con un imperdibile appuntamento con il grande jazz suonato dal vivo “Visioni sonore”, la kermesse estiva organizzata da Cinemazero nell’ambito dell’Estate in città del Comune di Pordenone che si propone di indagare il fecondo connubio tra cinema e musica: giovedì 28 luglio alle ore 21.30 al Chiostro dell’Ex Convento San Francesco a Pordenone, con ingresso libero, è in programma la proiezione di Il suono instabile della libertà, documentario musicale di Marco Bergamaschi e Giampaolo Gelati che racconta le vicende dell’ Italian Instabile Orchestra, ad oggi il maggiore collettivo di musicisti jazz che il nostro paese abbia mai espresso. Al termine della proiezione in programma la performance live di The Wild Bunch: un significativo nucleo di musicisti membri dell’Italian Instabile Orchestra daranno vita ad un concerto speciale appositamente pensato per l’occasione. Giovanni Maier, Sebi Tramontana, Luca Calabrese, Emanuele Parrini, Daniele Cavallanti, Lauro Rossi, Tiziano Tononi sono tra i protagonisti del jazz italiano di ricerca. In molte occasioni questa “fratellanza” si riunisce con diverse formazioni e i suoi membri spesso e volentieri accorrono a far parte dei progetti solisti di ognuno di loro. Per “Visioni Sonore” hanno dunque ideato un concerto all’insegna della creatività del miglior jazz.

L’Italian Instabile Orchestra, che ha da poco celebrato il ventennale, nasce nel 1990 nell’ambito dell’Europa Jazz Festival di Noci come esperimento destinato a vivere solo per poche esibizioni e diventa nel corso degli anni l’esperienza di maggior peso e successo del jazz italiano nel mondo, con all’attivo nove dischi. Il documentario che ne narra le vicende, Il suono Instabile della Libertà, è un road movie di un’ideale tournée della band tra Istanbul e Londra. Lo spettatore compie un viaggio attraverso interviste, prove, esibizioni e stralci di vita quotidiana dell’Orchestra alla scoperta di questa straordinaria e particolare formazione, unica al mondo. Un documentario fuori dagli schemi, così come la band: diciotto musicisti tra i più significativi per quanto riguarda il panorama del jazz creativo degli ultimi 30 anni, nessun direttore, una gestione corale e democratica del gruppo. Tutto questo si concretizza sul palcoscenico in un perenne incontro – scontro alla ricerca di un equilibrio musicale che rappresenti tutti i musicisti e nessuno in particolare, creando un sound vitale e imprevedibile, ma soprattutto originale.

Il documentario, prodotto da Filmalbatros e Hobofilm, parla di musica, di amore per l’arte, di ricerca del suono e, soprattutto, di democrazia. L’Italian Instabile Orchestra è infatti un esempio unico nella storia per ampiezza dell’organico e durata del progetto.