Tre Alberghi: rappresentazione tagliente del mondo consumista

Tre Alberghi: rappresentazione tagliente del mondo consumista

Ha debuttato martedì 22 marzo, in anteprima Nazionale, Tre Alberghi, la nuova produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, interpretato in modo mirabile e disinvolto dagli attori della Compagnia del Teatro Stabile Francesco Migliaccio e Maria Grazia Plos, guidati dall’abile regista Serena Sinigaglia. Lo spettacolo replicherà fino al 3 aprile in Sala Bartoli.

La luce si accende illuminando il palcoscenico riempito da un’intrigante scenografia -progettata da Maria Spazzi- fatta da barattoli, che più avanti si riveleranno contenere la “baby formula” venduta alle madri africane. Ed è proprio il lavoro cinico ed asettico che sta dietro a questa formula che farà da sfondo all’intensa rappresentazione. Lo spettacolo è scandito da tre monologhi che vogliono trasportare gli spettatori in altrettanti momenti della vita dei due protagonisti, Kenneth e Barbara, i quali si alternano durante i tre soliloqui rappresentando, pian piano, il deperimento del loro matrimonio e rivelando le insicurezze e il dramma che li ha toccati. I due attori non si incontrano sul palco: sono due entità a sé che, pur facendo riferimento l’uno all’altra, non hanno mai un vero confronto sulla scena. C’è un unico momento in cui questi si trovano entrambi ed insieme sul palco, ed è un momento che dura un attimo e che viene evidenziato con grande abilità e con una notevole trovata registica.

La figura centrale è quella di Ken che, da una giovinezza piena di valori morali, si ritrova a lavorare come tagliatore di teste per una multinazionale la quale, oltre ad aver rovinato il rapporto con Barbara, partecipa attivamente al logoramento dell’uomo fino alla sua distruzione. Barbara riporta un discorso fatto alle mogli dei dipendenti della multinazionale: le incita a “prestare attenzione” a questa realtà capitalista che tenta in ogni modo di migliorare se stessa, che si cura solo dei propri interessi e delle proprie condizioni sia economiche che di vita a discapito degli altri. Le esorta a “prestate attenzione” a questo mondo che non pensa alle vittime quali i paesi in via di sviluppo cui viene venduta la formula, i genitori cui viene ucciso un figlio o i sentimenti e le emozioni che il consumismo raffredda fino ad uccidere. Guadagnare è talmente importante che si può spacciare con freddezza e indifferenza latte in polvere alle madri africane; vendere è così essenziale da poter ignorare le difficoltà e i drammi che costellano la vita.

Tre Alberghi è il dramma tagliente di Jon Robin Baitz che si propone il compito di criticare un mondo egoista e allo sbaraglio ormai concentrato solo sul capitalismo e sul consumismo. L’autore con questo testo ci vuole mettere in guardia: il viscerale desiderio di produzione per moltiplicare il consumo e la vendita prima o poi incontrerà il limite umano.

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